Giornata dell’Università Cattolica: i vescovi invitano a custodire l’ ‘umano’

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In occasione della 99^ Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che sarà celebrata domenica 23 aprile, i vescovi italiani hanno scritto un messaggio, in cui invitano a riflettere sulle sfide del nuovo umanesimo, perché le Università sono il luogo dove si coltiva la conoscenza umanistica, intitolato ‘Per amore di conoscenza. Le sfide del nuovo umanesimo’:

“I Centri accademici hanno un triplice compito rispetto alla conoscenza: devono contribuire al suo sviluppo, attraverso la ricerca e il progresso scientifico nei diversi ambiti del sapere; hanno la responsabilità di trasmetterla e consegnarla alle nuove generazioni con una didattica aggiornata ed efficace; sono chiamati a condividerla con le diverse realtà impegnate a promuovere lo sviluppo umano per contribuire alla soluzione dei non pochi problemi che l’umanità sta affrontando. Da sempre, il desiderio di conoscere accompagna e caratterizza il cammino dell’essere umano”.

Partendo da un concetto di Cicerone, secondo il quale la natura umana è conquistata dall’amore della conoscenza e della scienza, i vescovi italiani affermano l’importanza dello sviluppo cognitivo: “Se questo è un dato che qualifica l’essere umano in ogni tempo e in ogni luogo, oggi assume caratteristiche peculiari dovute al rapido sviluppo della ricerca scientifica in molti campi, basta pensare all’ambito delle neuroscienze e della genomica.

Non meno vorticose sono le innovazioni tecnologiche nel campo dello sviluppo e delle applicazioni dell’intelligenza artificiale. Innovazioni che vanno dalla riproduzione della realtà nel Metaverso all’elaborazione del pensiero con applicazioni sempre più sofisticate che si avvicinano al modo di ragionare umano.

Siamo entrati nell’era degli algoritmi, frutto dell’ingegno umano ma oggi divenuti così potenti e autonomi, anche attraverso sistemi di autoistruzione, da imitare e sostituire la mente umana in molte funzioni”.

Comunque ogni sviluppo possiede vantaggi e rischi con cui confrontarsi: “La conoscenza oggi deve misurarsi con un orizzonte sempre più complesso dove un sapere così ampio e innovativo necessita di una rinnovata visione dell’umano e di criteri etici altrettanto rigorosi e appropriati, soprattutto perché sono in gioco la natura e il futuro dello stesso essere umano”.

Rischi di uno scenario ormai prossimo, che eccede l’umanesimo: “Da una parte vediamo l’emergere del trans-umanesimo come crescente interazione dell’umano con le innovazioni tecnico-scientifiche da cui possono derivare modificazioni significative che ne possono pregiudicare l’identità.

Si tratta di quei campi che nel mondo anglosassone si riassumono nell’acronimo Grin (Genetics, robotics, information technology, nanotechnology). Dall’altra, assistiamo al profilarsi del post-umanesimo quale processo che mira esplicitamente, almeno nelle sue forme più radicali, ad andare oltre l’attuale condizione umana prefigurando l’affermarsi di altre forme di vita che possono andare dall’ibridazione uomo-macchina all’utilizzo spinto delle biotecnologie per modificare la struttura biologica dell’umano”.

Questo non significa fermare la ricerca, ma non permettere che si prevarichi sulla dignità umana: “Occorre però essere consapevoli che è necessario custodire l’umano, salvaguardare ciò che contraddistingue e caratterizza ogni persona e gli conferisce una peculiare dignità.

Se questo è compito di tutti gli Atenei come luoghi dove si coltiva e si sviluppa la conoscenza a servizio del bene comune, lo diventa in modo particolare per un Ateneo che nasce e riceve linfa vitale dal riferimento al disegno di Dio e all’insegnamento della Chiesa”.

Questa è la sfida a cui l’umanesimo è chiamato: “Per questo l’umanesimo, attingendo alla grande tradizione medioevale e rinascimentale, arricchito dalla visione dell’antropologia cristiana, rappresenta ancora oggi un terreno decisivo per riconoscere e promuovere la piena verità sull’uomo e il suo destino, per affrontare le grandi sfide del tempo presente attraverso processi di autentica solidarietà e fratellanza, per rendere protagoniste le nuove generazioni di quei cambiamenti di cui l’umanità ha urgente bisogno.

Solo una visione che parta dalla centralità dell’uomo e dalle sue istanze trascendenti potrà consentire alle donne e agli uomini del nostro tempo di affrontare questioni impellenti che richiedono di promuovere e coltivare la sostenibilità contro la devastazione ambientale, la giustizia e la pace per superare i conflitti, l’accoglienza e l’integrazione per contrastare la cultura dello scarto”.

Il compito dell’Università Cattolica consiste nell’educare i giovani nello sviluppo sempre più elevato della capacità di conoscenza e di riflessione: “L’Ateneo dei cattolici italiani, in continuità con la visione illuminata di padre Agostino Gemelli e con l’opera coraggiosa dei fondatori che non hanno avuto paura di confrontarsi con le sfide del loro tempo, è chiamato a proseguire la sua meritoria attività a servizio di una conoscenza pienamente umana e di una qualificata formazione delle nuove generazioni, nella consapevolezza che l’ispirazione cristiana non è certamente un limite ma piuttosto una grande risorsa”.

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