Der Synodale Weg: “Vieles haben sie verlernt, vieles”. “Dass dir halte der Mann, was er als Knabe gelobt”

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 19.11.2022 – Vik van Brantegem] – Il titolo in tedesco riporta la dicitura in tedesco del “Cammino sinodale” e due frasi del poeta tedesco Friedrich Hölderlin, citati da Papa Francesco nell’incontro con i giornalisti ammessi al Volo Papale durante il volo di ritorno da Bahrain, il 6 novembre 2022, in risposta all’ultima domanda, del giornalista tedesco Ludwig Ring-Eifel, in riferimento alla situazione della Chiesa Cattolica Romana in Germania. Tradotti: Molto hanno disimparato, molto e Il vecchio mantenga quello che ha promesso da fanciullo. Il Papa ha detto: «Ai cattolici tedeschi dico: la Germania ha una grande e bella Chiesa Evangelica; io non ne vorrei un’altra, che non sarà tanto buona come quella; ma la voglio Cattolica, alla cattolica, in fratellanza con quella Evangelica». In fondo riporto la domanda del giornalista e la risposta del Santo Padre per intero.

Ho preso queste due citazioni come titolo – un monito del Capo della Chiesa universale rivolto alla Chiesa particolare in Germania. Più che in “Cammino sinodale”, si trova su una via scismatica, all’inseguimento del eresiarca Lutero – come un aiuto per il discernimento sul Comunicato congiunto della Santa Sede e della Conferenze Episcopale di Germania, sulla riunione interdicasteriale che si è svolta ieri, 18 novembre, a cui hanno partecipato, con i Capi di alcuni Dicasteri della Curia Romana, i 62 vescovi della Chiesa cattolica in Germania presenti a Roma per la Visita ad Limina Apostolorum. Riporto il testo del Comunicato, pubblicato sul Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede N. 861, seguito da un commento di Nico Spuntoni, pubblicato oggi da La Nuova Bussola Quotidiana.

La precedente Dichiarazione della Santa Sede sul “Cammino sinodale” in Germania, “per tutelare la libertà del popolo di Dio e l’esercizio del ministero episcopale”, risale al 21 luglio 2022 [QUI], con la risposta dei Presidenti del Cammino sinodale tedesco, lamentandosi del “non-dialogo delle autorità romane” del giorno successivo [QUI].

Ricordiamo anche la correzione fraterna dei vescovi ucraini ai vescovi tedeschi in merito al “Cammino sinodale” nel dicembre del 2019 [QUI] e la lettera nel mese di febbraio 2022 dei vescovi polacchi che esortano i vescovi tedeschi di convertirsi e di ritornare alla fede della Chiesa Cattolica [QUI].

Comunicato congiunto della Santa Sede e della Conferenza Episcopale di Germania, 18 novembre 2022

