Palermo ‘piange’ fratel Biagio Conte

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Nella scorsa notte è deceduto a Palermo il missionario laico Biagio Conte, all’età di 59 anni, che fondò nei primi anni ’90 la Missione ‘Speranza e Carità’, che accoglie attualmente circa 600 persone, tra poveri, senza dimora e migranti in diverse cittadelle, nel territorio di Palermo e provincia.

Biagio Conte da alcuni mesi era stato colpito da un tumore. Ha continuato a condurre la sua missione di preghiera e carità finché il male non ha avuto il sopravvento. Nel giorno dell’Epifania, la visita dell’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, cui aveva annunciato la malattia e aveva chiesto la sua vicinanza.

La camera ardente di fratel Biagio Conte è aperta da oggi, venerdì 13 gennaio, fino a domenica 15 gennaio la camera ardente resterà aperta dalle ore 9.00 alle ore 19.00. Lunedì 16 gennaio la camera ardente resterà aperta dalle ore 9.00 alle ore 18.00. Alle ore 19.00 la salma di fratel Biagio Conte sarà trasferita nella Chiesa Cattedrale, a piedi, con un corteo accompagnato da una fiaccolata. Alle ore 21.00 nella Chiesa Cattedrale si terrà una veglia di preghiera sino alle ore 24.00, mentre martedì 17 gennaio alle ore 10.30 nella Chiesa Cattedrale saranno celebrati i funerali di fratel Biagio Conte, presieduti da mons. Corrado Lorefice.

Per consentire di partecipare ai funerali di fratel Biagio Conte a coloro che saranno impossibilitati a raggiungere la Chiesa Cattedrale, martedì 17 gennaio l’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali-Ufficio Stampa, con il supporto dell’Ufficio diocesano per i Servizi informatici, realizzerà una diretta streaming sui canali dell’Arcidiocesi (YouTube, sito www.chiesadipalermo.it, pagina Fb Arcidiocesi di Palermo) con inizio alle ore 10.15. La diretta sarà trasmessa anche sulle frequenze di Radio Spazio Noi-InBlu2000, emittente radiofonica dell’Arcidiocesi (88.0 e 106.3).

Nel messaggio l’arcivescovo di Palermo ha invitato i cittadini a concreti gesti di carità, di riconciliazione e di pace: “Oggi il Signore chiama la nostra Chiesa che è in Palermo, chiama ciascuno di noi, a raccogliere il testimone di un esempio così fulgido.

La sua vita, segno per l’intera città degli uomini, manifesta la fede in Dio alimentata dal Vangelo, la speranza vissuta nella radicale povertà e la carità senza limiti che contribuisce alla trasfigurazione della convivenza umana a partire dai più poveri. L’opera di fratel Biagio, incoraggiata e confermata dalla visita di papa Francesco, manifesta il volto della Chiesa povera e dei poveri”.

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, appresa la notizia ha invitato a continuare la sua opera: “Ho appreso con profondo dolore la triste notizia della morte di Fratel Biagio, punto di riferimento, non soltanto a Palermo, per chi crede nei valori della solidarietà e della dignità della persona, che ha testimoniato concretamente, in maniera coinvolgente ed eroica. Il rimpianto e la riconoscenza nei confronti di Biagio Conte vanno espressi consolidando e sviluppando anche in futuro le sue iniziative affinché il ricordo della sua figura sia concreto e reale, così come è stato il suo esempio”.

Mentre il sindaco della città, Roberto Lagalla, ha ricordato l’incontro con fratel Biagio: “La scomparsa di Biagio Conte lascia un vuoto incolmabile a Palermo. Anche nelle ultime ore più drammatiche tutta la città si è stretta attorno a fratel Biagio, a testimonianza del valore dell’eredità umana che oggi ci lascia e che non dobbiamo disperdere.

 Resterà per me indimenticabile l’ultimo incontro di pochi giorni fa con Biagio Conte, durante il quale mi ha raccomandato di non dimenticare mai i poveri. Di fatto, un’eredità lasciata alla città da custodire con senso di responsabilità. E’ con questo spirito che l’amministrazione e la nostra comunità devono stare vicini alla ‘Missione Speranza e carità’ che continuerà a essere un punto di riferimento per Palermo anche se da oggi dovrà fare a meno del suo fondatore, della sua guida che resterà comunque fonte di ispirazione per tutti noi”.

