V Domenica del tempo ordinario: voi siete la luce del mondo

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E’ un avvertimento che ci proviene da Cristo Gesù: ‘Voi siete luce del mondo; voi siete sale della terra’. Il brano del vangelo si collega al ‘Discorso della Montagna’ o delle beatitudini: Gesù non solo parla a noi, ma parla di noi: quella che deve essere la missione del cristiano, il suo ruolo nel mondo.

Gesù è luce del mondo: una luce infinita, inaccessibile; ma questa luce, quando arriva a noi, come in un prisma di cristallo, viene scomposta in varie tonalità di colori, creando la bellezza dell’universo, la varietà dei suoi elementi  tutti buoni perché attingono all’infinita luce divina, che dà senso e valore alla miriade degli esseri.

Non è un elemento che imita l’altro, ma tutti attingiamo all’Essere divino, alla somma Sapienza e al primo Amore. Da qui l’universo chiamato ad essere un magnifico caleidoscopico. Gesù dice categoricamente: voi siete il sale, voi siete la luce.

E’ una affermazione categorica che evidenzia la vera identità del Cristiano. Se siamo ‘sale’, riusciamo a dare  ai vari elementi del cosmo il sapore di Cristo ?;  ci sforziamo di testimoniare con la nostra vita in mezzo ai fratelli la bontà misericordiosa di Cristo creatore e padre?

Il cristianesimo è amore: come cristiani, ciascuno facendo leva sui carismi e talenti ricevuti, è chiamato a testimoniare l’amore di Dio in casa, nel lavoro, nell’assemblea del popolo di Dio. E’ il momento di un serio esame di coscienza, altrimenti vanifichiamo la nostra missione nel mondo.

Essere ‘sale’: il sale dà il sapore (senza sale il cibo è scipito); il comportamento di chi crede deve essere consone con il ruolo che ciascuno è chiamato a svolgere. E’ un esame non generico ma specifico; va fatto da persona a persona: tu, uomo politico, tu industriale, tu operaio, tu docente, tu sacerdote , tu padre o madre, tu figlio o figlia; Se riscontri una falla, è necessario intervenire e riparare. Diceva l’apostolo Paolo: ‘Bisogna ritenere di non sapere altro se non Cristo crocifisso e risorto’.

Tu sei ‘luce del mondo’: non si accende una luce per metterla sotto il banco ma in un posto alto per illuminare quanti si avvicinano. Quando si battezza una persona si accende il ‘cero pasquale’ ad indicare Cristo Gesù che è Luce; il cristiano deve camminare alla luce di Cristo. Dio ci ha conferito due lucerne: la coscienza e la fede. La coscienza è la voce di Dio in noi che ci loda, se si compie il bene, ci richiama (il rimorso della coscienza) quando operiamo il male.

Tutti siamo chiamati a vivere conforme alla nostra coscienza: quella voce che richiama Caino, dopo avere ucciso il fratello Abele. Caino fugge, ma la voce si fa sempre più impellente: Caino, dov’è tuo fratello Abele?, cosa hai fatto ? Caino fugge ma la voce lo insegue sino a quando è costretto a dare una risposta chiara. 

La seconda luce è la ‘fede’: una virtù teologale, dono di Dio che parla di amore. Nel Battesimo lo Spirito Santo ci conferisce la fede come un seme che deve crescere, chiarire, illuminare, additare ciò che è buono e gradito al Signore Gesù. Essere ‘luce’ significa ‘amare’: la fede ci fa vedere tutto in chiave di amore: ‘Ascolta, Israele, amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore … amerai il prossimo tuo come te stesso’.

Sei luce, se ami; tu vivi da figlio di Dio, se in ogni uomo (piccolo o grande) sai vedere un fratello o una sorella. Vero cristiano non è chi rimane chiuso nella sacrestia, ma quando esci allo scoperto e il ‘mio pane’ diventa ‘pane nostro’ perché condiviso e non possesso geloso; puoi invocare Dio ‘Padre nostro’ se ti riscopri fratello e sorella in mezzo al mondo, se in ogni uomo scopri un figlio di Dio.  Sei ‘luce’ quando illumini gli altri e questa luce ti permette di scoprire meglio te stesso.

Il Vangelo, Parola di Dio, è proprio questa luce che deve illuminare la tua mente, riscaldare il tuo cuore, testimoniare la sua presenza non a parole ma con le opere. L’uomo lontano dal Vangelo, lontano da Cristo, è colui che vive e si fa dominare solo dall’egoismo, dall’orgoglio, dalla superbia. Chi è vero amico di Gesù, ama! Ma ‘amare’ è servire, condividere, comunione. La logica di Dio è solo la logica dell’amore, ma amore concreto che comunica il sapore del divino che c’è in Lui e in noi.

Gesù si esprime assai chiaramente: ‘Se il sale non dà sapore non serve a nulla’ e l’agire dell’uomo diventa scipito ed insignificante. Siete luce: se la luce non illumina è come una lampadina fulminata da buttare nella spazzatura.

E’ certo una missione difficile essere luce del mondo e sale della terra; è difficile realizzare tale missione perché siamo deboli e fragili; siamo sempre coscienti  dei nostri limiti e deficienze, ma, ancorati a Cristo, luce viva, e nutriti dell’Eucaristia, pane di vita, si riacquistano forze e vivacità.

Gesù dice infatti: ‘Siete stanchi, affaticati, oppressi?, venite a me e vi ristorerò’. Ecco la necessità della Messa domenicale: acquistare forza e vivacità per vivere la nostra missione, per superare la nostra povertà esistenziale.

Anche Paolo apostolo era cosciente dei suoi limiti, della sua debolezza ma ciò non lo rese mai pigro ma sempre uomo d’avanguardia nel nome di Cristo Gesù. Allora, scrive il profeta Isaia: ‘Lo invocherai e il Signore ti risponderà’.

Tu sei luce, tu sei sale non per te ma per gli altri; sei vero cristiano se impari a spezzare il pane con l’affamato, a dare da bere all’assetato; un vestito a chi è ignudo, un sorriso e un abbraccio a chi ha bisogno di aiuto. La Vergine Santissima, Madre della grazia, interceda per me, per te, per il mondo intero.  

(Foto: Ancoraonline)   

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