Covidgate. Porsi domande distingue un cittadino sovrano (che non può non porsele) da un suddito (che non osa nemmeno pensarle)

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 19.11.2022 – Vik van Brantegem] – Il Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, afferma che non si può dire che senza i vaccini la “pandemia” sarebbe stata più grave. La questione non è quello che sarebbe successo senza i vaccini. La questione è quello che è successo con i vaccini. La strage che è stata provocata da un intero sistema politico che ha promosso e obbligato la somministrazione dei vaccini. Quante persone ha ucciso il protocollo “Tachipirina e vigile attesa”? Al contrario, quante sono state salvate da medici che non hanno rispettato il protocollo e per questo sono stati sospesi? Quante persone, soprattutto giovani, stanno morendo di colpo senza un perché? Di questo si deve parlare. Dei vaccinati che sono morti e delle responsabilità di coloro che li hanno uccisi. Sia il centrodestra come il centrosinistra, che hanno sostenuto quegli obblighi e quei protocolli, devono rispondere dei danni causati.

«Covid-19. Non è andato tutto bene: si è fatto un danno irreversibile all’unità del Paese. Cerrina Feroni: recriminazione, psichiatrizzazione, isolamento verso chi sul proprio corpo ha fatto scelte diverse; e va rispettato. Questa vicenda deve farci riflettere!» (Martina Pastorelli @CathVoicesITA).

«Se lasciamo un pagliaccio come Mentana alla direzione di un tg, non vedo perché non possiamo lasciare Gemmato al governo col camparino. Comunque vedere i guitti del mainstream scoppiare di bile è una gioia indescrivibile» (Canale Telegram Hic sunt leones di Renato Russo).

«Un virus ingegnerizzato uscito dai laboratori cinesi ha invaso il pianeta. Ma perché per curare la malattia non lo si è fatto con un vaccino tradizionale o con altri farmaci e si è puntato tutto su una nuova tecnologia a mRna? E perché considerato il fallimento si continua ancora?» (Paolo Becchi).

Riportiamo di seguito un articolo pubblicato da Avanti.it, condivisibile negli auspici e nelle speranze. Anche se l’esperienza di un Paese, in cui non vengono mai assegnato le responsabilità ai che ha le responsabilità se le cosa vanno male (e la gestione della pandemia NON è “andata tutto bene”, anzi malissima, con delle precise responsabilità penali da accertare), ci rende, purtroppo, scettici. Siamo scettici per le vere intenzioni della politica, oltre ai proclami e vedremo cosa succederà (speriamo che sarà tanto, ma temiamo che arriverà poco o niente). Nel frattempo è rivelato, con il caso del Politecnico di Torino che caccia il primo convegno scientifico sulla pandemia, il clima totalitario in cui viviamo. Ne abbiamo parlato questa mattina: POLI-COVID-22. L’altra storia. Censura. Il confronto negato, il dialogo sottratto, la scienza tradita. Ben venga una commissione di inchiesta politica, ma – come dicevamo – siamo scettici, se vediamo che neanche un congresso scientifico si può svolgere in un’università, se non rimane dentro i dogmi della religione sanitaria dell’ISS e l’inquisizione del CTS.

Ladri e assassini di stato alle soglie di Covidopoli
di Francesco Santoianni
Avanti, 17 novembre 2022


Coro di proteste, ipocrite, da parte delle Regioni e danze intorno al fuoco da parte di ‘giornalisti’ che, finora, non avevano detto nulla sulla catastrofica gestione governativa dell’emergenza Covid davanti al rientro negli ospedali del personale medico ‘No Vax’. E già la cosiddetta opposizione si stringe intorno a Speranza per l’annunciata decisione del Governo di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid. Intanto, presso il Tribunale di Bergamo, il processo per accertare responsabilità penali per il mancato insediamento di “zone rosse” è impedito ad indagare dal diniego del Viminale a fornire le richieste documentazioni, mentre non si sa che fine abbiano fatto altre indagini (come quella presso il Tribunale di Roma su probabili ruberie inerenti la fornitura di mascherine) e le tante denunce presentate alle procure.

Comunque, anche per lo “scudo penale” imposto dal decreto Cura Italia (convertito in legge 27/2020) che esclude responsabilità penali per «le condotte gestionali o amministrative», è probabile che il tutto si risolva in una bolla di sapone. Anche per la Commissione parlamentare di inchiesta? Speriamo di no, perché se le sedute della futura Commissione parlamentare di inchiesta fossero pubbliche potrebbe essere l’occasione, almeno, per un generale ripensamento su una gestione dell’emergenza governativa che, lungi dall’attenuarla, ha invece provocato una catastrofe tradottasi, finora, in “180.000 morti per Covid” mentre, ad esempio, in Giappone (125,8 milioni di abitanti, un’anzianità e densità della popolazione tra le più alte del mondo) avendo utilizzato, sin dai primordi dell’epidemia, cure efficaci (un vecchio antivirale, l’Avigan), i “morti per Covid” sono stati finora 47.000.