Nella mattinata di oggi, 18 novembre, si è svolta una riunione interdicasteriale presso l’Istituto Augustinianum, a Roma, cui hanno partecipato, con i Capi di alcuni Dicasteri della Curia Romana, i 62 vescovi della Chiesa cattolica in Germania presenti a Roma per la Visita ad Limina Apostolorum.
L’incontro era programmato da tempo come un’opportunità per riflettere insieme sul Cammino sinodale in corso in Germania convocato per reagire ai casi di abuso sessuale su minori da parte di ecclesiastici.
A moderare la riunione è stato il Cardinale Segretario di Stato, Sua Eminenza Pietro Parolin, che nell’introdurre i lavori ha ricordato il vincolo di comunione e di amore che unisce i Vescovi tra di loro e con il Successore di Pietro e, sottolineando l’importanza dell’incontro come momento di condivisione e di grazia, di unità nelle differenze, ha accennato alle preoccupazioni che il Cammino sinodale suscita, indicando il rischio di “riforme della Chiesa e non nella Chiesa”.
Nel suo intervento introduttivo, Sua Eccellenza Mons. Georg Baetzing, Vescovo di Limburg e Presidente della Conferenza Episcopale di Germania, ha offerto una lettura dei lavori del Cammino sinodale tedesco, e ne ha evidenziato lo spirito, fondato sull’ascolto del Popolo di Dio e sul dolore per gli abusi commessi da membri del clero. Mons. Baetzing ha inoltre elencato i temi discussi nelle assemblee: Potere e divisione dei poteri nella Chiesa – Partecipazione comune e progettazione missionaria; Vita sacerdotale oggi; Donne nei ministeri e negli uffici della Chiesa; Vivere in rapporti che funzionano – Vivere l’amore nella sessualità e nel rapporto di coppia. Infine Sua Eccellenza ha espresso apprezzamento per i lavori del Sinodo indetto dal Santo Padre per l’intera Chiesa e la scelta di dilatarne i tempi.
Sono seguite le relazioni teologiche degli Em.mi Cardinali Luis Francisco Ladaria, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, e Marc Ouellet, Prefetto del Dicastero per i Vescovi, i quali sono entrati con franchezza e chiarezza in merito alle preoccupazioni e alle riserve relative alla metodologia, ai contenuti e alle proposte del Cammino sinodale, proponendo, a beneficio dell’unità della Chiesa e della sua missione evangelizzatrice, che le istanze sin qui emerse si inseriscano nel Sinodo della Chiesa universale.
Nel dialogo aperto successivamente sono intervenuti numerosi vescovi tedeschi e rappresentanti della Curia. È emersa così l’importanza e anche l’urgenza di definire e approfondire alcune delle tematiche evidenziate, ad esempio quelle riferite alle strutture della Chiesa, al ministero sacro e all’accesso ad esso, all’antropologia cristiana, ecc. Al contempo si è manifestata la piena consapevolezza, da parte di tutti, di essere in cammino con l’intero santo e paziente Popolo di Dio, anche nel confronto tra posizioni diverse. Proprio in questo senso, molti interventi hanno indicato la centralità dell’evangelizzazione e della missione come fine ultimo dei processi in corso, come pure la consapevolezza dell’indisponibilità di alcuni temi.
In questa prospettiva di condivisione aperta e fraterna, sono state avanzate alcune proposte, come quella di applicare una moratoria al Cammino sinodale tedesco, che non ha trovato spazio, e quella di favorire un supplemento di riflessione e di ascolto reciproco alla luce delle perplessità emerse.
Nel concludere, il Cardinale Segretario di Stato ha espresso il suo apprezzamento per il confronto, non formale, ma necessario e costruttivo, di cui “non si potrà non tenere conto” nei percorsi in atto.
Si è convenuto circa la necessità di proseguire nei prossimi mesi l’ascolto e il dialogo reciproco, perché possano contribuire ad un arricchimento del Cammino Sinodale tedesco e del Sinodo universale della Chiesa.

Synodaler Weg
Vescovi tedeschi: il Papa diserta l’incontro con la Curia
di Nico Spuntoni
La Nuova Bussola Quotidiana, 19 novembre 2022


Non deve essere stato facile l’incontro tra la conferenza episcopale tedesca e i capi dicastero per discutere del controverso e radicale cammino sinodale in Germania. Il vero giallo è l’assenza del Papa, ma non è sfuggita la familiarità che ha mostrato anche giovedì scorso nei confronti del cardinal Marx.

L’attesa visita ad limina dei vescovi tedeschi si chiude con un giallo. Ieri, infatti, i 67 membri della conferenza episcopale tedesca avrebbero dovuto vedere un’altra volta i capi dicastero della Curia e il Papa. Secondo le previsioni, l’oggetto di quest’ultimo incontro prima della conferenza stampa conclusiva fissata questa mattina a Palazzo Cesi sarebbe dovuto essere proprio l’agenda del Cammino Sinodale che sta allontanando la maggioranza dell’episcopato tedesco da Roma.

