“Il cerchio magico che comanda a Santa Marta” nel nuovo libro-intervista “In buona fede” del Cardinal Müller

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 20.01.2023 – Vik van Brantegem] – È in uscita il 27 gennaio prossimo, In buona fede. La religione nel XXI secolo (Solferino, 224 pagine [QUI]), il libro-intervista del Cardinale Gerhard Ludwig Müller a cura della vaticanista del Messaggero, Franca Giansoldati, che ha firmato anche la Prefazione [QUI]. Un altro libro che promette una pioggia di scintille sul Domus Sanctae Marthae in Vaticano, ma che è un tentativo di unire una Chiesa Cattolica Romana sempre più frammentata.

«In questo momento vedo la Chiesa su un crinale e mi viene in mente quando, durante l’assedio a Costantinopoli, i teologi si concentravano su disquisizioni sul colore degli occhi della Madonna». Il Cardinale Gerhard Ludwig Müller, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede con Benedetto XVI, ed esponente di spicco dell’ala più ortodossa della Chiesa, per la prima volta racconta dall’interno alcuni degli episodi salienti degli ultimi due pontificati. Una lunga intervista senza censure, a cura della vaticanista del Messaggero Franca Giansoldati, in cui il teologo tedesco spiega la confusione dottrinaria che rischia di soffiare sul fuoco di nuove eresie e affronta i temi più scottanti del pontificato di Francesco: dalla politica estera della Santa Sede alla gestione degli scandali di pedofilia, dalle questioni di genere, aborto e fine vita alla rinuncia di Papa Benedetto XVI, dalla guerra in Europa al rischio di uno scisma e alla previsione sul prossimo Conclave. Cosa c’è stato all’origine dell’allontanamento dell’autore dall’ex Sant’Uffizio? È vero che la nomina dei nuovi cardinali risponde a un tentativo di accentramento di potere da parte del Papa? Quali sono i limiti dell’enciclica Praedicate Evangelium? Esiste una lobby gay in Vaticano? Perché sul controverso caso Becciu non è mai intervenuto il Collegio cardinalizio? Perché il latino è ancora importante? Esiste una tendenza a riformare la Chiesa in senso protestante? E cosa sta succedendo alla Chiesa Cattolica in Germania? E in America? Le risposte schiette e rivelatrici a queste e molte altre domande danno vita a un libro di riflessione e intervento attuale sulla religione nel XXI secolo ma anche all’inedito racconto personale di un protagonista della vita della Chiesa.

Il pontificato di Papa Francesco e il futuro della Chiesa sotto la lente di un autorevole esponente della ortodossia cattolica: «Mi chiedo che passi in avanti possono consentire alla Chiesa tanti nuovi documenti e ristrutturazioni se poi alla base mancano persone aventi un riconosciuto peso intellettuale e spirituale. Se dovrebbe dare per scontato che vi sia la buona volontà di lavorare per la Chiesa senza fare i propri interesse, senza sgomitare per puntare alla carriera, senza nepotismi, senza clientelismi».

Leggendo quanto dalle anticipazioni trapela su In buona fede, mi è tornato in mente quanto ho ricordato tre giorni fa sul mio diario Facebook: «Il cuore della Chiesa non è dove si organizza e si riforma: è dove si prega. “Ma sì, siamo tra quelli che si ostinano a sospettare che le sorti del mondo si decidano, misteriosamente, ben più dove si prega che dove si governa, si comanda, si traffica, si studia; che – dunque – la storia la “facciano” le proverbiali vecchiette anonime che sgranano il rosario, ben più che i grandi della politica, dell’economia, della cultura nei loro palazzi, uffici, accademie. Del resto, se non fosse così, dove starebbe quello “scandalo”, dove quella “follia” che – secondo qualcuno che se ne intendeva, un certo Paolo – contrassegnano il Vangelo? Se non fosse così, quale sarebbe mai il paradosso cristiano? Dove sarebbe la sua insensatezza, agli occhi di coloro ai quali non è stata donata la vista “profonda della fede e ai quali è dovere dei credenti proporre – con umiltà e rispetto – la giusta prospettiva?” (Vittorio Messori, Ipotesi su Maria. Fatti, indizi, enigmi, Ares 2008)».

