Il monaco benedettino Luca Fallica è abate di Montecassino

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Ieri papa Francesco ha nominato ‘abate territoriale’ dell’Abbazia di Montecassino il monaco benedettino Luca Fallica, priore del Monastero della Santissima Trinità in Dumenza (Varese), nato il 27 luglio del 1959 a Ripatransone (AP). Ha vissuto i primi anni della sua vita ad Ascoli Piceno e alla fine del 1971 con la famiglia si è trasferito ad Ancona.

In questa Chiesa si è formato nell’Azione Cattolica, nella quale è stato responsabile prima del Movimento Studenti e poi del Settore Giovani. Dopo gli studi in giurisprudenza e una breve esperienza lavorativa nell’ambito della cooperazione culturale, nel 1985 è entrato nel monastero di Praglia, dove ha iniziato la formazione teologica, proseguita poi presso la sede di Milano della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale.

Nel 1989, insieme ad altri fratelli, ha dato inizio alla Comunità monastica della Santissima Trinità, insediata attualmente a Dumenza, provincia di Varese, in Diocesi di Milano. In questa comunità ha emesso la sua professione monastica solenne il 5 gennaio del 1996. Dopo aver svolto l’incarico di cellerario, è stato eletto priore della comunità il 29 ottobre 2010 e ha svolto questo servizio per 12 anni, fino al 2 dicembre del 2022.

Mentre nello scorso dicembre i volontari ed ospiti della Casa della Carità, guidati da suor Ermanna Beccacece, avevano ringraziato l’abate Donato Ogliari, amministratore apostolico ed abate di san Paolo fuori le Mura, per l’attenzione avuta sempre nei confronti della Casa, nata come espressione della ‘Fondazione san Benedetto’ ed inaugurata nel 2009 da papa Benedetto XVI:

“La ringraziamo perché in tante occasioni e in tanti modi diversi ci ha fatto sentire Suoi amici. In modo semplice ma efficace, dunque, ha dato eco alle parole di Gesù che ancora oggi ci ripete ‘vi ho chiamato amici’. E di questa amicizia, noi Le siamo riconoscenti: ci ha spronati a vivere oltre l’ovvio, oltre i luoghi comuni, ad interpretare ed affrontare le emergenze di questa società, guardando al futuro ma con la speranza ancorata a Cristo”.

E’ stato un ringraziamento per una particolare visione di laicità: “La ringraziamo per averci sempre indicato la strada per una laicità vera, fondata sulla parola di Cristo, per averci continuamente spronato ad avere un cuore aperto ad orizzonti nuovi, fatti di comprensione, empatia accoglienza e condivisione.

Il nostro ringraziamento è per tutti gli incontri che ha avuto in questa Casa, con i volontari e con gli ospiti non lesinando mai un sorriso, una stretta di mano, una battuta per incoraggiare.. i modi amorevoli e lo sguardo accogliente”.

(Foto: arcidiocesi di Milano)

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