E invece Francesco non si è presentato all’Istituto Patristico Augustinianum. E così dietro la cattedra dell’auditorium si sono seduti soltanto i cardinali Pietro Parolin, Luis Francisco Ladaria Ferrer e Marc Ouellet che in qualità di Segretario di Stato, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede e prefetto del Dicastero per i Vescovi sono i più interessati alle implicazioni che il processo sinodale tedesco potrebbe avere per la Chiesa universale.

Nel comunicato congiunto non c’è alcuna spiegazione – ufficiale o ufficiosa – sulla mancata partecipazione, data per scontata nei giorni e nelle ore precedenti. L’assenza a sorpresa del Papa proprio all’appuntamento dedicato al controverso Synodaler Weg è un segnale preciso all’episcopato tedesco o va fatta risalire a qualche impedimento fisico? La salute del Pontefice, però, non desta preoccupazioni dal momento che proprio oggi è prevista la sua partenza per Asti, nei luoghi d’origine della sua famiglia e dove si tratterrà anche domani.

Da ciò che sembra trapelare sul faccia a faccia all’Augustinianum, quello tra Curia e Conferenza Episcopale Tedesca non è stato un confronto facile. I capi dicastero della Santa Sede hanno dato voce alle forti preoccupazioni sulle rivendicazioni tedesche in merito a morale sessuale e partecipazione dei laici all’elezione di un vescovo. Nel comunicato si è parlato esplicitamente di «definire e approfondire» i temi affrontati ieri come quelli relativi alle «strutture della Chiesa, ministero sacro e l’accesso ad esso, l’antropologia cristiana» e non è mancato l’accenno «alle preoccupazioni che il Cammino sinodale suscita, indicando il rischio di “riforme della Chiesa e non nella Chiesa”». In platea, tra i responsabili curiali, anche il cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, fortemente critico con il testo guida del Cammino Sinodale e protagonista di uno scontro recente con il presidente della Dbk, Georg Bätzing.

Difficile che questa visita ad limina, arrivata sette anni dopo l’ultima, possa essere ricordata per un via libera romano all’agenda radicale del Synodaler Weg che, peraltro, viene contestata da una parte non residuale dello stesso episcopato tedesco. In questi quattro giorni romani è emersa ancora una volta la centralità di una figura come quella del cardinale Reinhard Marx, l’uomo che ha voluto fortemente avviare questo percorso sinodale. L’arcivescovo di Monaco e Frisinga, pur avendo lasciato la guida della Conferenza nel 2020, continua ad essere l’uomo forte della linea di rottura nella Chiesa tedesca anche in virtù del ruolo di peso ricoperto in Vaticano in qualità di coordinatore del Consiglio per l’economia e membro del Consiglio dei cardinali.

Anche nell’incontro dei 67 vescovi con Francesco andato in scena giovedì nel Palazzo Apostolico si è notata la familiarità del prelato con il Santo Padre. Quest’ultimo, però, ha pubblicamente ammonito i vescovi tedeschi sulla piega presa dal Cammino Sinodale. Lo ha fatto poche settimane fa di ritorno dal viaggio in Bahrain quando ha detto: «la Germania ha una grande e bella Chiesa Evangelica; io non ne vorrei un’altra, che non sarà tanto buona come quella; ma la voglio Cattolica, alla cattolica, in fratellanza con quella Evangelica». Una battuta significativa che aveva già pronunciato al cospetto di Bätzing, come rivelato a maggio nella conversazione con i direttori delle riviste culturali europee della Compagnia di Gesù.

Alla luce di ciò, Marx potrebbe aver capito di dover giocare “in trasferta” a Roma e ha preso le sue contromisure, facendo sfoggio, sui temi più caldi, di una prudenza a lui inconsueta almeno in Germania: parlando ai suoi confratelli nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il cardinale ha sgombrato il campo dall’ipotesi uno scontro frontale con la Santa Sede, sostenendo che i vescovi tedeschi devono «avere il coraggio di iniziare qualcosa di nuovo alla luce della tradizione e portare con sé il tesoro del passato».

Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco nel Regno del Bahrain in occasione del “Bahrain Forum for Dialogue: East and West for Human Coexistence” (3 – 6 novembre 2022)
Incontro del Santo Padre con i giornalisti ammessi al Volo Papale durante il volo di ritorno, 6 novembre 2022

Ludwig Ring-Eifel, Centrum informationis Catholicum: «Come si può fare una connessione tra quello che abbiamo visto nel Bahrein e la situazione in Germania? Perché in Bahrein abbiamo visto una Chiesa piccola, un piccolo gregge, una Chiesa povera, con tante tante restrizioni eccetera, però una Chiesa vivace, piena di speranza, che cresce. In Germania, invece, abbiamo una Chiesa grande, con grandi tradizioni, ricca, con teologia, soldi e tutto quanto, che però perde ogni anno trecentomila credenti che se ne vanno, che sta in crisi profonda. C’è qualcosa da imparare da questo piccolo gregge che abbiamo visto in Bahrein per la grande Germania?».
Papa Francesco: «La Germania ha una vecchia storia religiosa. Citando Hölderlin direi: “Vieles haben sie verlernt, vieles” (Molto hanno disimparato, molto). La vostra storia religiosa è grande e complicata, di lotte. Ai cattolici tedeschi dico: la Germania ha una grande e bella Chiesa Evangelica; io non ne vorrei un’altra, che non sarà tanto buona come quella; ma la voglio Cattolica, alla cattolica, in fratellanza con quella Evangelica. A volte si perde il senso religioso del popolo, del santo popolo fedele di Dio, e cadiamo nelle discussioni eticiste, nelle discussioni di congiuntura, nelle discussioni politiche ecclesiastiche, nelle discussioni che sono conseguenze teologiche, ma non sono il nocciolo della teologia. Cosa pensa il santo popolo fedele di Dio? Come sente il santo popolo di Dio? Andare lì a cercare cosa pensa, come sente, quella religiosità semplice, che trovi nei nonni. Non dico di tornare indietro, no, ma alla fonte di ispirazione, alle radici. Tutti noi abbiamo una storia di radici della fede, anche i popoli l’hanno: bisogna ritrovarla! Mi viene in mente quella frase di Hölderlin per la nostra età: “Dass dir halte der Mann, was er als Knabe gelobt” (Il vecchio mantenga quello che ha promesso da fanciullo”. Nella nostra fanciullezza, nella nostra speranza noi abbiamo promesso tante cose, tante cose. Adesso ci mettiamo in discussioni etiche, in discussioni congiunturalistiche… Ma la radice della religione è lo “schiaffo” che ti dà il Vangelo, l’incontro con Gesù Cristo vivo: e da lì le conseguenze, tutte; da lì il coraggio apostolico, da lì l’andare alle periferie, anche alle periferie morali della gente, per aiutarla; ma sempre dall’incontro con Gesù Cristo. Se non c’è l’incontro con Gesù Cristo ci sarà un eticismo travestito da cristianesimo. Questo volevo dire, dal cuore. Grazie».

Mons. ICS e gli equilibrismi diplomatici di Parolin per dribblare lo scisma tedesco…
Stilum Curiae, 20 novembre 2022