Infine il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha ricordato il suo impegno verso i poveri: “Esprimo le mie più sentite condoglianze ai familiari di fratel Biagio Conte, agli assistiti e ai volontari della sua Missione. Oggi il missionario ci ha lasciati dopo giorni di sofferenza, ma il suo ricordo resterà indelebile.

Con il suo impegno quotidiano e instancabile in favore degli ultimi, ci ha ricordato come, per ogni cristiano, la carità sia una condizione essenziale della propria esistenza umana e attuazione concreta della propria fede. Consapevole che la sua perdita lascia un vuoto incolmabile, posso solo affermare che il suo esempio sarà più vivo che mai nell’ispirare le mie personali azioni di solidarietà verso il prossimo e quelle del mio governo”.

E nella celebrazione eucaristica dell’Epifania mons. Corrado Lorefice, aveva ricordato la scelta di vita fatta da fratel Biagio Conte: “Biagio, con la sua scelta di vita, scegliendo i piccoli, ci ricorda l’unica via che dobbiamo imboccare, l’altra via; oggi per noi è più facile accogliere il messaggio dell’Epifania, dobbiamo tornare ad essere sapienti, noi siamo i Magi che devono intraprendere il cammino interiore facendoci illuminare da Dio per comprendere che il bambino è il Messia, colui che salva.

Ecco perché fratel Biagio, innamorato di san Francesco d’Assisi, si è fatto povero e per i poveri, ribaltando la logica del mondo. Ricordate le Beatitudini? Sono la logica di Dio che è contraria alla logica del mondo: quando mai ‘beati i poveri, i miti, i misericordiosi’? Ecco perché oggi ognuno di noi che si stringe a Biagio deve interrogarsi chiaramente: ‘Quanto spazio sto dando al Signore nella mia vita?’.

Questo è quello che dobbiamo imparare da Biagio e continuiamo ad apprendere da lui: non perdiamoci per altre vie, Biagio ci ricorda il primato di Dio nella nostra vita, per questo lo ringraziamo, perché oggi il Signore si manifesta nella nostra vita anche grazie a questa stella che Biagio, fascio di luce nella vita degli altri”.

Mentre il card. Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo, lo ha definito ‘san Francesco di Palermo’: “Così ho conosciuto e definito fratel Biagio Conte nel mio indimenticabile servizio episcopale a Palermo. Così mi è apparso sin dal mio primo incontro con lui in cattedrale, il 25 maggio 1996.

E tra i primi miei impegni pastorali è stato quello di rendermi conto di quanto Dio operava per mezzo di lui in via Decollati, trasformando ruderi abbandonati in una dignitosa villetta di accoglienza di quanti distrutti nella loro dignità dall’alcool e dalla droga erano soli e rifiutati dalla società, dei poveri senza cibo e senza casa, dei sempre più numerosi migranti di ogni razza, cultura e religione”.

Per il card. De Giorgi fratel Conte è stato un segno profetico: Mi resi conto che Biagio era per la Chiesa di Palermo un segno profetico dato dal Signore per essere più operosa e concreta nel privilegiare e aiutare gli ultimi, i suoi prediletti, con i quali Gesù ha voluto identificarsi ritenendo fatto o non fatto a sé quanto noi abbiamo fatto o non fatto a loro. Biagio ne era fermissimamente convinto, e con i fatti più che con le parole, sorretto dalla preghiera e dalla penitenza, confidando nell’aiuto del Signore soprattutto nei momenti più difficili, si é donato e consacrato a lui servendolo appassionatamente nei suoi prediletti”.

Infine il cardinale ha ricordato la sua ‘vicinanza’, quando con ‘un gesto tipico dei profeti più coraggiosi’ occupò un terreno abbandonato dello Stato: “A suo fianco ho dovuto mediare con la magistratura e le alte autorità statali per fargli ottenere metà di quel terreno.

E lui, valorizzando le diverse capacità e mansioni dei suoi ospiti, ha trasformato i ruderi della seconda guerra mondiale in abitazioni decorose per centinaia di immigrati. E per me resta indelebile il ricordo della celebrazione del 50° della mia ordinazione sacerdotale insieme ai vescovi siciliani: sedevamo a mensa insieme a oltre seicento immigrati”.

(Foto: arcidiocesi di Palermo)

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