Poi, due giorni fa ho ricordato una massima di Sant’Agostino: «Sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene».

Infine, aggiungo quanto scritto un giorno fa dal Maestro Aurelio Porfiri sul suo diario Facebook: «Quando deridete il Papa, fate attenzione. Perché chi vi legge o ascolta potrebbe non capire la differenza fra un singolo Papa e il Papato. Se critichiamo un Papa, e se lo merita, facciamo un atto di misericordia, ma se colpiamo il Papato, ci scaviamo la fossa sotto i piedi».

Il Papa è attorniato da un “cerchio magico”. Lo dice il Cardinale Gerhard Müller nel libro In buona fede con Franca Giansoldati (Solferino) in uscita a giorni. Becciu punito per un articolo, si può?
ANSA, 20 gennaio 2023


“Vi è una sorta di cerchio magico che gravita attorno a Santa Marta formato da persone che, a mio parere, non sono preparate dal punto di vista teologico”, dice l’ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede aggiungendo che “in Vaticano sembra che ormai le informazioni circolino in modo parallelo, da una parte sono attivi i canali istituzionali purtroppo sempre meno consultati dal pontefice, e dall’altra quelli personali utilizzati persino per le nomine dei vescovi o dei cardinali”.

“Non si può punire qualcuno senza avere in mano le prove della sua colpa. Questo modo di agire è capitato di frequente in Vaticano e non riguarda solo il singolare caso Becciu, ma è accaduto persino dentro la Congregazione per la Dottrina della Fede quando furono mandati via alcuni sacerdoti senza ragioni, dall’oggi al domani”. Lo dice il Cardinale Gerhard Müller nel libro In buona fede, con Franca Giansoldati, per le edizioni Solferino. “Per il cardinale Becciu la questione è macroscopica anche perché amplificata dai mass media: è stato umiliato e punito di fronte al mondo senza che gli sia stata data alcuna possibilità di difesa. Ora si aspetta la fine del processo in corso al tribunale vaticano. Eppure dovrebbe valere per chiunque la presunzione di innocenza, un diritto sacrosanto dai tempi degli antichi romani”. Müller afferma che “Francesco ha deciso di punirlo severamente dopo che qualcuno era andato da lui, a Santa Marta, per mostrargli un articolo de L’Espresso, un settimanale italiano che riportava un’inchiesta sul cardinale. Ma come si fa ad agire in base a un articolo di stampa?”, si chiede l’ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Sulla questione degli abusi non tutti nella Chiesa vengono trattati allo stesso modo. Lo dice il Cardinale Gerhard Müller, ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, parlando in particolare del caso di Mons. Gustavo Zanchetta. “Zanchetta fa discutere poiché ha potuto godere di uno status privilegiato in quanto amico del Papa. Di norma le amicizie non possono influenzare il procedere della giustizia, tutti devono essere trattati in modo uguale”. Müller – nel libro In buona fede con Franca Giansoldati – parla anche del caso di “don Mauro Inzoli, un sacerdote vicino a Comunione e Liberazione. Il tribunale vaticano avviò un processo su di lui alla fine del quale si decise di ridurlo allo stato laicale perché fu riconosciuto colpevole di crimini. Purtroppo però vi fu un cardinale di curia che andò a bussare a Santa Marta, chiedendo clemenza. Davanti a questo interventismo il Papa si convinse e scelse di modificare la sentenza aggiustando la pena a Inzoli, stabilendo che rimanesse sacerdote ma con il divieto di indossare in pubblico l’abito sacerdotale o il clergyman e senza presentarsi alle comunità come consacrato. Rimaneva consacrato ma non poteva mostrarsi agli estranei come tale. Questo è solo un esempio”.

