Da Bari la preghiera per la pace nel nome di san Nicola

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Una veglia di preghiera per la pace, ‘in un momento di grandi conflittualità’, con il pensiero rivolto ‘all’escalation terribile nel cuore dell’Europa’, è il gesto che la CEI propone domani, mercoledì 21 dicembre, a Bari, sulla tomba di San Nicola, ‘santo venerato sia dai Cattolici sia dagli Ortodossi (e molto a cuore al popolo ucraino e a quello russo)’.

L’iniziativa è stata annunciata martedì 6 dicembre, giorno della festa di san Nicola da Bari, dalla stessa Cei ed è promossa insieme con l’arcidiocesi di Bari-Bitonto, come ha sottolineato nella lettera di invito il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI:

“Viviamo giorni difficili e li affrontiamo con sentimenti contrastanti, perché le paure e l’angoscia causate dalla guerra, dalle guerre, rischiano di offuscare la luce del Natale. Per questo, vogliamo pregare, insieme, per invocare il dono della pace nel cuore di ciascuno e sull’umanità intera; per ritrovare, in quel Bambino che nasce, la tenerezza che permette di scorgere nell’altro un fratello e una sorella e la forza per spezzare le catene del male che imprigionano il mondo.

Chiediamo l’intercessione di san Nicola, uomo di pace e di comunione, perché chi regge le sorti delle nazioni sappia anteporre l’amore all’odio, il bene comune agli interessi particolari, il dialogo al rumore delle armi”.

Mentre l’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Giuseppe Satriano, ha sottolineato il valore dell’invocazione alla pace: “Invocare la pace non è il facile e comodo atteggiamento di chi si disimpegna dinanzi alla storia, ma l’atto più rivoluzionario che la storia possa conoscere, poiché richiede il coraggio di disarmare i cuori da ogni forma di orgoglio e ricercare quella fraternità necessaria per costruire una umanità rinnovata”.

Mentre nell’omelia della celebrazione eucaristica della solennità l’arcivescovo ha evidenziato il suo ‘stare’ nel popolo: “La sua storia, le leggende che la tradizione ci dona, descrivono Nicola come un uomo innamorato di Dio e profondamente innervato di passione per il popolo affidatogli, mai sordo al grido del povero e sempre pronto ad accogliere le sfide che attanagliavano la vita della sua gente.

Maestro e pastore, san Nicola, è ancora oggi per noi e per tutta la cristianità, in particolare per i fratelli d’oriente, quel ponte tra cielo e terra a cui consegnarsi nei momenti difficili e di grande disperazione. Egli è l’immagine vera del pastore buono, sempre pronto a farsi carico di chi è nella difficoltà e nella fatica del vivere”.

Ed è stato un ‘grande’ intercessore: “Autentico intercessore, il nostro grande santo si conformò e si unì alla preghiera di Gesù, che intercede presso il Padre per tutti gli uomini, in particolare per i peccatori e anche per i nemici. Il suo soccorso non procurò soltanto guarigioni e prodezze della grazia a favore di malcapitati o perseguitati, ma costruì possibilità di pace e di unità”.

L’omelia dell’arcivescovo è stato un invito ad affidarsi alla sua intercessione: “Mentre ci affidiamo a Lui, da Lui desideriamo imparare a vivere questa dimensione della vita cristiana. Inter-cedere, etimologicamente, significa ‘fare un passo tra’, ‘interporsi’ tra due parti, indicando una compromissione attiva, un prendere sul serio tanto la relazione con Dio quanto quella con gli uomini.

Rivolgendoci al ‘Padre nostro’ da veri figli, desideriamo vivere la fraternità che ci lega agli altri uomini. E’ l’intercessione la forma di preghiera in cui si manifesta la pienezza del nostro essere credenti come relazione con Dio e con gli uomini”.

San Nicola è stato sempre al fianco del popolo: “San Nicola visse tutto questo rivestendosi di grande compassione e tenerezza per chi soffriva; accogliendo costantemente le fatiche della sua gente per la quale si spese non solo sul piano ecclesiale, ma anche su quello sociale, sapendosi opporre a chi spadroneggiava e aprendo i cuori a conversione”.

Per questo mons. Satriano ha chiesto di ‘assediare’ il santo di Mira per la pace in Ucraina: “E’ per tale ragione che, dinanzi alla guerra scoppiata tra cristiani nella vicinia Ucraina, noi non possiamo rimanere indifferenti e dobbiamo spendere la nostra vita a favore di una soluzione del conflitto, che tanto dolore sta portando nelle case degli ucraini e dei russi.

E’ per tale ragione che dobbiamo assediare san Nicola e chiedere il suo potente intervento, Lui che è caro al cuore delle Chiese che sono in Ucraina e in Russia. E’ per tale ragione che non dobbiamo indebolire il nostro impegno e pregare incessantemente per tutte le popolazioni afflitte dalla guerra”.

L’invocazione alla pace non è disimpegno, ma una ‘rivoluzione’: “Invocare la Pace, non è il facile e comodo atteggiamento di chi si disimpegna dinanzi alla storia. No! Invocare la pace è l’atto più rivoluzionario che la storia possa conoscere, poiché richiede il coraggio di disarmare i cuori da ogni forma di orgoglio e ricercare quella fraternità necessaria per costruire una umanità rinnovata.

Alla luce del Vangelo e della vita di san Nicola non possiamo legittimare la guerra neanche dinanzi a ingiustizie e criminali. La guerra è sempre un tornare indietro e aprire alla barbarie: è la storia che ce lo insegna”.

Ed ha concluso l’omelia con l’invito a compiere ‘opere di pace’ in ‘questa triste ora della storia’: “San Nicola ci invita a non ripiegarci su noi stessi, ma a sposare le sorti del mondo, rivestendoci di autentica compassione.

Coraggio e fiducia, riprendiamo il cammino dell’avvento che corre verso il Signore che viene; lasciamoci avvolgere dalla presenza di san Nicola e con cuore indiviso abbracciamo questo tempo di dolore, sapendo seminare la pace, ovunque, comunque, a qualsiasi costo.

Nelle nostre famiglie, per le città, nelle nostre comunità, la devozione a san Nicola si trasformi in intercessione vissuta mediante opere di pace”.

La conclusione è stata affidata ad una preghiera al Santo: “San Nicola, uomo di Dio e servo fedele di Cristo, sii misericordioso e accogli la nostra supplica. In te, abbiamo riposto la nostra speranza e a te rivolgiamo la nostra preghiera.

Tu sei, per ogni cristiano, il soccorritore e il difensore: liberaci da tutti i nostri pericoli e da tutti i nostri mali, dona la pace ai nostri giorni. Intercedi per noi, o Santo beatissimo, affinché veniamo salvati tramite le tue preghiere, per la grazia e la misericordia dell’unigenito Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo”.

(Foto: Arcidiocesi di Bari-Bitonto)

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