Dall’Europa un Sinodo per riscoprire il Crocifisso

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Con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Jan Graubner domenica scorsa si è aperta a Praga l’assemblea continentale del Sinodo alla presenza di circa 200 delegati, che discuteranno sul tema ‘Allarga lo spazio della tua tenda’, a cui si uniscono altri 390 delegati online:

“Dai risultati si evince che abbiamo raccolto tutto ciò che opprime o ferisce molte persone, ciò di cui hanno bisogno e che desiderano all’interno della comunità della Chiesa, ciò che vorrebbero cambiare. Tuttavia, non abbiamo scoperto il sensus fidei dei fedeli. Si vede che molte persone, pur attive nella Chiesa, non conoscono né la Bibbia né gli insegnamenti della Chiesa, e ciò non depone proprio a favore del nostro operato”.

Nell’omelia mons. Graubner ha sottolineato la necessità di riscoprire il crocifisso: “Se vogliamo sperimentare la vicinanza del Regno dei Cieli, dobbiamo iniziare a pensare in modo diverso e riscoprire il Crocifisso come nostro ideale. Senza di lui, la Chiesa non può esistere, né può essere rinnovata… Dio richiede un cambiamento nel pensare e nell’agire: atti d’amore disinteressati a favore dei bisognosi. Solo allora la luce arriverà a voi”.

E’ un appello vibrante quello della Parola di Dio: “Trovate il coraggio di uscire dalle vostre tenebre e di prendere una nuova decisione a favore del Cristo crocifisso, di liberarvi e di uscire dalla prigione del vostro io, di spostare l’epicentro del vostro pensiero da voi stessi al TU di Dio, di non cercare la sapienza umana ma la stoltezza della croce, di uscire dalla nostra mentalità chiusa europea e di costruire una società del benessere che sia, generosamente con amore sincero, al servizio dei più poveri del mondo, compresi coloro che soffrono in Ucraina e nell’Africa povera”.

Per questo ha chiesto di avere compassione dei bambini: “Abbiate pietà dei bambini a cui nessuno ha insegnato ad amare il Signore Gesù. Solo allora la luce splenderà su di noi, solo allora Cristo stesso splenderà in noi, e allora attirerà a sé le giovani generazioni e interi popoli. Se non offriamo loro un incontro con il Dio vivente in noi e tra di noi, non abbiamo nulla da offrire loro. Solo Dio può ispirarli e attirarli a Sé. Portiamo Dio a loro!”

Introducendo i lavori Mauricio López Oropeza, coordinatore della Task Force per la Tappa Continentale della Segreteria del Sinodo, ha spiegato la metodologia di questa sessione continentale:

“Per questa fase, e come strumento di discernimento, le Assemblee Continentali sono state incoraggiate a declinare questi incontri seguendo il metodo della conversazione spirituale, adattato alla realtà e alle specificità di ogni luogo, metodo che è stato riconosciuto durante il primo anno di consultazione essere un importante aiuto per facilitare il coinvolgimento di tutti nel discernimento.

In particolare, vanno valorizzate le sue tre fasi: la presa di parola da parte di ogni partecipante (mentre gli altri ascoltano!), la risonanza dell’ascolto di tutto ciò che è stato detto nel gruppo per aiutarsi a vicenda a udire la voce dello Spirito, e il discernimento dei frutti da parte del gruppo per trovare il terreno o le prospettive comuni”.

Nell’apertura dei lavoro sinodali il teologo mons. Tòmas Halik  ha ricordato che compito del Sinodo è ‘ricordare’: “E’ essere richiamati a ricordare, è ravvivare e approfondire il carattere dinamico del Cristianesimo. In principio il Cristianesimo fu la via e deve essere la via ora e per sempre.

Così fu all’inizio, così deve essere ora e per sempre. La Chiesa come comunione di pellegrini è un organismo vivente, il che significa essere sempre aperta, in trasformazione e in evoluzione. La sinodalità, un cammino comune (syn hodos), significa una costante apertura allo Spirito di Dio, attraverso il quale Cristo vivente e risorto, vive e opera nella Chiesa. Il sinodo è un’opportunità per ascoltare insieme ciò che lo Spirito sta dicendo alle chiese oggi”.

