Terni: san Valentino è strumento dell’amore di Dio

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San Valentino di Terni è venerato sia dai cattolici che dagli ortodossi e dagli anglicani come martire, taumaturgo e in qualche caso protettore degli animali, degli agrumeti e degli epilettici, come laicissimo patrono degli innamorati ha ispirato poesie, canzoni, cartoline e milioni di lettere d’amore. E poi tanti cioccolatini, fiori e cene a lume di candela.

La testimonianza più antica su san Valentino è contenuta nel Martirologio geronimiano scritto nel V secolo, che riporta la memoria del 14 febbraio presso la comunità cristiana di Terni. Sulla sua tomba già nel IV secolo era stata costruita una chiesa, distrutta e ricostruita quattro volte e poi abbandonata fino a quando, nel 1605, il vescovo Giovanni Antonio Onorati non promuove un’avventurosa campagna di scavi per riportare alla luce le ossa.

Nel frattempo, un secolo dopo la primissima citazione di Valentino del Martirologio, nella Passione di Maris, Marta, Audiface e Abacuc è raccontata la storia di un prete di Roma che guarisce dalla cecità la figlia del principe Asterio e battezza lei, il padre e tutti i membri della famiglia, trovando la morte il 14 febbraio sulla via Flaminia, durante l’impero di Claudio II, e cioè tra il 268 e il 270.

E domenica 12 febbraio nella cattedrale di Terni si è tenuta la festa diocesana di San Valentino, con il solenne pontificale presieduto da mons. Francesco Antonio Soddu, concelebrato dai vicari foranei ed episcopali, alla presenza del sindaco Leonardo Latini, del prefetto Giovanni Bruno, della presidente delle Regione Umbria Donatella Tesei, della presidente della Provincia di Terni Laura Pernazza, del questore Bruno Failla, delle autorità militari, regionali dell’Umbria, dei sindaci dei Comuni del comprensorio diocesano, del presidente dell’Acciai Speciali Terni cav. Giovanni Arvedi, dei rappresentanti delle associazioni e movimenti della Diocesi, dei rappresentanti del mondo del lavoro, della scuola.

Il vescovo di Terni ha incentrato l’omelia sulle beatitudini: “Le beatitudini, con il contenuto esplicativo che segue, costituiscono il cosiddetto Grande Discorso della Montagna. San Matteo presenta Gesù come il nuovo Mosè che dal monte, luogo dell’incontro con Dio, consegna la nuova Legge, cioè il dono di Dio e la modalità su come vivere il rapporto autentico e radicale col Signore.

Gesù delinea il nuovo percorso di vita dato dalle Beatitudini e, di volta in volta, mette a confronto le due realtà con le parole: ‘avete inteso che fu detto…ma io vi dico’. A prima vista potrebbe sembrare una sorta di contrapposizione tra legge Antica e legge nuova, tra Antico Testamento e Nuovo testamento”.

Le beatitudini sono un invito a vivere la ‘novità’ di Dio: “Siamo chiamati a vivere la perenne novità di Dio che è l’amore; amore che dà, edifica, trasmette e genera la vera gioia. Se le indicazioni sulla vita cristiana (un tempo si chiamavano i precetti) dovessero pur essere osservati ma senza l’anima dell’amore, rimarrebbero confinati entro gli argini delle fredde prescrizioni del lecito e del non lecito. Se invece sono vissuti entro il parametro dell’amore, i rapporti interpersonali sono gestiti senza barriere entro gli spazi sconfinati del bene assoluto.

A tale proposito s. Agostino ci ha lasciato la sua bella testimonianza nell’affermazione: ‘Ama e fai quel che ti pare’ che, lungi dal giustificare tutto ciò che balena nella mente degli individui, intende invece rapportare ogni atteggiamento all’espressione più alta dell’amore di Dio per noi, ossia suo Figlio crocifisso”.

Ed i Santi sono segnali per avvicinarsi a Dio: “La figura dei santi sono per noi un tramite per poterci avvicinare alla fonte stessa dell’amore, e s. Valentino così come noi lo conosciamo -il santo dell’amore- non può che esserci di aiuto, modello e sostegno, affinché riusciamo ad interiorizzare nella nostra la vita stessa di Gesù.

Anche oggi abbiamo davanti ai nostri occhi esempi più o meno validi ed accoglibili di comportamento, come per esempio avviene nei Paesi in cui i diritti fondamentali sono tenuti in debita considerazione; leggi e norme che regolano il comune vivere e danno la possibilità a ciascuno di coabitare in armonia e di esercitare la propria libertà all’interno e nel rispetto di quella altrui”.

Il santo ternano presenta la sapienza della gioia di Dio: “Il nostro san Valentino ci presenta ed offre la sapienza stessa di Dio. Come se fosse metallo prezioso, necessita d’essere identificata, riconosciuta ed estratta dalla ricca miniera dei Divini tesori.

Ci presenta anche il metodo da adoperare, o se vogliamo, una sorta di strumento da utilizzare al fine di potervi accedere; si tratta dello Spirito Santo, che è lo Spirito dell’amore… Carissimi fratelli e sorelle, san Valentino, ha saputo mettere la sua vita nelle mani dello Spirito Santo e in tal modo è diventato egli stesso strumento vivo del medesimo Spirito”.

Concludendo l’omelia mons. Soddu ha chiesto l’intercessione per la città: “Sia punto di riferimento per i giovani, affinché possano vedere in lui un modello fermo, granitico direi, per l’edificazione di una vita improntata a coerenza, maturità e amore sincero. Sia di sostegno per le famiglie, affinché possano edificarsi con il vicendevole dono della reciproca assistenza, pazienza e anche sopportazione, alimentate sempre dall’evangelico nutrimento dell’amore.