Caro Tosatti, la ringrazio per avermi mandato il Comunicato allegato. Mi distraggo una decina di minuti dalla mia lettura di Gustave Thibon, per fare un breve commento.
Non credo ci sia molto su cui dissociarmi, con costernazione, da quanto leggo sul Comunicato. È tutto assolutamente scontato, anche l’opera di interpretazione di questo testo (un testo piccolo, di fatto un testicolo…) che il gran Maestro della Diplomazia, Card. Parolin ha confezionato per il pazientissimo popolo cattolico. Il Card. Parolin ha ricordato il vincolo di comunione e amore (!) che unisce i Vescovi fra di loro e con il Pontefice.
A parte la scontata domanda se questo vincolo riguarda anche la loro comunione e amore per i colleghi Vescovi Viganò e Schneider, la curiosità sta nel riconoscere perché sono lì all’Augustinianum.
Forse per evitare uno scisma? Ma se questi Vescovi tedeschi son realmente in comunione ed amore con gli altri che ci fanno lì a Roma? S magnà ‘a carbonara? Nulla di nuovo sta anche nell’avere letto che Parolin ha auspicato “condivisione e unità nelle differenze “.
Se qualcuno gli chiedesse di fare un esempio con fatti, dovrebbe rispondere che l’unica unità fra i cattolici è nelle “sofferenze” per questo pontificato, non nelle “differenze”.
Nulla di nuovo sentendolo parlare di “preoccupazione per Riforme della Chiesa e non nella Chiesa”, visto che il suo capo supremo (che ha preso il nome di battaglia di Francesco) ha esaltato Lutero e le sue Riforme (medicina per la Chiesa) ed ha rivoluzionato la Chiesa stessa, senza fare nessuna riforma, solo rivoluzioni. Ma fatte con alleati esterni che son, ohibò, nemici della Chiesa.
Sull’intervento di questo Mons. Baetzing, Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, c’è poco da dire. Leggendo le quattro righe scarne si può solo intuire che ha parlato (luteranamente) della esigenza di ridimensionare il ruolo del Papa, della esigenza di lasciar maritare i preti e le prete (si può dire così?).
In pratica ha parlato, luteranamente e germanicamente, di SS (Sesso e Soldi).
Ciò che sarebbe invece interessante approfondire riguarda l’intervento successivo dei vescovi tedeschi sul tema della “Antropologia Cristiana”; magari i vescovi tedeschi riusciranno a rispiegare la Genesi dove Dio creò un organismo pluricellulare che evolvendo ha prodotto un bacillo, poi sfuggito alla evoluzione, diventando essere umano, cancro della natura, naturalmente.
D’accordo invece sulla loro “consapevolezza” di esser “in cammino con il paziente popolo di Dio”. Guardino lor signori, che più pazienti di così non potremmo essere…
Chissà se per “evangelizzazione come fine ultimo dei processi in corso”, intendono dire che è l’ultima cosa sui pensano e che frega lor signori. Mah!
Tutto il resto è frutto della arte diplomatica del gran Maestro di diplomazia, per aggirare lo scisma in corso… (fin quando non diventa lui Papa, poi vedremo…).

* * *

Conclusione sullo scisma tedesco in atto: «I vescovi tedeschi non si fanno intimidire e andranno avanti con il loro Sinodo. Fumata grigia dopo i colloqui in Vaticano: “Vogliamo essere cattolici in modo diverso”. La moral suasion vaticana non è (per ora) servita. Il sentore è che, cassata sul nascere la proposta di moratoria avanzata durante la riunione con i capi dicastero di curia, i tentativi vaticani di cristallizzare la situazione non saranno destinati ad andare a buon fine» (Matteo Matzuzzi – Il Foglio, 21 novembre 2022).

Tutto va avanti come prima: «Il Sinodo tedesco fa sul serio: “Abbiamo giurato obbedienza a Dio, non alla Chiesa”. Mentre il Papa posticipa di un anno la chiusura del Sinodo universale, in Germania il malcontento verso Roma non accenna a diminuire. L’agenzia cattolica KNA pubblica un’intervista a tre religiosi: totale sintonia con le richieste più audaci del Cammino sinodale tedesco, condanna della “minoranza di blocco conservatrice” e insofferenza per l’autorità della Chiesa» (Matteo Matzuzzi – Il Foglio, 18 ottobre 2022).

Oggi, nella Chiesa non viene condanna più niente e nessuno, tranne chi resta fedele a Cristo e alla Tradizione.

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Foto di copertina: il Cardinale Reinhard Marx, Arcivescovo metropolita di München und Freising e il poeta tedesco Friedrich Hölderlin (Lauffen am Neckar, 20 marzo 1770 – Tübingen, 7 giugno 1843), uno dei più grandi della letteratura mondiale, in un ritratto dall’amico Franz Karl Hiemer del 1792.

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