Il Cardinale Müller spietato su Papa Francesco: «I suoi amici privilegiati se accusati di abusi: un cerchio magico fa le nomine in Vaticano»
Una raffica di accuse durissime dal cardinale tedesco nei confronti del pontefice, nel suo ultimo libro In buona fede in arrivo nelle librerie
Open, 20 gennaio 2023


Un «cerchio magico» graviterebbe attorno a Papa Francesco. Gli abusi nella Chiesa verrebbero trattati in maniera parziale. Il «no» alla messa in latino avrebbe addolorato e allontanato le frange tradizionaliste. Queste sono solo alcune delle rivelazioni fatte dal cardinal Gerhard Mueller nel libro In buona fede con Franca Giansoldati (Solferino), in uscita a giorni. L’ex Prefetto della Dottrina della Fede non risparmia le critiche alla linea adottata dal Pontefice, che a suo dire si sarebbe circondato da persone «non preparate dal punto di vista teologico». A suo dire, inoltre, in Vaticano ormai le informazioni circolerebbero «in modo parallelo»: «da una parte sono attivi i canali istituzionali purtroppo sempre meno consultati dal pontefice, e dall’altra quelli personali utilizzati persino per le nomine dei vescovi o dei cardinali».

La questione degli abusi

Parole forti, che non risparmiano di commentare nemmeno gli scandali che hanno travolto la Chiesa in tempi recenti. In particolare, viene citato il caso di Monsignor Gustavo Zanchetta, il vescovo argentino che lo scorso marzo è stato condannato a quattro anni e mezzo di reclusione per abusi sessuali su due seminaristi. Il suo caso, scrive Müller, «fa discutere poiché ha potuto godere di uno status privilegiato in quanto amico del Papa. Di norma le amicizie non possono influenzare il procedere della giustizia, tutti devono essere trattati in modo uguale». Viene chiamato in causa anche don Mauro Inzoli, un sacerdote vicino a Comunione e Liberazione. «Il tribunale vaticano – si legge nel libro – avviò un processo su di lui alla fine del quale si decise di ridurlo allo stato laicale perché fu riconosciuto colpevole di crimini. Purtroppo però vi fu un cardinale di curia che andò a bussare a Santa Marta, chiedendo clemenza». Müller racconta che «davanti a questo interventismo» il Papa si convinse e scelse di modificare la sentenza aggiustando la pena a Inzoli, stabilendo che rimanesse sacerdote. Ma con il divieto di indossare in pubblico l’abito sacerdotale o il clergyman, e senza presentarsi alle comunità come consacrato: «Rimaneva consacrato ma non poteva mostrarsi agli estranei come tale. Questo è solo un esempio».

Il «no» messa in latino e l’affair Becciu

Nell’opera di Müller riecheggia quanto già raccontato da Georg Gänswein, segretario di Benedetto XVI, il quale ha affermato che il no di Papa Francesco alla messa in latino «spezzò il cuore» di Joseph Ratzinger. La decisione, aggiunge Müller, è stata «uno schiaffo» per i tradizionalisti, «ha scavato fossati e ha causato dolore». E ha dato l’impressione, a suo dire, che il Pontefice avesse scelto di «dare ascolto a un gruppo di consiglieri, senza tenere conto che quel provvedimento avrebbe assunto i contorni di una mera dimostrazione di potere». Il cardinale è un fiume in piena, e non risparmia nemmeno le critiche sulla gestione dell‘affair Becciu, il cardinale accusato di essersi arricchito assieme ai suoi famigliari con i fondi della Segreteria di Stato. «Non si può punire qualcuno senza avere in mano le prove della sua colpa. Questo modo di agire è capitato di frequente in Vaticano e non riguarda solo il singolare caso Becciu, ma è accaduto persino dentro la Congregazione per la Dottrina della Fede quando furono mandati via alcuni sacerdoti senza ragioni, dall’oggi al domani», sentenzia Müller. Il biasimo del porporato investe in primo luogo i mass media, colpevoli a suo dire di aver amplificato una «questione macroscopica».

