Papa Francesco: l’armonia richiede educazione relazionale

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“E’ la prima volta che incontro una rappresentativa di questo sport, che prevede le prove di scherma, nuoto, equitazione, tiro a segno e corsa. Una disciplina molto antica, che è stata modificata in epoca moderna secondo questa modalità. L’atleta deve dare il meglio di sé in cinque sport molto diversi tra loro, che richiedono doti ed esercizi differenti. Di conseguenza emerge la fisionomia di un atleta poliedrico, versatile, che sviluppa vari aspetti del corpo e della mente”: con queste parole papa Francesco riceve ancora una volta una squadra di atleti.

Questa volta sono gli atleti di pentathlon, sport che richiede una particolare preparazione: “Questa caratteristica del pentathlon moltiplica, per così dire, la funzione educativa dello sport. Direi che non è solo una somma, ma una moltiplicazione, perché il pentatleta non è un robot che deve eseguire alla perfezione una serie di prestazioni, è una persona, e dunque l’operazione è molto più complessa. Non si deve aggiungere una cosa all’altra, si deve armonizzare tutto: per questo è complesso”.

Proprio nell’armonizzare i movimenti consiste il metodo educativo relazionale: “E proprio qui sta la valenza educativa, perché nella vita noi siamo chiamati ad agire così, mettendo in atto diverse dimensioni di noi stessi, a seconda dei contesti, delle relazioni, dei momenti, e così via. Se ad esempio sei un genio matematico ma non sai fare altro, avrai problemi nella vita. E così per ogni cosa: l’eccellenza va bene, ma la qualità della vita non dipende da quella, dipende da una buona media nelle diverse situazioni, cioè da un equilibrio, meglio, da un’armonia delle diverse dimensioni”.

A questo punto il papa ha sottolineato che lo sport forma la personalità: “Anche qui emerge il valore del poliedro, di una personalità poliedrica, che presuppone una forte unità, un centro solido, una grande coerenza e, nello stesso tempo, la capacità di cambiare, di adattarsi, di avere tante fasi, di spostarsi… Una stabilità nella versatilità. E questo è un valore, un valore che segna un po’ la maturità delle persone. Una stabilità nella versatilità: sa muoversi e ha stabilità”.

Per questo lo sport aiuta nella vita: “Ma lo sport ci può aiutare, ci aiuta, perché ci insegna che con la pazienza, con l’esercizio, con la creatività e la perseveranza si può migliorare, si possono raggiungere traguardi che sembravano impensabili.

E questo avviene attraverso una dimensione che sta al di sotto di tutte le altre e le anima tutte, che è la dimensione spirituale. In effetti, la capacità ludica è una dimensione spirituale. Non mi riferisco a quella psicologica, che pure è decisiva, ma proprio a quella spirituale, cioè alla nostra relazione con il senso del vivere, del nostro essere e delle nostre relazioni. E la capacità ludica aiuta questa dimensione spirituale, anzi, si radica in quella per essere matura e forte”.

Mentre ai partecipanti al Forum dei Popoli Indigeni il papa ha detto che le loro culture è un alleato fondamentale nella lotta al cambiamento climatico: “Purtroppo assistiamo a una crisi sociale e ambientale senza precedenti. Se vogliamo veramente prenderci cura della nostra casa comune e migliorare il pianeta in cui viviamo, sono indispensabili profondi cambiamenti negli stili di vita, sono imprescindibili modelli di produzione e di consumo.

Dovremmo ascoltare di più le popolazioni indigene e imparare dal loro modo di vivere per capire correttamente che non possiamo continuare a divorare avidamente le risorse naturali, perché ‘la terra ci è stata affidata perché possa essere per noi madre, la madre terra, capace di dare il necessario a ciascuno per vivere’. Il contributo delle popolazioni indigene è quindi fondamentale nella lotta contro il cambiamento climatico. E questo è scientificamente provato”.

Il cambiamento climatico necessita di azioni condotte congiuntamente: “Oggi più che mai sono molti quelli che reclamano un processo di riconversione delle consolidate strutture di potere che governano la società, nella cultura occidentale e, allo stesso tempo, trasformino i rapporti storici segnati dal colonialismo, dall’esclusione e dalla discriminazione, dando vita a un rinnovato dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il nostro futuro sul pianeta.

Abbiamo urgente bisogno di azioni congiunte, frutto di una collaborazione leale e costante, perché la sfida ambientale che stiamo vivendo e le sue radici umane hanno un impatto su ciascuno di noi. Un impatto non solo fisico, ma psicologico e culturale”.

E si è soffermato su due parole fondamentali, che sono il ‘vivere bene’ ed in ‘armonia’: “Vivere bene non è il ‘dolce far niente’, la ‘dolce vita’ della borghesia distillata. No no. E’ vivere in armonia con la natura, saper cercare, non tanto l’equilibrio, ma piuttosto l’armonia, che è superiore all’equilibrio. L’equilibrio può essere funzionale; l’armonia non è mai funzionale, è sovrana in se stessa.

Sapersi muovere in armonia, questo è ciò che ci dà la saggezza che chiamiamo vivere bene: Armonia tra una persona e la sua comunità; l’armonia tra una persona e l’ambiente; l’armonia tra una persona e tutta la creazione”.

(Foto: Santa Sede)

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