La GMG di nuovo in Polonia: un ricordo

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La VI GMG ebbe luogo nel 1991 in Polonia, a Czestochowa, e ora, dopo l’annuncio del Papa, vi ritorna, a 25 anni di distanza, a Cracovia, città natale di papa Giovanni Paolo II, che nel 2016 sarà sicuramente già stato proclamato santo. All’annuncio Stanisław Dziwisz, metropolita di Cracovia e già segretario del papa beato, ha dichiarato la sua contentezza all’agenzia stampa cattolica KAI:  “Cracovia e la Polonia si rallegrano e diventano ancora una volta una città e una nazione per i giovani. Siamo lieti che il Santo Padre Francesco abbia annunciato che la Giornata Mondiale della Gioventù si terrà a Cracovia, in Polonia”.

Anche a me questo annuncio ha fatto ritornare i ricordi di quell’estate del 1991. Ero giovane; avevo appena completato a scrivere la mia tesi di laurea (con la Olivetti lettera 32, preistoria!) e, saputo che si stava organizzando un pullman dalle Marche  con alcuni giovani che avevano fatto l’esperienza di Santiago de Compostela nel 1989, mi sono iscritto anche io. Ora nella mia mente riaffiorano alcune immagini, un pò sbiadite ma sincere. E’ stato un viaggio ‘pazzesco’, caratterizzato da forti ritardi, rallentato da estenuanti controlli nelle dogane e da indicazioni stradali che si perdevano in strade di campagna, tantoché arrivammo a Czestochowa, nella spianata del Santuario di Jasna Gora, quando la veglia di preghiera era iniziata da tempo e ci accontentammo (avevamo i posti sotto il palco del Papa) di depositare i nostri sacchi a pelo su un tetto terrazzato di un hotel, visto i tanti giovani accorsi. A proposito, a quel tempo, 1.000.000 di giovani sembrava una enormità; erano presenti, specialmente, giovani provenienti dall’Est Europa, dopo la caduta del Muro di Berlino, che non avevano nemmeno una stuoia per dormire in terra, ma contenti di esserci.

Si mangiava poco, ma l’accoglienza degli abitanti era formidabile: due uova, una mela ed una scatola di fagioli, che tirando una levetta si riscaldava per ‘autocombustione’ e se non si era attenti a toglierla al momento giusto, la pasta con i fagioli si bruciava. Eppoi i giovani dell’Est che volevano scambiare gli oggetti: ci chiedevano magliette, pantaloni, cinture, cappelli, distintivi, ciondoli, collane… in cambio della loro razione di cibo (che gliela lasciavamo, perché capivamo la loro voglia di libertà); praticamente le nostre valigie pesavano molto meno al ritorno. Sentire l’inno alla Madonna Nera… Anche lì pioveva e c’era molto fango.

La veglia di preghiera è stata impressionante per chi partecipava per la prima volta: sentire la recita del rosario in lingue diverse, ma cantare la preghiera del Padre Nostro in una sola lingua ha lasciato un bel ricordo di unità. Nella notte, dopo la veglia, incuriosito da questa marea di giovani, feci una passeggiata fino al palco: c’era chi tentava di dormire sulle stuoie immerse dal fango o in discesa, c’era chi pregava, c’era chi si confessava, c’era chi cantava, c’era chi faceva la fila nei pochi bagni esistenti e c’era anche chi si riuniva in piccoli gruppi per meditare…

Ma tutti erano attenti ad ascoltare le parole di papa Giovanni Paolo II, che nella veglia ci consegnò tre parole: ‘io sono; mi ricordo; io veglio’. La prima parola costituiva il fondamento, da parte di Dio, di due Alleanze, quella con Mosè e quella con noi attraverso la croce di Gesù, rivelando che Dio è amore: “Guardate la croce sulla quale il divino ‘Io-Sono’ significa ‘Amore’. Guardate la croce e non dimenticate! ‘Sono vicino a te’ rimanga la parola chiave dell’intera vostra vita”. Quindi ha invitato a non dimenticare le opere di Dio: “Non dimenticate la creazione. Non dimenticate la Redenzione: la Croce, la Risurrezione, l’Eucaristia, la Pentecoste. Tutte queste cose sono manifestazione dell’ ‘Io-Sono’ divino. Dio opera e Dio parla all’uomo: si rivela all’uomo fino all’intimo mistero della sua vita”.

Infine ha spiegato la parola ‘veglio’ con l’atteggiamento di Maria: “La Chiesa ha preso con sé questo vegliare materno di Maria, gli ha dato espressione in tanti santuari su tutta la terra. Vive ogni giorno per il dono di questa materna premura. Qui, in questa terra, in questo Paese in cui ci troviamo, le generazioni vivono con la consapevolezza che la Madre ‘veglia’. Da qui, da Jasna Gora, Lei veglia su tutto il popolo, su tutti. Specialmente nei momenti difficili, tra le prove e i pericoli”.

E nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria papa Giovanni Paolo II sottolineò quel giorno come ‘il giorno di Pentecoste a Gerusalemme’: “Salutiamo Maria come Colei che ha accettato questa elezione eterna, dando alla luce Gesù Cristo per opera dello Spirito Santo: la Vergine di Nazaret ha creduto che ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio… Noi tutti dobbiamo nello stesso modo ritornare, se abbiamo ricevuto la figliolanza adottiva nell’unigenito Figlio di Dio, il quale per la nostra adozione è divenuto Figlio dell’uomo: Figlio di Maria”.

E parlò della lotta del diavolo, che tenta di sconfiggere il bene, rivolgendosi ai giovani, specialmente a quelli dei Paesi dell’Est, accorsi numerosi: “Negli anni duri della prova la Chiesa e il Successore di Pietro non vi hanno mai dimenticati. Qui, nel Santuario di Jasna Gora, voi adesso potete offrire al mondo la pubblica attestazione della vostra appartenenza a Cristo e della vostra comunione con la Chiesa. La offrite davanti ai vostri coetanei che provengono da ogni parte del mondo e in special modo dai Paesi dell’Europa occidentale. Su voi, giovani dell’Est e dell’Ovest europeo, il vecchio continente conta per costruire quella ‘casa comune’ da cui s’attende un futuro di solidarietà e di pace. Su voi conta la Chiesa,… Per il bene delle generazioni che verranno è necessario che la nuova Europa poggi sul fondamento di quei valori spirituali che costituiscono il nucleo più intimo della sua tradizione culturale”.

Chissà! Fra tre anni…

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