Ma quali sono stati gli errori, anzi i crimini, che hanno costellato la fallimentare della gestione dell’emergenza Covid in Italia? Sui presunti “errori” oggi si pretende di passare un colpo di spugna in nome della “novità” costituita dall’emergenza Covid e di una “Scienza” che ha faticato a trovare soluzioni. Non è così. L’ecatombe in Italia è stata provocata, oltre che da scandalose inadempienze, dalla protervia di volere utilizzare l’epidemia per imporre uno stato di paura finalizzato, dapprima, al rafforzamento di un governo traballante, poi alla realizzazione di loschi affari e, dopo ancora, alla trasformazione del sistema economico e politico sulle direttive dettate da Davos.

Sulla storia della gestione dell’emergenza Covid in Italia rimandiamo a questo libro; qui solo alcuni punti sui quali sarebbe il caso si dedicasse la, speriamo imminente, Commissione parlamentare di inchiesta.

Intanto lo scandalo che, essendo stato sciolto – indovinate da chi – il Centro nazionale di epidemiologia e sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità, (nonostante le proteste di innumerevoli ricercatori), nessuno si è accorto delle numerose gravi “polmoniti”, in alcuni casi con esito mortale, che si verificarono a partire dall’ottobre 2019, essendo il Sars Cov-2 presente in Italia già nell’estate del 2019. Polmoniti che, comunque, non provocarono l’ecatombe registrata mesi dopo solo perché i pazienti, allora, venivano curati a domicilio.

Poi la folle inerzia del governo Conte che, nei primi mesi del 2020, (forse affidandosi alle dichiarazioni di un ancor oggi autorevole virologo, che assicurava essere zero il rischio Covid per il nostro Paese), non predisponeva praticamente nulla (neanche la fornitura di dispositivi di bioprotezione al personale sanitario) per affrontare un’epidemia già in corso in Cina. Arrivando, addirittura, a patrocinare iniziative come #milanononsiferma che invitava i cittadini a godersi la vita affollando bar, strade e negozi.

Peggio ancora a febbraio quando, crollato l’ottimismo generale, davanti a un virus (pressoché asintomatico nella stragrande maggioranza dei casi e che aveva già infettato decine di milioni di italiani) invece di provvedere a potenziare il servizio sanitario e a mettere a disposizione cure già dimostratesi efficaci, il governo si trastullava con “zone rosse” dove chiudere tutti in casa.

Peggio ancora il 9 marzo 2020, quando il presidente del consiglio – contro il parere del Comitato tecnico scientifico, nella insensata pretesa di bloccare il contagio – imponeva, per sessantanove giorni, a tutti gli italiani di chiudersi in casa. E per convincerli ad accettare il lockdown, il governo ricorreva, oltre che a una terroristica informazione, a un fraudolento espediente: considerare contagiati solo coloro che risultavano positivi ai pochi tamponi disseminati qua e là dalle Regioni e considerare come “morti per Covid” tutti coloro che, prima o dopo la morte (spesso avvenuta per gravi patologie pregresse o per l’età), risultavano positivi al tampone. Con questo raggiro il tasso di letalità (morti su contagiati) del Sars-Cov-2 risultò elevatissimo (12%) azzerando (anche grazie ad una circolare del ministero della Salute che prevedeva consulti via telefono) visite mediche al domicilio di persone, positive al tampone, che mostravano qualche sintomo sospetto; persone le quali, quando i sintomi si aggravavano, venivano spedite in sempre più affollati ospedali (in cui già normalmente si registrano ogni anno decine di migliaia di morti per infezioni ospedaliere) dove venivano ‘curate’ con terapie sbagliate quali l’intubazione (anche per una insensata circolare del ministero della Salute che, sconsigliando le autopsie, impediva di scoprire che il Covid uccideva per la creazione di trombi). Intanto, continuavano ad essere negate efficaci cure. E questo perché solo così la farmacopea europea permette l’uso di vaccini sperimentali.

Nell’aprile 2020 una circolare del ministero della salute permise di identificare la positività al virus basandosi non più su tre, ma su un singolo gene target di SARS-CoV-2; questo, unito alla indeterminatezza dei cicli di amplificazione ai quali dovevano essere sottoposti i tamponi, permetteva di identificare come positive innumerevoli persone non infettate dal virus. Nacque così la “Fase Due”, caratterizzata dalla disseminazione di un numero elevatissimo di tamponi e, soprattutto, dall’affidamento del comando dell’emergenza ai governatori delle regioni.

