Il presepe di Piazza San Pietro del Natale 2022 come sarà?

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Arriva da Sutrio in Carnia, nella regione del Friuli Venezia Giulia, il presepe che profuma di legno di cedro fino al 6 gennaio in piazza san Pietro, a Roma, con le sue 18 statue disposte su una superficie di 116 metri quadrati, illuminate da 50 punti luce: è il presepe realizzato da un team di artisti ed artigiani del legno che da decenni sono attivi sul territorio, a Sutrio e in tutta la regione.

Forte di una consolidata e sempre attuale tradizione dell’artigianato del legno, l’amministrazione comunale di Sutrio aveva manifestato la propria disponibilità ad offrire il presepe per il tradizionale allestimento natalizio in piazza San Pietro: una proposta accolta nel 2020 dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

Da allora, nell’ultimo biennio, 11 scultori del legno da tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia si sono dedicati all’intaglio del Presepe: Stefano Comelli, direttore artistico del progetto, p. Gianni Bordin, Andrea Caisutti, Corrado Clerici, Paolo Figar, Arianna Gasperina, Isaia Moro, Martha Muser, Hermann Plozzer, Renato Puntel e l’artista ucraino Oleksander Shteyninher, in Italia dal 1999.

Il Presepe di Sutrio è stato concepito con grande attenzione ai valori della sostenibilità: nessun albero è stato abbattuto per fornire la materia prima: se la struttura complessiva è stata realizzata con 24 metri cubi di legno di larice, certificato dalla regione, proviene dalle risorse dei vivaisti attivi nei giardini pubblici o privati del comprensorio il legno utilizzato per le 18 statue: l’essenza di cedro veniva piantumata più di cent’anni fa. 

P. Gianni Bordin, frate cappuccino dal 1985 e sacerdote  dal 1991, parallelamente agli studi in seminario  ha praticato diversi stages in Valle Aurina (BZ) per imparare la tecnica dell’intaglio, per 2 anni ha frequentato la ‘Scuola Beato Angelico’ di Milano con specializzazione in scultura. A lui chiediamo di spiegarci la caratteristica del presepe di Sutrio: “Complessivamente, il presepe peserà 16,8 tonnellate. L’estensione della superficie della Grotta, sotto la cupola alta 5,65 metri, sarà di 41 metri quadrati. La superficie del palco sottostante sarà di ulteriori 75 metri quadrati. Saranno 18 le statue del presepe di Sutrio, tutte di dimensione realistica: ogni personaggio brillerà grazie al progetto di light design a cura di Skirà. 

Con attenzione alla tradizione sarà rappresentata la Sacra Famiglia: Gesù Bambino, in un atteggiamento di amorevole serenità, avrà le fattezze classiche del neonato avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia.

La Madonna sarà raffigurata in ginocchio, alla sinistra del Bambino Gesù; san Giuseppe, in piedi alla destra del Bambino, reggerà la piccola lanterna, simbolo di luce e speranza, che illumina Gesù. Il bue e l’asinello, con fattezze realistiche, saranno coricati a fianco di Maria e Giuseppe. Sopra la Natività, sulla cupola della grotta ad un’altezza di 7 metri circa, l’Angelo sarà presidio di luce per tutti.

Non mancano i personaggi che richiamano la tradizione del territorio: il falegname, innanzitutto, riferimento immediato ai tanti artigiani che, nelle Alpi Carniche, hanno fatto del lavoro del legno la loro vocazione. E poi la tessitrice, che richiama il lavoro femminile di molte donne della Carnia, il Cramar, che partendo a piedi dal suo piccolo paese, e portando sulle spalle una cassettiera di legno, andava di villaggio in villaggio a vendere i prodotti artigianali della sua comunità. E ci saranno la pastora, la famiglia con tre figure (una donna, un uomo, un bambino) unite in un abbraccio. 

Però occorre rimarcare anche il carattere religioso e non sia solo popolare ed artistico. Bisogna tenerlo presente anche quando lo facciamo nelle nostre case. C’è una tradizione ma ha anche un fondamento nella fede, che significa credere in quel Bambino, che è ‘speciale’, meritando tutto il contorno dei personaggi e di situazioni”.

Quale ‘sentimento’ si prova ad esporre il presepe in piazza san Pietro?

“E’ emozionante, anche se l’emozione è stata gustata dall’essere stati coinvolti nel contribuire al presepe con il proprio ‘pezzo’ ed essere stati con gli amici passando bei momenti a Sutrio. Poi essere visti dal mondo per me è un’emozione relativa. La gioia è quella di stare insieme a Roma insieme al papa. La ‘visibilità’ non mi interessa molto”.

In quale modo l’arte racconta il Natale?

“Essendo il Natale fondamento della Salvezza, l’arte si è espressa alla ‘grande’ nei secoli. Bisogna prenderci un po’ anche il merito quando san Francesco a Greggio ha inventato questa forma popolare di dare un messaggio di contemplazione del Mistero per vedere con gli occhi il Vangelo e non solo di vederlo con gli occhi. In questo senso l’arte aiuta a comprendere la grandezza della fede”.

Come è nata la sua ‘passione’ per la scultura?

“La mia passione per la scultura è  nata allo stesso modo come è nata la mia passione per il sacerdozio: con semplicità. Trovi qualcuno che fa qualcosa che ti appassiona e ti coinvolge; te lo fa sentire dentro. Quindi hai la possibilità di lavorare con persone che hanno la pazienza di starti dietro e di insegnarti l’arte. Così nasce la passione di realizzare il desiderio.

All’inizio è un seme che non sai cosa può diventare: una pianta enorme o solo un filo d’erba. Anche la nascita del mio sacerdozio è stata un mistero. Non c’è stata una scuola, ma un sentimento interiore, che ha avuto la possibilità di svilupparsi perché ho trovato persone disponibili e competenti, che mi hanno fatto innamorare di Dio fatto carne”.

(Tratto da Aci Stampa)

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