Papa Francesco alle famiglie: abbiamo bisogno di figli

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Venerdì 2 dicembre papa Francesco ha ricevuto il Forum delle Associazioni familiari, guidati da Gianluigi De Palo, ringraziandolo per l’impegno a favore della famiglia e perché testimoniano la gioia della famiglia: “Prima ancora, però, vorrei dirvi che vedo in voi una testimonianza della gioia di essere famiglia, cioè del messaggio centrale che ho voluto dare con l’Esortazione ‘Amoris Laetitia’. Gioia di essere famiglia non vuol dire che tutto va bene, che non ci sono problemi… No, non è questo”.

La gioia della famiglia si vive nella quotidianità: “Tutti sappiamo che la vita familiare è fatta di momenti felici e di altri dolorosi, di periodi più sereni e di altri più difficili, a volte duri. Ma c’è una gioia che può attraversare tutte queste situazioni, perché sta a un livello più profondo, e che viene proprio dall’essere famiglia, percepito come dono, con un senso intimo di gratitudine. Una riconoscenza che si rivolge prima di tutto Dio, e poi ai nostri antenati, ai bisnonni, ai nonni, ai genitori; ma anche ai figli e ai nipoti, certo, perché i piccoli rigenerano l’amoris laetitia nei vecchi e negli adulti”.

La gioia non è per una famiglia ideale: “Ripeto: non parlo di una famiglia ideale, di un modello standard da applicare per essere felici. Ogni famiglia ha il suo cammino e la sua storia, come ce l’ha ogni persona. Parlo della realtà concreta di tante famiglie in cui genitori e figli, insieme ai nonni, agli zii, ai cugini, cercano giorno per giorno di andare avanti non inseguendo i modelli mondani ma con uno stile di semplicità e di servizio”.

L’altro aspetto messo in risalto dal papa riguarda la politica familiare: “Lo fate non a partire da una particolare ideologia, ma sulla base della dottrina e della prassi sociale della Chiesa. E lo fate applicando il metodo del dialogo: dialogare con tutte le istituzioni responsabili delle politiche familiari, non per fare gli interessi di una parte, di una categoria, ma ricercando il bene comune”.

La famiglia deve aprirsi al bene comune: “Questo secondo aspetto è complementare al primo. In effetti, una famiglia cristiana non può mai chiudersi nel proprio guscio; non può dire: stiamo bene noi, gli altri si arrangino!

La famiglia cristiana, ma direi ogni famiglia fondata sull’amore, è aperta e attenta a ciò che accade fuori di casa, cerca di essere accogliente e solidale, a partire dalle situazioni di vicinato, di condominio, di quartiere, fino a quelle a livello sociale più ampio, come pure di altri Paesi e altri continenti. La famiglia è chiamata ad essere un fattore di fraternità e di amicizia sociale, radicata in un territorio e nello stesso tempo aperta al mondo”.

Per questo è missionaria: “E non pensiamo che questa sia una novità dei nostri tempi! Nell’Ottocento le riviste missionarie portavano nelle case della gente più semplice, insieme con i racconti dei missionari, anche tante notizie su Paesi e popoli lontani. Del resto, questa apertura appartiene al DNA della Chiesa, che per sua natura educa a una mentalità cattolica, a un orizzonte universale”.

Ed ha ribadito la necessità di una politica per la natalità: “Questa è l’unica strada per arrivare a un’inversione di tendenza del tasso di natalità. Noi qui siamo in un brutto inverno demografico, bruttissimo. Qui tocchiamo un punto che condivido con voi e sul quale, anzi, vi ringrazio, perché mi avete aiutato a conoscere meglio la situazione.

Grazie anche alle vostre iniziative, il tema della natalità è ormai emerso in primo piano nelle agende politiche. Ma si tratta di passare dalle parole ai fatti; e poi di passare dai palliativi a una terapia vera ed efficace”.

 E’ stato un ringraziamento per l’impegno a trovare nuove vie: “E voi, giustamente, non volete limitarvi a denunciare il problema. Sarebbe troppo facile e troppo comodo.

Cercate invece di seguirne gli sviluppi, di vigilare sul lavoro delle istituzioni preposte, non (come spesso avviene) per criticare l’operato degli avversari politici, ma in atteggiamento costruttivo, facendo proposte realistiche e documentate, offrendo la consulenza di esperti al di sopra delle parti. Questo è un servizio che può fare una realtà come la vostra, che cerca di pensare e agire politicamente ‘al di qua’ degli schieramenti partitici”.

Per ‘salvare’ la famiglia’ il papa ha tracciato alcune strade con l’invito ai genitori di giocare con i figli: “Cari amici, andate avanti su queste due strade: la testimonianza gioiosa dell’essere famiglia e l’impegno per una buona politica per e con le famiglie. Ma devo aggiungere: abbiate cura di voi stessi, come coppie e come famiglie!

Prendetevi il tempo necessario per la preghiera, per il dialogo tra voi coniugi e con i figli, e per la vita comunitaria nella Chiesa. E prendete il tempo anche per giocare con i figli! Giocare, ‘perdere tempo’ con i figli, giocare. Le famiglie che vogliono impegnarsi a livello associativo e sociale devono, a maggior ragione, alimentare la vita spirituale e la spiritualità coniugale e familiare”.

Ed infine ha raccontato un episodio avvenuto alcuni giorni prima: “L’ho detto, ma voglio ripeterlo: stiamo vivendo un inverno demografico grave e dobbiamo reagire a questo, con tutte le nostre forze, con il nostro lavoro, con le nostre idee per convincere.

Il mio segretario mi ha detto che l’altro giorno, passando per piazza San Pietro, ha visto una signora con la carrozzina dei bambini, voleva guardare i bambini… e c’era dentro un cagnolino! E’ un simbolo, per questo lo dico. Ci vogliono figli. Abbiamo bisogno di figli”.

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