Il prof. Francesco Trombetta racconta Biagio Conte

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Biagio Conte, il giovane ricco che ha dedicato la sua vita ai poveri di tutto il mondo nella Missione ‘Speranza e Carità’, fondata a Palermo negli anni ‘90: la duplice natura giuridico-apostolica dell’Associazione di fedeli laici. Testo dedicato, dal prof. Francesco Trombetta, tutor insieme alla moglie Marcella, del gruppo diocesano ‘Il buon Pastore’ (https://pastoralefamiliare.chiesadipalermo.it/wordpress6/il-buon-pastore/), amico e ‘global supporter’ dagli anni ‘90 del ‘San Francesco del terzo millennio’ (https://www.facebook.com/groups/1793231040908299/).

Ritengo sommessamente che l’Associazione  di fedeli laici ‘Speranza e Carità’ di Palermo, creata dal mio amico di sempre negli anni ‘90, ritornato alla Casa del Padre il 12 Gennaio 2023, missionario laico fratello Biagio Conte, possa diventare una ‘Società di vita apostolica’, regolata dal Diritto canonico, dal Diritto civile, dal Diritto tributario e, sul piano teologico, dai seguenti Documenti del Magistero  della Chiesa cattolica.

Pertanto, in memoria di Biagio, che ci guarda dal cielo, desidero effettuare, prodromicamente  sul piano evangelico, una sintetica ricognizione giuridico-pastorale-teologica (integrata dalla successiva disamina civilistica e tributaria della “’ONLUS’ del mio ex studente, ministrante, laureato in Giurisprudenza alla LUMSA, dove si studiano anche discipline teologiche, il 7 Dicembre 2022, Dott. Giuseppe Di Giacinto con la votazione di 110/110 e la lode, con una brillante tesi, con menzione accademica, sui poteri amministrativi) sui principi vigenti in materia di  ‘Associazioni dei fedeli’ (Cann. 298 – 329 CIC).

Ho apprezzato molto questa pericope evangelica (che, oltre a farci comprendere chi sono i ‘fedeli’ di Cristo, rispecchia il significato cristiano  della ‘ricchezza’ alla quale ha rinunciato Biagio, figlio di… ‘Maria e Giuseppe’, da me conosciuti negli anni ‘90, il padre imprenditore edile mi disse che avrebbe avuto bisogno di lui in quanto aveva altra figlia, di nome… ‘Grazia’), commentata da un sacerdote di cui con mia moglie Marcella abbiamo ascoltato la catechesi in Cattedrale, durante i nostri Corsi accademici al Centro diocesano ‘San Luca Evangelista’ di Palermo (ordinario per 3 anni, con 27 discipline, esami e conseguimento  del relativo Titolo, di approfondimento su specifiche materie per 2 anni, 2013-2018): ‘La libertà che il giovane ricco non ha capito’ (Luca 18,18-30), pubblicata su ‘Avvenire’ l’ 8/10/2015 dal Rev.mo Padre Ermes Ronchi :

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».

Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!» (…) Un tale corre incontro al Signore. Corre, con un gesto bello, pieno di slancio e desiderio. Ha grandi domande e grandi attese. Vuole sapere se è vita o no la sua. E alla fine se ne andrà spento e deluso. Triste, perché ha un sogno ma non il coraggio di trasformarlo in realtà. Che cosa ha cambiato tutto? Le parole di Gesù: Vendi quello che hai, dallo ai poveri, e poi vieni. I veri beni, il vero tesoro non sono le cose ma le persone.

Per arrivarci, il percorso passa per i comandamenti, che sono i guardiani, gli angeli custodi della vita: non uccidere, non tradire, non rubare. Ma tutto questo l’ho sempre fatto. Eppure non mi basta. Che cosa mi manca ancora? Il ricco vive la beatitudine degli insoddisfatti, cui manca sempre qualcosa, e per questo possono diventare cercatori di tesori. Allora Gesù guardandolo, lo amò. Lo ama per quell’eppure, per quella inquietudine che apre futuro e che ci fa creature di domanda e di ricerca.Una cosa ti manca, và, vendi, dona.…

Possiamo notare che quell’uomo non ha un nome, è un tale, di cui sappiamo solo che è molto ricco. Il denaro si è mangiato il suo nome, per tutti è semplicemente il giovane ricco. Nel Vangelo altri ricchi hanno incontrato Gesù: Zaccheo, Levi, Lazzaro, Susanna, Giovanna. E hanno un nome perché il denaro non era la loro identità. Che cosa hanno fatto di diverso questi, che Gesù amava, cui si appoggiava con i dodici? Hanno smesso di cercare sicurezza nel denaro e l’hanno impiegato per accrescere la vita attorno a sé.

È questo che Gesù intende: tutto ciò che hai dallo ai poveri! Più ancora che la povertà, la condivisione. Più della sobrietà, la solidarietà. Il problema è che Dio ci ha dato le cose per servircene e gli uomini per amarli. E noi abbiamo amato le cose e ci siamo serviti degli uomini…

Quello che Gesù propone non è tanto un uomo spoglio di tutto, quanto un uomo libero e pieno di relazioni. Libero, e con cento legami. Come nella risposta a Pietro: Signore, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito, cosa avremo in cambio? Avrai in cambio una vita moltiplicata. Che si riempie di volti: avrai cento fratelli e sorelle e madri e figli…

Seguire Cristo non è un discorso di sacrifici, ma di moltiplicazione: lasciare tutto ma per avere tutto. Il Vangelo chiede la rinuncia, ma solo di ciò che è zavorra che impedisce il volo. Messaggio attualissimo: la scoperta che il vivere semplice e sobrio spalanca possibilità inimmaginabili. Allora capiamo che Dio è gioia, libertà e pienezza, che «il Regno verrà con il fiorire della vita in tutte le sue forme» (Vannucci). Che ogni discepolo può dire: «con gli occhi nel sole/ a ogni alba io so/ che rinunciare per te/ è uguale a fiorire» (Marcolini).

Prima di esaminare gli aspetti ordinamentali di competenza ecclesiastica, evidenzio che la Missione (le cui foto ed immagini, qui l’inaugurazione della sede di Via Decollati  per la quale grazie a Dio ho potuto contribuire fattivamente, sono importanti per comprendere meglio la realtà ivi esistente dall’origine, nota oggi a pochi) è stata visitata, com’è noto, da papa Francesco e da papa Benedetto XVI; gli Arcivescovi di Palermo spesso celebravano la S. Messa nelle 3 strutture (nelle quali ho maturato delle esperienze di vita memorabili),  Cardinale S. Pappalardo, Cardinale S. De Giorgi (nella foto), Cardinale Paolo Romeo; durante la S. Messa del 12 Gennaio 2023 Mons. Corrado Lorefice ‘ha affidato Biagio a Dio’, menzionando le opere di carità realizzate dall’Associazione da Lui creata:

ANNUNCIO PUBBLICATO DALLA ‘MISSIONE’: PER CHI PUO’ DONATE QUELLO CHE POTETE alla Missione Speranza e Carità di Biagio Conte. La donazione è diretta senza alcuna mediazione: Conto Corrente Postale 17378902; Conto Corrente Bancario Banca Unicredit IBAN: IT 93 D 02008 04694 000300338107 COD. BIC. BSICITR1277; Banco Prossima IBAN: IT 15D0335901600100000009424. Causale: Fondo solidale della Speranza e della Carità

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