Papa Francesco: lottare per debellare fame e malattia nel mondo

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In un messaggio per il convegno sul morbo di Hansen all’Augustinianum di Roma dal titolo ‘Non lasciare indietro nessuno’ papa Francesco ha sollecitato a non dimenticare la malattia che colpisce ancora in tanti, soprattutto nei luoghi più disagiati, ricordando la 70^ giornata mondiale dei malati di lebbra, istituita nel 1953 da Raul Follereau:

“La lebbra, nota anche come morbo di Hansen, è una delle malattie più antiche della storia umana. Quello che persino la Bibbia, da sola, non basta a ricordarci è che lo stigma legato alla lebbra continua a provocare gravi violazioni dei diritti umani in varie parti del mondo… Non possiamo dimenticare questi nostri fratelli e sorelle. Non dobbiamo ignorare questa malattia, che purtroppo colpisce ancora tanti, specialmente in contesti sociali più disagiati”.

Ed ha invitato a rivedere gli stili di vita: “Dobbiamo allora cogliere l’occasione della Giornata Mondiale dei malati di lebbra per rivedere i nostri modelli di sviluppo e denunciare e cercare di correggere le discriminazioni che essi provocano. Questa è un’occasione propizia per rinnovare il nostro impegno di costruire una società inclusiva, che non lasci nessuno ai margini.

Alla denuncia, infatti, deve accompagnarsi sempre la proposta, come sintesi tra il bene che silenziosamente già esiste e visioni profetiche, capaci di ispirare una carità strutturata e una convivenza più giusta. In questo è prezioso il vostro contributo, lo stimolo e l’aiuto che date alle Chiese locali, perché siano a fianco di chi è scartato e sappiano accompagnare fattivamente processi di inclusione e di sviluppo umano integrale”.

Il messaggio è’ stato una sollecitazione a lottare per la dignità umana: “Dobbiamo chiederci, nello specifico, come collaborare al meglio con le persone affette da lebbra, trattandole pienamente come persone, riconoscendole quali protagoniste principali nella loro lotta per partecipare dei diritti umani fondamentali e vivere come membri a pieno titolo della comunità.

Auspico che questo convegno contribuisca a raccogliere le voci da tutto il mondo e discutere le misure che possono essere adottate per promuovere ulteriormente il rispetto della dignità umana. Esprimo la mia vicinanza a quanti soffrono del morbo di Hansen e incoraggio a continuare a operare perché non manchino loro il sostegno spirituale e l’assistenza sanitaria”.

Mentre, ricevendo i volontari dell’Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione nel Mondo (O.P.A.M.), per i 50 anni della fondazione, papa Francesco ha invitato a combattere l’analfabetismo che è una delle cause dell’arretratezza:

“Avete da poco festeggiato i 50 anni da quando don Carlo Muratore diede vita a questo servizio, perché, nella sua esperienza missionaria, si era reso conto che una parte essenziale dell’evangelizzazione e della promozione umana è l’educazione. Erano gli anni in cui Paolo VI scrisse l’enciclica ‘Populorum progressio’, indicando a chiare lettere lo sviluppo come via della pace. E non può esserci sviluppo umano integrale senza educazione”.

Ed ha ripreso l’appello dell’enciclica sociale di san Paolo VI: “Quando rileggiamo questi grandi documenti pontifici degli anni Sessanta (lo stesso vale per la ‘Pacem in terris’ di san Giovanni XXIII) ci rendiamo conto di quanto siano attuali e di quanto, purtroppo, il loro messaggio non sia stato recepito!

Sì, a parole, molti hanno espresso consensi, ma di fatto il modello di sviluppo non è cambiato, fino ad oggi. Il che significa che, malgrado le tante e generose opere di solidarietà realizzate a livello civile ed ecclesiale, le cause del sottosviluppo non sono state eliminate. Ebbene, il vostro lavoro punta proprio a togliere una delle cause del sottosviluppo, che è proprio l’analfabetismo”.

Richiamando quanto scriveva san Paolo VI riguardo la correlazione tra fame di istruzione e fame di alimenti papa Francesco ha invitato ad essere fedeli alla frase del logo: “Infatti, ho visto che nel vostro logo sta scritto: OPAM – Pane dell’educazione. Sì, è così.

Ed il papa aggiungeva: ‘Vogliamo anche rallegrarci del buon lavoro svolto in questo campo ad opera di iniziative private, di poteri pubblici e di organizzazioni internazionali: sono i primi artefici dello sviluppo, perché mirano a rendere l’uomo atto a farsene egli stesso protagonista’. Ecco, qui si è inserito il vostro lavoro”.

(Foto: Santa Sede)

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