Papa: nella croce di Cristo c’è l’amore di Dio

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Su Twitter papa Francesco ha scritto un messaggio ai giovani per far comprendere la Via Crucis: “Ogni Venerdì ci permette di ricordare quanto Gesù ha sofferto per noi. Fa Signore che non dimentichiamo mai quanto ci ami”. Una marea di giovani hanno accolto papa Francesco per la Via Crucis, che introduce ai momenti fondamentali di sabato e domenica della GMG, a Copacabana. Certo vedere la ‘papamobile’ percorrere la strada invasa da giovani a Copacabana è uno spettacolo, perché nel nostro immaginario collettivo la località brasiliana è legata ad immagini vacanziere; invece per tre giorni è invasa da giovani alla ricerca di una Parola che da speranza: la Via Crucis è il rinnovo dell’avvenimento fondamentale del cristianesimo: la morte e la resurrezione di Gesù Cristo. Il testo della Via Crucis è stato preparato appositamente per i giovani da due sacerdoti: padre Zezinho e padre Joãozinho, dehoniani, noti per il loro ‘lavoro’ con i giovani.

Ulysses Cruz, direttore artistico della Rappresentazione della Via Crucis, ha spiegato che le 14 scene s’ispirano alle processioni del XVI secolo ed evidenziano questioni di grande importanza e molto sentite fra le nuove generazioni: vita, droga, religiosità, malattia, social-media e rete… La colonna sonora è stata eseguita dal vivo da un’orchestra sinfonica nella quale saranno inseriti musicisti pop: in totale gli interpreti delle 14 stazioni sono oltre 500. Inoltre 13 sono rappresentate lungo i 900 metri del passaggio centrale dell’Avenida Atlantica e l’ultima sul palco centrale. Ogni stazione ha rappresentato una situazione giovanile, legata alle domande esistenziali, con momenti dinamici, che ha coinvolto anche papa Francesco, come ha affermato il Direttore Artistico, Ravel Cabral: “La Via Crucis è pensata per dialogare con i giovani. In che modo il cammino di sofferenza di Cristo coinvolge oggi la gioventù, con tutti i suoi problemi? E’ un percorso che invita alla solidarietà. Non si tratta solo di rievocare questi problemi, ma di incoraggiare i giovani a intraprendere azioni solidali e cristiane. E’ dalla Croce che nasce la Luce”.

 

Grande entusiasmo nei giovani, che, appena papa Francesco ha detto ‘Te adoremus…’, hanno fatto subito silenzio ed hanno seguito, raccolti in preghiera, la Croce, che ha sempre accompagnato le Giornate Mondiali della Gioventù, percorse le strade di Copacabana, meditando le testimonianze di vita di altri giovani: In concreto, ciascuna delle stazioni è legata ad su un tema legato alle domande esistenziali che i giovani si pongono, con le meditazioni di un giovane missionario, di un giovane convertito, di un giovane di una comunità di recupero, di un giovane portavoce di tutte le madri, di un giovane seminarista, di una giovane religiosa che lotta contro l’aborto, rinnovando il suo sì alla vita, di una giovane coppia, di un giovane portavoce delle donne che soffrono, di uno studente disabile sulla sedia a rotelle, di un giovane utente dei social network, di un giovane coinvolto nella pastorale penitenziaria, di un giovane malato terminale, di un giovane con disabilità uditiva, di giovani nord-americani, sud-americani, dei Caraibi, dell´Oceania, europei e asiatici.

 

Alla conclusione della Via Crucis papa Francesco si è rivolto ai giovani: “Siamo venuti oggi qui per accompagnare Gesù lungo il suo cammino di dolore e di amore, il cammino della Croce, che è uno dei momenti forti della Giornata Mondiale della Gioventù”. Infatti al termine dell’Anno Santo della Redenzione, il Beato Giovanni Paolo II la ha affidata ai giovani per portarla in tutta il mondo: “Cari fratelli, nessuno può toccare la Croce di Gesù senza lasciarvi qualcosa di se stesso e senza portare qualcosa della Croce di Gesù nella propria vita”. Poi ha posto tre domande: che cosa avete lasciato nella Croce voi, cari giovani del Brasile, in questi due anni in cui ha attraversato il vostro immenso Paese? E che cosa ha lasciato la Croce di Gesù in ciascuno di voi? E, infine, che cosa insegna alla nostra vita questa Croce? Il papa ha narrato un’antica tradizione della Chiesa di Roma:

“L’Apostolo Pietro, uscendo dalla città per fuggire dalla persecuzione di Nerone, vide Gesù che camminava nella direzione opposta e stupito gli domandò: ‘Signore, dove vai?’. La risposta di Gesù fu: ‘Vado a Roma per essere crocifisso di nuovo’. In quel momento, Pietro capì che doveva seguire il Signore con coraggio, fino in fondo, ma capì soprattutto che non era mai solo nel cammino; con lui c’era sempre quel Gesù che lo aveva amato fino a morire sulla Croce”.

Ecco il nuovo significato della croce di Gesù:  “Con la Croce Gesù si unisce al silenzio delle vittime della violenza, che non possono più gridare, soprattutto gli innocenti e gli indifesi; con la Croce, Gesù si unisce alle famiglie che sono in difficoltà, che piangono la perdita dei loro figli, o che soffrono nel vederli preda di paradisi artificiali come la droga; con la Croce, Gesù si unisce a tutte le persone che soffrono la fame in un mondo che ogni giorno getta via tonnellate di cibo; con la Croce, Gesù si unisce a chi è perseguitato per la religione, per le idee, o semplicemente per il colore della pelle; nella Croce, Gesù si unisce a tanti giovani che hanno perso la fiducia nelle istituzioni politiche perché vedono egoismo e corruzione o che hanno perso la fede nella Chiesa, e persino in Dio, per l’incoerenza di cristiani e di ministri del Vangelo. Nella Croce di Cristo c’è la sofferenza, il peccato dell’uomo, anche il nostro, e Lui accoglie tutto con le braccia aperte, carica sulle sue spalle le nostre croci e ci dice: Coraggio! Non sei solo a portarle! Io le porto con te e io ho vinto la morte e sono venuto a darti speranza, a darti vita”.

 

La risposta alla seconda domanda consiste nella “certezza dell’amore incrollabile di Dio per noi. Un amore così grande che entra nel nostro peccato e lo perdona, entra nella nostra sofferenza e ci dona la forza per portarla, entra anche nella morte per vincerla e salvarci. Nella Croce di Cristo c’è tutto l’amore di Dio, la sua immensa misericordia. E questo è un amore di cui possiamo fidarci, nel quale possiamo credere. Cari giovani, fidiamoci di Gesù, affidiamoci totalmente a Lui, perché Lui non delude mai nessuno. Solo in Cristo morto e risorto troviamo salvezza e redenzione. Con lui, il male, la sofferenza e la morte non hanno l’ultima parola, perché Lui ci dona speranza e vita: ha trasformato la Croce da strumento di odio, di sconfitta, di morte in segno di amore, di vittoria, di trionfo e di vita”.

 

Ricordando che il primo nome dato al Brasile è stato quello di ‘Terra de Santa Cruz’, ha affermato che il Signore condivide con noi la nostra croce: “Ma la Croce di Cristo ci invita anche a lasciarci contagiare da questo amore, ci insegna allora a guardare sempre l’altro con misericordia e amore, soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiuto, chi aspetta una parola, un gesto e ad uscire da noi stessi per andargli incontro e tendergli la mano. Tanti volti hanno accompagnato Gesù nel suo cammino verso il Calvario: Pilato, il Cireneo, Maria, le donne…”. Quindi ha invitato i giovani a scegliere tra Pilato ed il Cireneo e Maria: “Cari giovani, alla Croce di Cristo portiamo le nostre gioie, le nostre sofferenze, i nostri insuccessi; troveremo un Cuore aperto che ci comprende, ci perdona, ci ama e ci chiede di portare questo stesso amore nella nostra vita, di amare ogni nostro fratello e sorella con questo stesso amore”. La Via Crucis è stata conclusa dalla recita della preghiera del Padre Nostro e la benedizione del Papa, accompagnata dallo sventolio di tutte le bandiere del mondo.

 

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