A Torino nella parrocchia di Cavoretto una luce risplende

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La parrocchia di san Pietro in Vincoli di Cavoretto, grazie al parroco don Maurizio De Angeli, ha allestito, per il sesto anno consecutivo un presepe, iniziativa suggestiva ed unica che riempie di luci e suoni la collina di Torino.

Il presepe è visibile dalla strada, che da piazza Freguglia porta alla chiesa di san Pietro in Vincoli, e si allunga per circa 50 metri sul fianco della collina. I personaggi che lo compongono sono oltre 60, hanno grandezza naturale e sono abbigliati con stoffe che vogliono ricordare gli abiti dei pastori dell’epoca. Il presepe è illuminato dalle ore 16.30 alle ore 22.00 ed è visibile fino a domenica 15 gennaio 2023, con il contributo dei bambini dell’asilo ‘Morelli’.

Si segnala in particolare che tutti i giorni, alle 18.30 e alle 21.00, si può assistere ad una rappresentazione scenica intitolata ‘Una luce rifulse – il presepe racconta…’. Attraverso l’ascolto di letture bibliche, accompagnate da giochi di luci e musiche, è raccontato il Natale, dalle profezie dell’Antico Testamento ai racconti evangelici. Un’iniziativa suggestiva ed unica nel suo genere a Torino.

Alle ore 18,30 infatti, tutte le sere, il presepe si spegne e inizia l’ascolto di una registrazione, realizzata con attori professionisti, che leggono alcuni brani biblici, dalle Profezie dell’Antico Testamento ai racconti evangelici, accompagnate da giochi di luci e musiche. 

Sono in totale otto scene dove man mano vengono illuminati alcuni personaggi che nel presepe normalmente rappresentano pastori, contadini, artigiani, ma che in quel momento diventano, ad esempio, Giuseppe che dorme e sogna l’angelo che gli dice di non avere paura, due donne al pozzo diventano Maria che incontra Elisabetta, due abitanti di una casa diventano Gabriele che annuncia a Maria che diventerà la mamma di Gesù, e così via. 

Ad uno degli artefici dell’iniziativa, Carlo Gallo, abbiamo chiesto di raccontarci di come è nata l’idea di un presepe così grande: “L’idea è nata alcuni anni fa, ispirato dalla mamma di una amica, la signora Livia, in Toscana, che aveva inventato un modo semplice per realizzare dei personaggi ad altezza naturale con materiale di recupero (stracci, stoffe, ecc.). Avevamo realizzato, con l’aiuto di alcuni bambini, un presepe molto suggestivo a ridosso di un bosco”.

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