Sia di sostegno per quanti soffrono nel corpo e nello spirito, affinché la loro vita sia sempre corroborata dall’esempio della sua esistenza donata per amore del Signore. Sia vicino, attraverso la nostra solidarietà, a quanti vivono l’incertezza del domani a causa della inattività o la perdita del lavoro. Sia di esempio, sostegno e forza per ogni singola persona della nostra città, della nostra Diocesi e della nostra Regione, affinché mai perdiamo il senso cristiano della vita, ma sappiamo spenderla sapientemente per l’edificazione vicendevole.

La doverosa attenzione al nostro territorio non allontani mai il nostro cuore dalle afflizioni di quanti soffrono a causa della guerra, del terremoto e delle catastrofi naturali. Attingendo alle sorgenti del vero amore, cioè a Dio stesso, sull’esempio di san Valentino abbiamo la possibilità reale di accedere ed accogliere il sommo dono della vita data a ciascuno, così da poterla condividere nella ricerca continua e incessante della giustizia e della pace”.

Al termine della processione il presidente diocesano dell’Azione Cattolica, prof. Luca Diotallevi, ha pregato con queste parole: “O Padre, donaci di comprendere ciò che Simeone comprese: Gesù è parola che guida alla pace; donaci l’intelligenza di Paolo: Gesù fece la pace operando la riconciliazione nella sua stessa carne;

donaci di discernere i malfattori che praticano l’oppressione e la chiamano pace, donaci la speranza e poi la prudenza, la tenacia, il coraggio, la forza, la disponibilità al sacrificio, la magnanimità che ci fanno ogni giorno operatori di giustizia e di pace.

O Padre, aiutaci a riconoscere in ogni briciolo di pace la gioia della vita vera e di un cuore libero da turbamenti; aiutaci a comprendere che c’è altra vita prima di questa nostra vita e che nel mondo che verrà c’è vita di cui questa vita è inizio e sacramento; aiutaci a comprendere che la vita viene dall’amore e che ogni vita viene da un amore;

O Padre, rinnova la tua amicizia con noi sicché conosciamo di nuovo che l’amore vero genera libertà e che la libertà si avvera nell’amore; conduci il nostro cammino sulle vie della carità individuale ed anche su quelle della carità istituzionale; o Padre, tu sei l’amore, tu sei amore: amore di padre che libera, amore di amico che condivide, amore che sorprende, sovverte e rinnova.

Signore, nel tuo Figlio, secondo il tuo Spirito e per l’intercessione del santo vescovo Valentino, ti preghiamo: concedici segni della pace; aiutaci a riconoscere la pace vera; alimenta in noi il coraggio di lottare sempre e la forza di non odiare mai.

Signore, grazie, per questa vita, perché potevamo non esserci e invece ci siamo e perché, per il tuo amore, siamo destinati ad una gioia che non passerà più; grazie per averci rivelato l’origine della vita; grazie perché incontrare te è scoprire una vita che abbonda: che supera ogni nostra attesa e ogni nostro peccato.

Signore, apri il nostro cuore e la nostra mente all’amore che accoglie ogni vita e tutte le vite, all’amore che ama ciascuna differenza e soccorre tutte le fragilità, e perdonaci per ogni volta che abbiamo tollerato che qualcuno restasse solo;

Signore, liberarci dal bisogno di giudicare gli amori e concedi ad ogni persona di accogliere e di vivere sempre più a fondo la verità esigente, infinita e gioiosa dell’amore; Signore, liberaci dall’orgoglio di una libertà padrona dell’amore e dona a noi di credere all’amore come verità della libertà.

Dio nostro, ‘tu che ci hai fatto uscire in spazi di libertà, tu che ci hai liberato perché ci vuoi bene’ fa che quando non ce la facciamo ad amare, accettiamo almeno di lasciarci amare”.

E nel giorno della festa mons. Soddu ha sottolineato l’amore di san Valentino per la città: “Egli conosce, cioè ama, il suo gregge. Carissimi fratelli e sorelle, chiediamo al Signore Gesù che per intercessione del nostro amato san Valentino, i nostri rapporti interpersonali, la conoscenza reciproca che cerchiamo di tessere quotidianamente siano improntate alla edificazione di veri percorsi di rispetto e di amore.

La città di Terni possa avere scritto nel cuore di ciascuno dei suoi abitanti, ossia nella propria condotta di vita, “città dell’amore”, ossia di ciò che san Paolo delinea con il termine specifico proprio dell’amore/Carità, che richiama e si identifica con la realtà sublime di Dio.

Questa non può essere vinta da niente e da nessuno e pertanto non può che essere sia il fondamento come anche la forza propulsiva per un futuro pieno di speranza. Così come ben rappresentato dalla tela che sovrasta l’altare di questa basilica, insieme a san Valentino affidiamo a Maria Santissima la nostra città.

Lei la madre di Gesù ci offrirà il suo Figlio, prendiamolo tra le nostre braccia il signore Gesù e ci accorgeremo di accogliere il frutto dell’amore della Santissima Trinità. Ci troveremo quindi in compagnia di san Valentino a percorrere le strade della nostra vita con quella speciale benedizione che mai si esaurisce perché ha in Dio il suo inizio e in lui il suo compimento”.

(Foto: Diocesi di Terni-Narni-Amelia)

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