Dalla Cei un invito ad essere ‘minoranza creativa’

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Nella conclusione della sessione invernale del Consiglio permanente della Cei i vescovi hanno sottolineato che occorre rispondere alle istanze del tempo presente con creatività e con un impegno rinnovato di presenza nella società, senza paura di esprimersi, ma mostrando unità e favorendo la discussione sui temi cruciali per la vita delle persone, ispirati unicamente dal Vangelo:

“Il contributo della Chiesa alla società di oggi in termini di proposta, azione pastorale e capacità di tessere relazioni con il mondo civile è stato il perno della riflessione del Consiglio Episcopale Permanente, che si è svolto dal 23 al 25 gennaio a Roma, sotto la guida del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI”.

I vescovi si sono soffermati sui temi presentati nella relazione introduttiva del primo giorno ed, in particolare, su quello della ‘minoranza creativa’ (per usare un’espressione di papa Benedetto XVI) e della sua connessione con la visione di ‘Chiesa di popolo’ suggerita da papa Francesco: “Se il termine ‘minoranza’ mette in rilievo un dato incontrovertibile, l’aggettivo ‘creativa’ apre a nuove possibilità di presenza e di impegno”.

E’ la creatività che dà libertà al pensiero: “La creatività, infatti, implica la libertà di parlare con coraggio, con voce profetica ispirata dal Vangelo, con una prospettiva missionaria e ripensando anche le strutture ecclesiali. Non si tratta di inventare strategie, ma di essere lievito che fermenta la massa; non di fare proseliti, ma di investire nella formazione, aiutando le persone e le Istituzioni a riflettere e a dialogare.

Per questo, occorre coniugare la creatività con l’unità: davanti alla frammentazione e alle lacerazioni che rischiano di sfilacciare il tessuto sociale, la Chiesa è chiamata ad essere un segno di unità al suo interno e nel Paese. Solo così sarà possibile rispondere alle sfide attuali, soprattutto a quelle riguardanti la scuola, la salute, il lavoro e lo sviluppo”.

Ed a tale creatività si congiunge l’educazione per intercettare “le domande di senso e che, come ha ricordato il Cardinale Presidente, rappresentano il ‘laboratorio del futuro di un Paese, in cui si prepara il domani e dove vanno investite le energie migliori e le risorse necessarie’. In questo orizzonte, va valorizzato e sostenuto il ruolo delle scuole cattoliche, molte delle quali vivono attualmente situazioni di grande sofferenza”.

Preoccupazione è stata espressa per la situazione italiana, specialmente per il divario che aumenta tra il Nord ed il Sud del Paese: “Il divario tra Nord e Sud, visibile non solo in campo sanitario, si accentua in relazione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), uno strumento che richiede una grande capacità progettuale e che fatica, pertanto, ad essere a servizio di tutti, soprattutto delle regioni del Mezzogiorno”.

Nel guardare alla situazione del Paese, accanto agli aspetti positivi di alcuni recenti provvedimenti legislativi, i vescovi hanno evidenziato la persistenza di vecchie e nuove povertà, sottolineando che il fenomeno migratorio va compreso e trattato con responsabilità perché ‘è una realtà del nostro mondo globale, da non gestire con paura e come un’emergenza, ma come un’opportunità’:

“Nel contesto sociopolitico, la creatività della Chiesa può diventare una chance per l’intero Paese grazie alla capacità di generare non solo la partecipazione ecclesiale, ma anche quella democratica. Per il Consiglio Permanente è fondamentale, a questo proposito, il rilancio del laicato, sia nella sua forma associata che in quella non aggregata, e la valorizzazione dei corpi intermedi”.

Però anche la Chiesa ha la necessità di un percorso di ‘conversione’: “L’esigenza di una Chiesa aperta, coraggiosa e quindi profetica non può prescindere da un percorso di conversione che permetta di approfondire la vita evangelica e appagare così il desiderio di un’autentica spiritualità.

La riduzione della frequenza alla Messa domenicale diventa allora un’esortazione a riflettere sulla liturgia, l’iniziazione cristiana e alcune proposte catechetiche ormai poco funzionali. Anche in questo ambito la creatività si presenta come un ottimo viatico, specialmente se arricchita dalla dimensione della sinodalità”.

Ed infine hanno rivolto un invito alla partecipazione alle Settimane Sociali in svolgimento nel luglio del prossimo anno a Trieste: “Il Paese è chiamato ad affrontare nodi importanti, tra cui la promozione e la difesa di un lavoro degno, la riduzione delle diseguaglianze, la custodia dell’ambiente. Servono, pertanto, ascolto attivo, protagonismo comunitario e responsabilità”.

Secondo i Vescovi, il futuro dell’Italia “richiede persone che si mettano in gioco e collaborino per rigenerare gli spazi di vita, anche i più marginali e affaticati, rinforzando la capacità di scegliere democraticamente e di vivere il potere come un servizio da condividere.

Proprio per favorire la riflessione sulle nuove forme di partecipazione e l’elaborazione di strumenti comuni per costruire e far crescere alleanze, il Consiglio Permanente ha scelto di dedicare la 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia al tema ‘Al cuore della democrazia’.

L’iniziativa si svolgerà dal 3 al 7 luglio 2024 a Trieste, città di frontiera per la presenza di molteplici culture, etnie e confessioni religiose, per i luoghi simbolici che hanno segnato il travagliato percorso del Paese verso la libertà, l’unità e la democrazia, ma anche verso una migliore comprensione del diritto alla salute e dei percorsi di cura”.

Infine, rifacendosi al magistero di papa Francesco i vescovi hanno esortato a promuovere e a sensibilizzare l’attenzione verso il mondo delle carceri: “Viene dunque condiviso un segno della Chiesa in Italia per quanti sono stati privati della loro libertà personale e di incoraggiamento per tutti coloro che operano nelle carceri.

Si tratta di un’occasione da vivere a livello locale per sensibilizzare le comunità cristiane e la società civile verso questi luoghi di periferia, molto spesso emarginati e dimenticati, contribuendo alla promozione di una nuova cultura della giustizia”. La Segreteria Generale della CEI provvederà a preparare del materiale informativo e pastorale per l’animazione.

A sottolineare la necessità di un impegno comune, che coinvolga tutti i cattolici, compresi quelli che abitano in Italia pur provenendo da diversi luoghi del mondo, i Vescovi hanno approvato una modifica nella denominazione: non più “Settimana Sociale dei Cattolici Italiani”, ma “Settimana Sociale dei Cattolici in Italia”.

Particolare importanza è stata riservata al cammino sinodale che a settembre “entrerà nella fase sapienziale, su cui si focalizzerà la 77/ma Assemblea Generale (Roma, 22-25 maggio 2023). L’obiettivo è offrire una mappa di temi emersi e approfonditi nel biennio dell’ascolto, avviandosi così nella seconda fase a discernere il senso di fede espresso nella prima e, su questa base, costruire alcune proposte.

Si tratterà di individuare quei nodi pastorali concreti sui quali portare l’attenzione dell’intero popolo di Dio per comprendere cosa va cambiato per diventare una Chiesa più fedele al Vangelo, più accogliente, più aperta, più prossima, più agile, più missionaria, più familiare, più vicina agli ultimi, più capace di relazioni, più spirituale, più kerygmatica”.

(Foto: Cei)

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