Becciu sarebbe «stato umiliato e punito di fronte al mondo senza che gli sia stata data alcuna possibilità di difesa. Ora si aspetta la fine del processo in corso al tribunale vaticano. Eppure dovrebbe valere per chiunque la presunzione di innocenza, un diritto sacrosanto dai tempi degli antichi romani». Ma l’ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede sottolinea una porzione di responsabilità che a suo dire sarebbe da attribuire al Papa: «Francesco ha deciso di punirlo severamente dopo che qualcuno era andato da lui, a Santa Marta, per mostrargli un articolo de L’Espresso, un settimanale italiano che riportava un’inchiesta sul cardinale. Ma come si fa ad agire in base a un articolo di stampa?», conclude.

Il Cardinal Müller dice che “il matrimonio è solo uomo-donna, nessuna benedizione alle coppie gay”
Ideologia gender lontana anni luce dall’antropologia cristiana
Askanews, 21 gennaio 2023

L’”ideologia del gender” diffonde “un concetto della sessualità umana lontano anni luce dall’antropologia cristiana”. “Il matrimonio sacramentale ammette solo coppie di sesso opposto, formate da un maschio e una femmina; tutte le altre forme sono escluse dalla benedizione perché il potere di benedire i parroci o i vescovi lo ricevono direttamente da Dio, al momento della loro consacrazione. Sarebbe sacrilego il contrario”. È duro il giudizio del Cardinale tedesco Gerhard Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede durante il pontificato di Benedetto XVI, nel libro-intervista In buona fede con Franca Giansoldati (edizioni Solferino).
“A tale mentalità – afferma il porporato tedesco – si sono sommate in questi decenni pressioni sociologiche e politiche di un certo peso, non ultima quella dell’Unione Europea per la quale, tra i valori comunitari, vanno inseriti il diritto all’aborto e quello relativo alle famiglie arcobaleno. Chi osa mettere in discussione questa corrente viene tacciato di essere medievale, oscurantista, illiberale”.

“In Germania – spiega il Cardinal Müller – ormai si può decidere di cambiare nome e sesso molto facilmente. C’è un deputato del Bundestag che ha dichiarato di essere diventato una donna. Mi ha poi colpito un fatto di cronaca che aveva come protagonista un uomo inglese condannato per violenza sessuale aggravata. Una volta in carcere, questi ha annunciato che in realtà la sua natura era quella di una donna, e così le autorità carcerarie, per garantirgli la nuova identità, lo hanno trasferito in un penitenziario femminile dove, purtroppo, in cella ha violentato alcune detenute. La Chiesa dovrebbe individuare una via pastorale per le coppie omosessuali, per non scalfire in alcun modo il concetto di unione tra un uomo e una donna, realtà derivata dalla creazione e rispecchiata dal Vangelo”.

A proposito della richiesta, molto discussa nella Chiesa in Germania, di benedizione di coppie gay, il Cardinal Müller ribatte: “Le benedizioni che certi pastori danno alle coppie gay in Germania (ma anche altrove) non hanno alcun valore sacro. Ho degli amici, uomini e donne, che vivono la loro omosessualità senza pretendere nessuna benedizione. È, invece, possibile lavorare sulla pastorale per guidare queste persone sul sentiero di Gesù Cristo”.

“Concordo sul fatto che l’amore è una cosa buona – aggiunge -l’amore salverà il mondo, però non possiamo accettare l’amore tra due uomini o due donne che hanno rapporti sessuali contro natura. Non si tratta dell’amore inscritto nella Genesi, si tratta di una relazione personale, profonda, ma è certamente un’altra cosa. E persino la sessualità va inquadrata solo se esiste un disegno coniugale. Il fatto è che gli omosessuali non hanno diritto ad avere rapporti intimi, come del resto è spiegato nel Catechismo”.

Esiste una lobby gay in Vaticano? domanda la giornalista Giansoldati. “Ricordo che il Papa ne parlò all’inizio del pontificato – risponde il porporato tedesco -. Si dice che siano i favoriti in Vaticano. Nessuno però è mai venuto da me con richieste specifiche e non conosco nessun membro di questa lobby.