Eppoi ha sottolineato che la Chiesa è un ‘mistero’: “Crediamo e confessiamo che la Chiesa è un mistero, un sacramento, un segno (signum) – un segno dell’unità di tutta l’umanità in Cristo. La Chiesa è un sacramento dinamico, è una via verso quella meta.

L’unificazione totale è una meta escatologica che può essere pienamente raggiunta solo alla fine della storia. Solo allora la Chiesa sarà completamente e perfettamente una, santa, cattolica e apostolica. Solo allora vedremo e rispecchieremo pienamente Dio, così come Egli è.

Il compito della Chiesa è quello di mantenere sempre presente nei cuori umani il desiderio di questa meta e, allo stesso tempo, di resistere alla tentazione di considerare definitiva e perfetta qualsiasi forma della Chiesa, qualsiasi stato della società e qualsiasi stato della conoscenza religiosa, filosofica o scientifica”.

Mentre il ‘compito’ della Chiesa è la missione: “La missione nel mondo di oggi non può essere la ‘reconquista’, un’espressione di nostalgia per un passato perduto, o il proselitismo, la manipolazione, un tentativo di spingere chi è in cerca entro i confini mentali e istituzionali esistenti della Chiesa. Piuttosto, questi confini devono essere ampliati e arricchiti proprio dalle esperienze compiute da quanti si mettono alla ricerca”.

Per questo la sinodalità è dialogo: “Se prendiamo sul serio il principio della sinodalità, allora la missione non può essere intesa come un processo unilaterale, ma piuttosto come un accompagnamento in uno spirito di dialogo, una ricerca di comprensione reciproca. La sinodalità è un processo di apprendimento in cui non solo insegniamo ma anche impariamo”.

La Chiesa si è manifestata nella Resurrezione: “L’esperienza pasquale della Chiesa nascente racchiude la sorpresa che la Risurrezione non è una risuscitazione del passato, ma una trasformazione radicale.

Teniamo conto che anche gli occhi di quanti gli furono più vicini e più cari non riconobbero Cristo Risorto. Maria Maddalena lo riconobbe dalla sua voce, Tommaso dalle sue ferite, i pellegrini di Emmaus allo spezzare del pane. Ancora oggi, una parte importante dell’esistenza cristiana è l’avventura della ricerca del Cristo Vivente, che si presenta a noi in molte forme sorprendenti, a volte anonime.

Arriva attraverso la porta chiusa della paura; sentiamo la sua mancanza quando ci rinchiudiamo nella paura. Viene a noi come voce che parla al nostro cuore; non ce ne accorgiamo se ci lasciamo assordare dal rumore delle ideologie e della pubblicità commerciale”.

Compito della Chiesa è l’annuncio del Vangelo: “La Chiesa partecipa alla trasformazione del mondo soprattutto attraverso l’evangelizzazione, che è la sua missione principale.

La fecondità dell’evangelizzazione sta nell’inculturazione, l’incarnazione della fede in una cultura viva, nel modo in cui la gente pensa e vive. Il seme della parola deve essere piantato in un buon terreno alla giusta profondità. L’evangelizzazione senza inculturazione è un mero indottrinamento superficiale”.  

E’ un invito ad essere ‘pescatori di uomini’: “Gesù ci dice la stessa cosa che disse ai pescatori esausti: provate di nuovo,andate al largo, nelle acque profonde. Riprovare non significa ripetere i vecchi errori. Ci vuole perseveranza e coraggio per abbandonare i fondali bassi ed andare in acque profonde.

‘Perché avete paura – non avete fede?’, Gesù dice in tutte le tempeste e le crisi. La fede è un viaggio coraggioso verso il profondo, un viaggio di trasformazione (metanoia) della Chiesa e del mondo, un viaggio comune (syn-hodos) di sinodalità.

E’ un viaggio dalla paura paralizzante (paranoia) alla metanoia e alla pronoia, alla lungimiranza, alla prudenza, al discernimento, all’apertura al futuro e alla ricettività alle sfide di Dio nei segni dei tempi. Che il nostro incontro a Praga sia un passo coraggioso e benedetto in questo lungo e impegnativo cammino”.

(Foto: CCEE)

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