Messaggio per la Quaresima: essa sia un cammino sinodale

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Venerdì scorso è stato pubblicato il messaggio di papa Francesco per la Quaresima sul tema ‘Ascesi quaresimale, itinerario sinodale’, che prende spunto dal racconto evangelico della Trasfigurazione: “L’ascesi quaresimale è un impegno, sempre animato dalla Grazia, per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce”. Presentandolo il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, card. Michael Czerny, ha sottolineato la bellezza della Quaresima, evidenziata nel messaggio papale attraverso due sfide al senso comune:

“La prima: che la bellezza proceda dal cambiamento, o meglio dalla fatica di ripensare se stessi nel linguaggio biblico: dalla conversione. Secondo: che la bellezza sia un’esperienza collettiva, intima sì, ma non privata. Nel linguaggio ecclesiale, sia un’esperienza sinodale. Così, quando lavoriamo su noi stessi in Quaresima, sperimentando un’ascesi, desideriamo che la luce aumenti, che la gioia aumenti. Speriamo nella luce del cambiamento e nella gioia collettiva”.

Nel messaggio il papa ha ripreso una sollecitazione del card. Martini sulla bellezza, capace di trasformare il mondo, come ha scritto Dostoevskij: “Nel messaggio di quest’anno, Francesco si approssima a queste considerazioni, ricorrendo a quella che sant’Ignazio chiamava la ‘composizione di luogo’, cioè l’esercizio dell’immaginazione che ci fa identificare con la situazione descritta…

Certo, questo ci porta a pensare alle fatiche di tutti coloro che soffrono e vivono la loro vita come una salita troppo aspra. E potremmo chiederci se non sia la nostra indifferenza a rendere più duro il loro cammino. La Chiesa vuole aiutare a rimuovere gli ostacoli e i pesi che impediscono lo sviluppo umano, la vita in abbondanza”.

L’altro tema importante, affrontato nella lettera, riguarda il cammino sinodale, che è tratteggiato nella costituzione pastorale ‘Gaudium et Spes’: “Dobbiamo quindi comprendere che il cambiamento di mentalità, la conversione, e la natura comunitaria della vita umana sono fatiche benedette, da cui dipende ‘qualcosa di meraviglioso e sorprendente’ per questo mondo a pezzi.

Se vogliamo una Quaresima di carità, se crediamo che preghiera e digiuno abbiano effetti reali sul mondo, dobbiamo allargare l’idea di elemosina a qualcosa di più grande, cioè all’idea biblica di restituzione. Come il cammino sinodale rende presente la Parola di Dio tra tutti i battezzati e all’interno delle Chiese locali, così il Vangelo vissuto restituisce gioia e speranza a tutta l’umanità”.

Mentre don Walter Magnoni, responsabile della comunità pastorale ‘Madonna di Lourdes’ a Lecco e docente di Etica Sociale nella la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha raccontato la propria esperienza nelle parrocchie lecchesi:

“Quando sono arrivato mi sono trovato di fronte una comunità segnata dall’esperienza del Covid. I più fragili non si fidavano ancora a venire in Chiesa. Tutti indossavano la mascherina e non era facile incontrarsi. Eppure sentivo che nell’aria c’era un forte bisogno di tornare a stare insieme. Così ho lanciato l’iniziativa della ‘Domenica in montagna’ e l’ho presentata come una proposta di sinodalità”.

Infine la dott.ssa Sandra Sarti, presidente italiana di ‘Aiuto alla Chiesa che Soffre’, ha narrato la sofferenza di chi crede: “Per ACS ‘i volti e le storie di coloro che hanno bisogno di aiuto’ sono anche quelli dei circa 416.000.000 di cristiani che vivono nelle 26 nazioni del mondo in cui ancora è attivo il fenomeno della persecuzione.

E sono anche le voci delle 5.200.000.000 persone che in ben tre quarti del mondo vivono la negazione del fondamentale diritto alla libertà religiosa e subiscono le conseguenze della sua violazione. Privare qualsiasi fedele della possibilità di manifestare il proprio credo e della possibilità di esercitare il proprio culto, vuol dire esercitare una violenza sulla sua anima e violare uno dei diritti umani fondamentali”.

Da tale bisogno nasce l’impegno dell’associazione: “Il bisogno d’aiuto dei nostri fratelli nella fede, la sofferenza a cui sono sottoposti solo perché cristiani, esiste e condiziona dolorosamente le loro vite. Molti rischiano la vita per partecipare ad una Messa, altri non possono parteciparvi affatto.

Papa Francesco non ha mai mancato di denunciare ripetutamente questo dramma. Per questo motivo Aiuto alla Chiesa che Soffre, realizza, grazie alla raccolta fondi, circa 5.000 progetti annui in quasi 140 nazioni ed impiega risorse per denunciare l’indifferenza che circonda il dramma della violazione della libertà religiosa.

In questi ultimi giorni poi, i volti e le voci che gridano aiuto e che reclamano il nostro più attento ascolto sono quelle che emergono dalle rovine del devastante sisma che ha colpito la Turchia e la Siria”.

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