In ogni caso l’omosessualità non dovrebbe essere ammessa tra i preti, nei seminari e nemmeno in Vaticano. A tutti si richiede maturità, rettitudine nella vita privata come in quella pubblica”.

Bergoglio “El Cubridor” di abusi? Ben arrivati, lo scoprite adesso
di Marco Tosatti
Stilum Curiae, 21 gennaio 2023


E adesso, grazie alle dichiarazioni del Card. Gerhard Ludwig Müller, diffuse nel bel libro che Franca Giansoldati, una delle poche persone che ancora facciano giornalismo nel settore dell’informazione vaticana, sappiamo che Papa Bergoglio è quello che è: una specie di autocrate, impulsivo, un tagliateste sullo stile della Regina di Cuori di Alice: prima il giudizio, poi il processo [1].

Per di più influenzato da personaggi discutibili: il Card. Maradiaga, o come ha trattato il Vescovo di La Plata, sostituito da “Tucho” Fernandez, lo stesso Tucho Fernandez, ghostwriter per il Papa per Amoris Laetitia, che ha pubblicato un libro scandaloso.

Adesso, con titoloni, anche i giornali di regime – regime di Bergoglio compreso – scoprono che Bergoglio sulla questione degli abusi sessuali, se commessi dagli amici, o dagli amici degli amici (come Pineda, Vescovo ausiliare di Maradiaga) è, come dire, un po’ distratto…
Beh, perdonatemi un umano senso di soddisfazione. Tardi, ma ben arrivati, direi.

Perché, se vi ricordate, nel 2018, agosto, fummo i primi a raccogliere e diffondere l’esplosivo memoriale dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò su McCarrick e non solo; sulle complicità dell’ex potentissimo cardinale, protetto e usato da Papa Bergoglio, e sul cerchio magico dello stesso McCarrick, che, stranamente Bergoglio ha promosso negli Stati Uniti e a Roma: i Wuerl, i Cupich, i Tobin, e compagnia cantante.

E umilmente qualche tempo fa mi dedicai a mettere in fila gli episodi che dal tempo in cui era Arcivescovo di Buenos Aires. E la lista è lunga. Ne ho parlato in un piccolo libro, che solo Radio Spada ha avuto il coraggio di pubblicare, (e nessuno di recensire…) perché allora il tema era tabù [2]. Ecco qualche capitolo: Zanchetta, il caso di Miles Christi, Murphy O’ Connor, le scandalose dichiarazioni sugli abusi in Cile, McCarrick e compagnia bella, Maradiaga e Pineda, il caso Peña Parra…e altri ancora. Sembra che in tema di sesso et similia Bergoglio, quando si tratta di amici – o di persone che grazie a qualche debolezza diventano utili strumenti, ricattabili – sia molto, molto misericordioso. Non sono mica rigidi, tradizionalisti, loro!

E adesso, fresco fresco, c’è il caso Rupnik: qualcuno che secondo Mons. Libanori, SI, responsabile dell’inchiesta, ha abusato qualche decina di suore, e ha assolto in confessione una sua complice. Scomunica immediata, confermata all’unanimità dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, e rimossa d’autorità dopo qualche settimana. Solo il Pontefice può farlo, e il Pontefice l’ha fatto. E non ha mai dato, e non dà, spiegazioni. Inconcepibile, vero? Eppure accade. Devastante per la credibilità e l’autorità morale del Papa, e della Chiesa.

Note di V.v.B.
[1] Per capire la cultura e eduzione argentina peronista di Papa Francesco: “Al amigo, todo; al enemigo, ni justicia”. Altroché scatti umorali. Retaggio del peronismo – 9 settembre 2022
[2] Questo libro di Marco Tosatti Galleria neovaticana. Modernismo, vizi innominabili e corruzione ai tempi di Bergoglio (Edizioni Radio Spada 2021, 128 pagina) ho presentato il 14 marzo 2021:
Mala tempora currunt sed peiora parantur | Tempora bona veniant, Pax Christi veniat, Regnum Christi veniat
Parte 1
Parte 2
Parte 3
E poi, l’ho di nuovo menzionato nell’articolo citato al punto [1]

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