VII Domenica del Tempo Ordinario: ama il prossimo tuo come te stesso

Condividi su...

‘Avete inteso che cosa fu detto?’: Gesù ancora una volta in mezzo a noi per insegnarci la sua legge, la legge nuova che completa la legge antica. Gesù non si presenta a noi come giurista che vuole ad ogni costo affermare il suo punto di vista, ma come il perfezionatore della legge:

‘Non sono venuto per abolire ma completare: completare la legge della giustizia in chiave di amore. Fu detto: occhio per occhio, dente per dente: legge del taglione; ma io vi dico, dice Gesù, imparate da me che sono mite ed umile di cuore; imparate dal Padre che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi’; unico modello dell’amore è Dio, che ci ha creati a sua immagine e somiglianza. In questo consiste l’etica cristiana, la nuova etica: ‘Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro che è nei cieli’.

Dio è amore, la legge istaurata da Gesù umanizza, guarda l’uomo come fratello e non la colpa commessa; l’uomo, la persona è più importante della colpa commessa. E’ decisivo allora chiedersi: come guadagnare il fratello, come ristabilire una relazione interrotta, come ripristinare l’armonia e l’amore: ecco l’agire del cristiano.

Allora mai odiare: l’odio è una forma di pazzia, è un verme roditore che pian piano tarla il tessuto spirituale della tua anima e non ti dà pace e serenità; se si annida nel tuo cuore finisce il tuo sorriso e si accende in te un fumo che pian piano ti divora.

Diventi cattivo con tutti, anche con le persone care, ed inoculi solo veleno nel tuo sangue. Se vuoi tornare sereno, se vuoi guarire, devi togliere dal cuore questo verme solitario. Compi la tua vendetta solo con l’amore a cui nessuno può resistere. Da qui le parole di Gesù:

‘Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, porgi a lui anche la sinistra’. La vendetta è sempre un assurdo; determina un ricorso all’infinito non a filo di logica ma a fil di spada, è un circolo vizioso che non porta a distruggere l’avversario ma ad autodistruggersi.

Uno schiaffo perdonato, non è una lezione ricevuta ma una lezione data, non è una sconfitta ma una grande vittoria. Ce lo insegna Gesù nella preghiera: ‘Padre, perdona loro, non sanno quello che fanno’. Una etica semplice quella cristiana ma impegnativa, che cancella l’etica antica (occhio per occhio) e ci invita ad essere ‘eroi’, come sono stati i santi.

Ecco perché Gesù dice di non odiare ed invita ad amare; è necessario non solo evitare il male ma bisogna operare solo il bene. Vero modello infatti è Dio, che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi.

Gesù concretamente ci mostra l’esempio del Padre nelle due parabole della ‘pecorella smarrita’ e del ‘figliolo prodigo’. Se la pecorella si smarrisce il buon Pastore riprende il cammino e rientra solo dopo averla ritrovata; se la carica sulle spalle e dice agli amici: ‘rallegratevi con me, ho ritrovato la pecorella smarrita’; nell’altra parabola se il figlio prodigo ha anche distrutto il patrimonio e poi ritorna chiedendo perdono, il Padre gli corre incontro, lo abbraccia, uccide il vitello grasso perché ‘questo figlio era morto ed è risuscitato, era perduto ed è stato ritrovato’. 

Questa è la morale nuova insegnata da Gesù, una morale dove egli stesso si fa esempio nell’ultima cena lavando i piedi ai suoi Apostoli; sul Calvario muore in croce: vero Agnello che toglie i peccati del mondo. Da qui la differenza sostanziale tra la legge antica e la Nuova e l’ideale a cui Gesù fa riferimento: ‘Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro che è nei cieli’.

Questa è la nuova legge insegnata da Cristo Gesù, stilata  per aiutare l’uomo ad essere ‘vero uomo’, figlio di Dio, erede del Regno dei cieli. Gesù elimina così il concetto di ‘nemico’: davanti a Dio non c’è l’amico o il nemico, c’è solo l’uomo, cerato ad immagine di Dio; l’uomo creato per il cielo; l’uomo chiamato a pregare: ‘Padre nostro che sei nei cieli’. 

Così Gesù propone per tutti la parabola del buon samaritano e dirà: ‘Se amate quelli che vi amano, che merito avete? Non fanno così anche i pubblicani?’ Davanti a Dio c’è l’uomo che necessita del perdono. Il termine ‘perdono’ è significativo: il dono, il regalo  che ti faccio è uno solo: dimenticare quello che hai fatto.  Gesù, conoscendo la fragilità umana, a Pietro che chiede: quante volte dobbiamo perdonare? Sino a sette volte?; Gesù risponde: Pietro, non sette volte ma settanta volte sette perdonerai il fratello che sbaglia e chiede perdono.

Conoscendo i nostri limiti, Gesù ci ha costituiti ‘figli adottivi’ e il comportamento di Dio è il modello a cui ispirarci. E’ difficile?, siamo troppo deboli?: ecco perché Gesù istituisce l’Eucaristia dove esorta ‘prendete e mangiate, questo è il mio corpo… venite a me; siete stanchi, affaticati ,deboli, ecco il pane vivo disceso dal cielo; chi mangia di questo pane vivrà in eterno’.

Gesù rafforza così la nostra fragilità, nutre la nostra anima per superare l’egoismo, frutto del peccato. Perdonando si cresce in umanità e ci si accorge di avere guadagnato un fratello; e  l’abbiamo conquistato con l’amore. Maria, madre di Cristo Gesù e della Chiesa, madre della grazia, interceda per noi.       

Free Webcam Girls
151.11.48.50