Rieti: mons. Piccinonna parte da Greccio

Condividi su...

“Vengo a te, amata Chiesa di Rieti, ricco soltanto del Vangelo di Gesù, il Crocifisso Risorto. Prega per me perché ti possa testimoniare una vita che sta sempre sotto il Vangelo e che possa annunciarlo sempre con franchezza, anche con le parole”: in questo modo mons. Vito Piccinonna, nuovo vescovo di Rieti, si è rivolto alla popolazione, che lo ha accolto come pastore, partecipando al rito della sua ordinazione.

La giornata era iniziata con un momento intimo e privato di preghiera a Greccio, nella grotta del presepe, condiviso dai soli frati; poi ha incontrato i poveri, i malati, i marginali: ‘Per me sono le colonne della Chiesa’; poi l’omelia di mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo della diocesi di Bari-Bitonto, co-consacrante insieme al vescovo di Verona, mons. Domenico Pompili, predecessore sulla cattedra reatina, ed all’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, che è stata incentrata sull’essere portatore del ‘sogno di Dio’:

“L’episcopato non è una promozione sul campo, ma una chiamata a divenire segno della misericordia con cui il Signore si prende cura del Suo popolo. Esso è un dono alto di cui non si può mai reclamare il possesso, come fosse un diritto acquisito, senza tradirne la bellezza e la fecondità.

In esso c’è la forza trasfigurante del mistero nuziale con cui Cristo ha amato la sua Sposa; c’è un mistero d’amore, consumato sulla croce, che oggi torna a farsi carne nell’esistenza di un uomo chiamato a custodire, amare e servire la Chiesa che è in Rieti, porzione di quella Sposa per cui il Signore Gesù ha donato tutto se stesso”.

Citando lo scrittore GiovanniVannucci l’arcivescovo di Bari ha sottolineato l’importanza di annunciare il Vangelo come ‘sogno di Dio’: “Gesù non è venuto per riportare i lontani a Dio, ma per portare Dio ai lontani. Uomini e donne senza speranza sono condotti a sperimentare le loro immense potenzialità di vita, di intelligenza, di amore.

C’è una buona notizia nelle parole proclamate da Gesù. La notizia ricca di Vangelo è quella di un Dio che è per l’uomo. Dimentico di se stesso, nella sua infinita misericordia, Egli accoglie le nostre miserie e vi costruisce sopra, mettendo la creatura al centro, ponendola come fine della storia. Davanti a quella piccolissima comunità di Nazareth, Gesù presenta il sogno di Dio, il sogno di un mondo nuovo. Egli proclama parole di futuro, colme di gioia e di speranza, e ci insegna a vivere guardando all’uomo nel suo bisogno di vita e non nel suo peccato”.

L’omelia è stata chiusa con l’invito a realizzare il ‘sogno’ di Dio: “Un sogno ricco d’amore per i sacerdoti a te affidati, primi collaboratori del tuo ministero, figli e fratelli da accompagnare con paterna sollecitudine. Un sogno profumato di speranza per il popolo di cui sei pastore, sapendo radicare il tuo ministero in quella intimità orante con il Signore che apre all’incontro e alla disponibilità del cuore verso tutti, ‘notte e giorno’ come afferma la liturgia.

La Chiesa che sei chiamato a servire è prima di tutto Sua e nel portarla a Lui ritroverai la sua vera bellezza. Infine, un sogno abitato dalla gioia che nasce dalla certezza che Lui ti accompagna. Lascia danzare lo Spirito di Dio dentro di te e libero da ogni paura e timore vivi con coraggio le sfide che ti attendono, sapendo essere accanto alle ferite di tutti”.

Al termine dell’ordinazione episcopale mons. Piccinonna ha ringraziato autorità, fedeli e familiari, ma soprattutto Dio: “Grazie al Dio della vita per la presenza dei poveri nella mia vita. So per davvero di aver ricevuto molto più di quanto ho pensato di dare loro.

Da loro è arrivato a me uno dei più grandi doni: mi hanno restituito spesso alla verità di me stesso, riconsegnandomi le mie personali povertà (e sono tante!), mi hanno insegnato a saper gioire di ciò che sono e di ciò che ho, chiamandomi ad una maggiore condivisione; mi hanno spesso rallegrato il cuore facendomi anche avvertire la chiamata di Dio a svuotarmi di me e a far abitare sempre di più Dio e tutti i suoi figli, con uno sguardo preferenziale per chi resta sempre indietro, per chi è tagliato fuori, relegato ai margini, per i lontani e gli allontanati dai nostri circuiti sociali e talvolta ecclesiali”.

Ha salutato le autorità civili, ricordando Vittorio Bachelet: “Ascolto e annuncio insieme, ma in questo preciso ordine. A quanti guardano alla Chiesa come corresponsabile del bene comune, della legalità e della cura delle persone più fragili, mi propongo di offrire, prima di idee e soluzioni e piuttosto che ricette teoriche, un atteggiamento di profondo e attento ascolto.

Solo dall’ascolto può nascere un’azione in grado di intercettare la realtà e, con l’aiuto di Dio, provare a trasformarla. Prometto ascolto, amici carissimi della Chiesa di Rieti e rappresentanti delle istituzioni. Prometto di prendere la parola, secondo le mie responsabilità e le responsabilità della Chiesa, dopo aver attentamente ascoltato, dopo aver visto con i miei occhi, partendo dal desiderio di una profonda empatia per le persone coinvolte nelle questioni sociali e pastorali”.

(Foto: diocesi di Rieti)

Free Webcam Girls
151.11.48.50