Esemplare quello che si è verificato in Campania (che registra, nell’area napoletana, la densità di popolazione più alta d’Italia) dove i tamponi disseminati durante la Fase Uno erano stati pochissimi, alimentando la credenza di una Campania che, a differenza della Lombardia (dove i tamponi nella fase Uno erano stati moltissimi) era stata miracolosamente risparmiata dall’epidemia. Da maggio in poi, invece, il numero dei tamponi disseminati in Campania (dei quali non veniva reso noto a quanti cicli di amplificazione fossero stati sottoposti e, quindi, la loro affidabilità) aumentò a dismisura trovando quasi tutti negativi. Contemporaneamente si scatenava una forsennata caccia ai “focolai di Covid” (il più famoso, quello di Mondragone) per i quali l’imposizione di una ferrea quarantena ai soli “contagiati” fu salutata entusiasticamente da una popolazione che si riteneva scampata al virus; entusiasmo tradottosi nella trionfale rielezione del governatore della Campania.

Nella primavera 2020, la diffusione dell’infezione aveva conosciuto una stabilizzazione diventando il virus Sars-Cov-2 endemico nella popolazione italiana. Questo avrebbe richiesto una indagine finalizzata ad accertare l’immunità cellulare (molto più duratura di quella umorale) nella popolazione. Fatta fallire l’Indagine sierologica nazionale, nulla fu fatto per accertare questo fondamentale dato che avrebbe permesso di calibrare la gestione dell’emergenza. In compenso i tamponi (per i quali sono stati spesi quattro miliardi di euro) diventano gli artefici di periodiche campagne allarmistiche come la “nuova ondata” dell’ottobre 2020 (alimentata dai tanti positivi morti per influenza e per patologie che il collasso della medicina territoriale e delle strutture ospedaliere aveva impedito di curare) servita a convincere gli italiani a promuovere vaccini sperimentali; o la “quarta ondata” dell’autunno 2021 servita a spianare la strada alla vaccinazione per i bambini.

L’analisi della gestione dell’emergenza Covid in Italia (ben presto copiata da moltissimi altri paesi considerata la generale sottomissione nella popolazione che riusciva a creare) potrebbe continuare a lungo. Limitiamoci qui ad accennare al caso del vaccino Astrazeneca che nel marzo-aprile 2021, ha visto ben sei giravolte da parte del governo Draghi, passando dall’essere indicato come una specie di panacea – capace, addirittura, di sostituire la seconda dose di altri vaccini, fraudolentemente introvabili – ad essere frettolosamente ritirato senza nessuna spiegazione ufficiale.

Dietro queste e tante altre decisioni che hanno costellato la gestione dell’emergenza Covid in Italia, ci sono nomi e cognomi di illustri ‘scienziati’, ministri, politici, alti burocrati, presidenti di ordini dei Medici, giornalisti… ci auguriamo che vengano indagati e, se possibile – se non condannati – almeno esposti al pubblico ludibrio. Lo dobbiamo ai tanti morti causati dalla loro irresponsabilità o loro colpa.

«Come temevamo, il rientro dei medici non battezzati si sta trasformando velocemente in un volgare teatrino, in un polveroso e scricchiolante palcoscenico dove gli inquietanti guitti che ci hanno tediato in questi folli anni, dopo esser stati congelati durante le fasi più salienti della narrazione bellica, dicono ancora la loro impunemente, farneticando di morale, invocando punizioni, chiedendo solenne abiura. Non solo, quindi, non si procede nella direzione delle pubbliche scuse e del risarcimento danni, ma si prospetta uno scenario inquietante per cui i rientranti, rei di aver rifiutato il siero salvifico e di non essersi fidati della sacra “scienza”, possono essere liberamente perseguitati, demansionati, sottoposti a pubblica gogna, come già accaduto per altre categorie dopo il reintegro. Tutto ciò è semplicemente inaccettabile. Se il governo è convinto della bontà del suo provvedimento, sia perentorio ed inequivocabile. Se si ritiene che la via imboccata sia quella maestra, si vigili sull’ordine professionale in questione e si proceda con passo spedito, non lasciando spazio a volgari tentativi di sabotaggio ed a polemiche sterili e contrarie al buonsenso. Che sia finalmente lasciato libero terreno alla concretezza, mettendo da parte facili proclami e miseri slogan. Che sia fatta giustizia piena e totale, senza riserva alcuna. Che lavoro e dignità non siano più al centro di osceni giuochi e triviali baratti. Per amor di verità e di vita, la parola fine dovrebbe essere messa su questa infame pagina della nostra storia, una volta per tutte. Ma sarà così?» (Canale Telegram di Weltanschauung Italia).

