Una fiction per tutta la famiglia per educare alla vita e le riflessioni di Rossella Petrellese

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Una fiction che ha influenzato la mia vita è Braccialetti Rossi. Ho conosciuto di persona gran parte del cast e di chi ha contribuito a renderla com’era. Nonostante l’umanità sia presente, con i suoi errori, ci sono molti insegnamenti positivi che possono cambiare le persone. I ragazzi della fiction insegnano che nessuna sofferenza può toglierci la voglia di vivere. 

Siamo noi che possiamo permetterle di vincerci. I ragazzi comprendono, infatti,  che sono più della malattia e possono ancora ridere e scherzare. Sono ancora persone con dignità e vita. Capiscono che la malattia può essere occasione di crescita e incontro. Non vogliono cambiare la propria vita cercando di essere sani perché è quella la loro vera vita.

In particolare Leo avrà un’esperienza soprannaturale che glielo dimostrerà. Dopo aver visto che, se sano non può avere i suoi amici e la sua ragazza, decide di tornare malato e di rischiare perché i suoi affetti valgono di più. Quelli fanno parte della sua vita. Loro sono diversi e anche lui, ma  migliori perché è quella vera.

A volte la vita può essere più bella nonostante il dolore: si capisce l’importanza di tutto quello che si ha. La serie insegna che anche la malattia può dare tanto. Puoi trovare amici che ti sostengono nella malattia. L’amicizia aiuta a superare l’idea di soffrire da soli. La malattia vissuta dal gruppo diventa una cosa in più. Nonostante le difficoltà, tutto viene superato e il gruppo è unito anche fuori dall’ospedale.

La visione della dignità della vita umana, in ogni suo stadio, è importante. La morte esiste e fa male, ma Davide e Nina sono sempre presenti per i loro amici. Davide, in modo speciale, avrà una missione celeste da portare a termine. Non  è solo quella di aiutare Leo a capire il valore della vita com’è.

Deve aiutare la matrigna a partorire e superare lei stessa il parto. Deve permettere alla sua sorellina di nascere sana e sarà lui, con Toni, a realizzare tutto questo. Toni è il mezzo che un piccolo angelo usa per aiutare i suoi. Anche se non viene menzionato esplicitamente Dio, Davide appare e spiega di essere stato mandato, da dove si trova, di nuovo a casa per una missione. 

Cris decide di tenere il bambino nonostante Leo possa morire e la famiglia voglia che abortisca. Lei tiene il bambino perché è una parte della vita di Leo. E’ una vita che nasce per amore. La serie quindi  va contro l’eutanasia.

Questo mi ha fatto pensare agli scritti della Serva di Dio Rossella Petrellese. Rossella scriveva: “La vita è la cosa più bella che si possa avere, è il dono più grande che il Signore ci ha fatto, è il bene più prezioso che abbiamo ricevuto, ma non ci appartiene, non è nostra, appartiene a Dio; tutto ciò che abbiamo appartiene a Dio, tutto ciò che siamo lo dobbiamo a Lui…..”.

Qui vediamo come sia contro l’aborto e l’eutanasia, in quanto la vita è un dono ed ha valore. Spiega come sia importante trattarla bene perché è un dono. Rossella sa bene che la vita di chi ha una malattia è difficile, infatti scrive: ‘La cosa più difficile, ma necessaria è amare la vita, amarla anche nella sofferenza. Perché la vita è tutto: la vita è Dio’.

Non la disprezza, anzi, decide di amare la vita anche con la sofferenza, con la malattia, nonostante quello che diranno gli altri. Il dono di essere viva è più importante del resto. Proprio vari  insegnamenti che ho menzionato sopra  si trovano in questo pensiero di  Rossella: “La vita è una opportunità che ci viene offerta una sola volta e non dovrebbe essere niente altro che un cammino verso la Luce, quella Luce meravigliosa che è Gesù…

Se sapessimo guardare la vita con gli occhi di Dio, tutta la vita diverrebbe segno, innumerevoli atti di amore del Creatore in cerca dell’amore della sua creatura… Allora comprenderei che la vita è un tesoro indispensabile nel progetto del Padre. Allora, cadendo in ginocchio, comprenderei ed ammirerei, Signore, il mistero del mondo che, nonostante il peccato, è un lungo palpito d’amore, verso l’Amore eterno…”.

Questi pensieri continuano ad essere attuali. Ricordare che la vita è nostra perché ci è stata data e ci appartiene per questo è importante. E’ giusto lottare insieme a chi ci ama. Non conta se sono amici o parenti, conta l’amore che aiuta a superare il dolore. La vita è una e va vissuta anche in mezzo alle difficoltà .

E’ solo questa e ci sorprenderebbe, chiedendo, quanto bene abbiamo fatto nonostante la malattia e  quanto siamo utili anche così. Allora ci sentiremmo amati, utili e vedremmo il senso delle cose, una parte del piano per cui siamo stati mandati  in un posto con delle caratteristiche. La malattia è un modo di essere, ci sono sani più malati di chi ha una patologia.

Ognuno ha le sofferenze che può sopportare. Prima o poi le sofferenze finiscono, anche quando sembra che non sia così, accadrà. Perché accorciare qualcosa che comunque finirà? Chi ci dice che sarà come pensiamo? A volte la vita può sorprendere. 

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