Io come prego? Tre consigli per prepararci al Natale
“Mi diceva ultimamente un gran teologo che le anime senza orazione sono come un corpo storpiato o paralitico che ha mani e piedi, ma non li può muovere. Ve ne sono di così ammalate e talmente avvezze a vivere fra le cose esteriori, da esser refrattarie a qualsiasi cura, quasi impotenti a rientrare in sé stesse. Abituate a un continuo contatto con i rettili e gli animali che stanno intorno al castello, si son fatte quasi come quelli, e non sanno più vincersi, nonostante la nobiltà della loro natura e la possibilità che hanno di trattare nientemeno che con Dio”.
Così Santa Teresa di Gesù, ne ‘Il castello interiore’, parlava dell’importanza della preghiera, per custodire la propria interiorità. Proviamo a riflettere sulle sue parole per prepararci al Natale.
- Io prego? Come?
Possiamo chiederci, partendo da questo testo, se noi preghiamo e in che modo. Facciamo dei monologhi o sappiamo stare in silenzio per far parlare Dio?
Sappiamo dialogare o pretendiamo di imporre i nostri pensieri a Dio?
Sappiamo spostare lo sguardo dal basso verso l’alto, cioè dalle cose materiali ai beni spirituali? Oppure siamo schiavi di tante cose… soldi, cellulare, sesso?
- Quali sono gli ostacoli che incontro nella preghiera?
Forse non mi fido ancora del Signore, forse lo accuso del male presente nel mondo, ignorando che è opera del nemico?
Quali sono ‘i rettili’ e ‘gli animali’ che mi tengono lontano dalle cose del cielo?
Forse ho paura di Dio e non mi lascio andare? Forse non ho il coraggio di dire davvero sia fatta la ‘Tua Volontà’? Cosa mi spaventa? Cosa mi porta ad avere riserve con Dio? Cosa mi ha deluso nella vita per cui oggi ho paura di quello che potrà capitarmi?
Per questo Natale proviamo a individuare gli ostacoli che dobbiamo, con l’aiuto del Signore, rimuovere per avere una vita di fede autentica.
- Sono consapevole della “nobiltà della mia natura”?
So di avere la dignità di figlia o figlio di Dio? So di essere sua creatura prediletta o mi considero polvere inutile, destinata all’oblio?
So di essere destinata/o alla vita eterna?
So che il mio corpo è prezioso, perché Cristo lo ha redento e nell’ultimo giorno lo risusciterà? Sto cercando di preservami o mi butto in situazioni che non danno gioia?
So che la mia anima è collegata con il resto del corpo? So che sono tempio dello Spirito Santo?
In questo Natale, possiamo sostare davanti al presepe. In silenzio. Guardare quel bambino e chiedere che ci aiuti a guardarmi come Lui ci guarda…
- Prenderci un tempo per noi e il Signore soltanto
Abbiamo tutti molte cose da fare, ma ogni giorno possiamo trovare almeno cinque minuti per parlare cuore a cuore con Dio.
In questo Natale impegniamoci a fare spazio. Dal rapporto con il Signore dipende la serenità, la pace, la gioia con cui affrontiamo la vita. Perché Lui ha una serenità, una pace, una gioia che non sono di queste mondo. Chiederle… per credere!