Papa Francesco racconta il presepe di san Francesco di Sales
Oggi nell’ultima udienza generale dell’anno papa Francesco ha ricordato il Natale vissuto da san Francesco di Sales a 400 anni dalla morte, prendendo spunto da alcuni suoi scritti: “Lui ha scritto tanto sul Natale. A questo proposito, ho il piacere di annunciare che oggi viene pubblicata la Lettera Apostolica che commemora tale anniversario. Il titolo è ‘Tutto appartiene all’amore’, riprendendo un’espressione caratteristica di san Francesco di Sales… E magari tutti noi potessimo andare su questa strada dell’amore, tanto bella”.
In una lettera a santa Giovanna Francesca di Chantal ha scritto di vedere Gesù nella mangiatoia piuttosto che seduto sui troni: “Gesù, il Re dell’universo, non si è mai seduto su un trono, mai: è nato in una stalla, avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia; e alla fine è morto su una croce e, avvolto in un lenzuolo, è stato deposto nel sepolcro.
In effetti, l’evangelista Luca, raccontando la nascita di Gesù, insiste molto sul particolare della mangiatoia. Questo vuol dire che esso è molto importante non solo come dettaglio logistico, ma come elemento simbolico per capire che? per capire che genere di Messia è Colui che è nato a Betlemme, che genere di Re: chi è Gesù”.
La mangiatoia è il segno di Dio per Natale: “Guardando la mangiatoia, guardando la croce, guardando la sua vita di semplicità, possiamo capire chi è Gesù. Gesù è il Figlio di Dio che ci salva facendosi uomo, come noi, spogliandosi della sua gloria e umiliandosi. Tale mistero noi lo vediamo concretamente nel punto focale del presepe, cioè nel Bambino che giace in una mangiatoia.
Questo è ‘il segno’ che Dio ci dà a Natale: lo è stato allora per i pastori di Betlemme, lo è oggi e lo sarà sempre… Quello è il segnale. Il trono di Gesù è la mangiatoia o la strada, durante la sua vita quando predicava, o la croce alla fine della vita: questo è il trono del nostro Re”.
E’ un invito a non dimenticare che il ‘segno’ di Dio è la vicinanza: “Non dimenticarlo mai: lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza. Il nostro Dio è vicino, compassionevole e tenero. In Gesù si vede questo stile di Dio. Con questo suo stile, Dio ci attira a sé. Non ci prende con la forza, non ci impone la sua verità e la sua giustizia, non fa proselitismo con noi, no: vuole attirarci con l’amore, con la tenerezza, con la compassione”.
Citando un’altra lettera di san Francesco di Sales il papa evidenzia l’attrazione di Dio attraverso il presepio: “Le nostre forze, le nostre debolezze, si risolvono soltanto davanti al presepio, davanti a Gesù, o davanti alla croce: Gesù spogliato, Gesù povero; ma sempre con il suo stile di vicinanza, compassione e tenerezza. Dio ha trovato il mezzo per attirarci comunque siamo: con l’amore. Non un amore possessivo ed egoistico, come purtroppo è tanto spesso l’amore umano”.
Dio attira perché il suo trono è la mangiatoia, che si trasforma in croce: “Il suo amore è puro dono, pura grazia, è tutto e solo per noi, per il nostro bene. E così ci attira, con questo amore disarmato e anche disarmante, perché quando vediamo questa semplicità di Gesù, anche noi buttiamo fuori le armi della superbia e andiamo lì, umili, a chiedere salvezza, a chiedere perdono, a chiedere luce per la nostra vita, per poter andare avanti. Non dimenticatevi del trono di Gesù: la mangiatoia e la croce, questo è il trono di Gesù”.
Poi il santo esalta la povertà del presepe: “Sì, stiamo attenti a non scivolare nella caricatura mondana del Natale. E questo è un problema, perché il Natale è questo. Ma oggi vediamo che c’è anche un ‘altro Natale’; è la caricatura mondana del Natale, che riduce il Natale a una festa consumistica e sdolcinata.
Ci vuole fare festa, ci vuole, ma che questo non sia il Natale, il Natale è un’altra cosa. L’amore di Dio non è mieloso, ce lo dimostra la mangiatoia di Gesù. L’amore di Dio non è un buonismo ipocrita che nasconde la ricerca dei piaceri e delle comodità.
I nostri vecchi che avevano conosciuto la guerra e anche la fame lo sapevano bene: il Natale è gioia e festa, certamente, ma nella semplicità e nell’austerità”.
Come il papa scrive nella lettera apostolica per questo centenario della morte del santo il presepe è un invito ad ‘accettare’ il ‘piano’ di Dio: “E qui, cari fratelli e sorelle, c’è un grande insegnamento, che ci viene da Gesù Bambino attraverso la sapienza di San Francesco di Sales: non desiderare nulla e non rifiutare nulla, accettare tutto quello che Dio ci manda. Ma attenzione! Sempre e solo per amore, perché Dio ci ama e vuole sempre e solo il nostro bene.
Guardiamo la mangiatoia, che è il trono di Gesù, guardiamo Gesù sulle strade di Giudea, di Galilea, predicando il messaggio del Padre e guardiamo Gesù sull’altro trono, sulla croce. Questo è quello che ci offre Gesù: la strada, ma questa è la strada della felicità”.
(Foto: Santa Sede)