«Seppure il vaccino fosse servito a qualcuno, stabilire l’obbligo non è servito a nessuno e ha provocato molti danni. Danni di tipo sociale, di tipo psicologico; divisioni tra le persone, lotte nella società, per nulla. Si pensi ai sanitari. Quando hanno introdotto l’obbligo, l’80/90% si erano già fatti inoculare spontaneamente: che bisogno c’era di infierire su quella piccola percentuale di persone che, giusto o sbagliato, avevano dei dubbi? Non è servito a nulla, a prescindere dal fatto che poi si è compreso che il vaccino non servisse anzi, ha peggiorato la situazione» (Paolo Bellavite, ematologo specializzato in statistica sanitaria ed epidemiologica).

«L’appellativo “sanitari no-vax” in atto ufficiale (delibera) di un ente regionale è grave lesione dell’onore di professionisti che hanno scelto di non sottoporsi a QUESTA vaccinazione. Auspico intervenga la sentenza di un giudice a sanzionarla» (Vincenzo Baldini, costituzionalista).

«Sanitari riammessi confinati nei ripostigli, mentre i colleghi vaccinati si infettano e i reparti sono sotto organico. I dirigenti sanitari stanno utilizzando il “metodo Cartabellotta”, il Presidente della Fondazione Gimbe contrario alla riammissione, scrive il quotidiano La Verità. Quindi, adesso piuttosto che la legge italiana seguiamo il “codice Cartabellotta”? Di cosa sarebbero colpevoli i reintegrati? Di aver capito prima quello che altri non hanno capito e non capiranno mai? Questi dirigenti non sono medici ma invasati, per loro ci vorrebbe un esorcista. Il demansionamento, secondo la legge, non può essere motivato da spinte ideologiche o convinzioni personali» (Visione TV).

Continua la furia del sistema contro il personale medico e paramedico che, seppur reintegrato, continua a subire vessazioni di ogni tipo. La Verità denuncia singole storie di ordinaria follia che si consumano nel silenzio delle procure. A Lucca apre un ambulatorio di medici e sanitari che si prestano volontariamente a curare e sostenere i danneggiati da vaccino, il PD avvia un’interrogazione al Consiglio regionale per la “grave vicenda”. Addirittura questi medici già nel 2021 erano impegnate ad assistere a domicilio gli ammalati di Covid-19 sprovvisti di vaccinazione, denuncia la dottoressa e consigliere piddino.

Il caso dell’apertura a Lucca di uno studio medico per “aiutare, accogliere e sostenere, le persone che hanno subito un danno dai vaccini” approda in Consiglio regionale. A portarcelo, con un’interrogazione, è la consigliera regionale lucchese del Pd Valentina Mercanti, firmata anche dalla consigliera e medico Donatella Spadi. Le due consigliere dem chiedono al presidente Giani “se sia a conoscenza delle esternazioni rese pubbliche a mezzo stampa da parte del citato ‘gruppo medico-sanitario’ attivo nel Comune di Lucca” e “se intenda attivarsi, nel rispetto delle proprie competenze, al fine di verificare se in altri centri adibiti a funzioni sanitarie vengono esternate informazioni antiscientifiche volte ad alterare gli eventuali nessi eziologici esistenti fra la somministrazione dei vaccini anti Covid-19 ed i possibili eventi avversi di varia natura verificatisi a seguito della vaccinazione”. “Stiamo parlando di una vicenda davvero singolare, grave e forse unica nel panorama nazionale – spiega Valentina Mercanti –. Una vicenda che viene da lontano: già dal 2021 a Lucca veniva creato un ‘gruppo medico-sanitario’, composto da medici e operatori sanitari che si proclamavano “liberi nella mente e nella coscienza, prima che nelle azioni”, impegnati ad assistere in forma domiciliare, persone sprovviste di vaccinazione anti Covid-19. Abbiamo visto poi che il 2 novembre scorso il gruppo medico-sanitario, i cui componenti venivano reintegrati nelle funzioni sanitarie svolte a seguito degli effetti del Decreto-legge del governo Meloni, aprivano al pubblico uno studio medico con il dichiarato intento di “aiutare, accogliere e sostenere, le persone che hanno subito un danno dai vaccini, prendendole in carico sia da un punto di vista diagnostico sia dal punto di vista terapeutico” e di far nascere quindi, secondo i promotori, ‘il primo studio medico specializzato nella cura delle reazioni avverse da vaccino’”. “Francamente – aggiunge Donatella Spadi – siamo di fronte a una modalità d’informazione fortemente antiscientifica. L’evento avverso è un qualsiasi episodio sfavorevole che si verifica dopo la somministrazione di un farmaco o di un vaccino, ma che non è necessariamente causato dall’assunzione del farmaco o dall’aver ricevuto la vaccinazione. Una “reazione avversa”, invece, è una risposta nociva e non intenzionale a un farmaco o a una vaccinazione per la quale è possibile stabilire una relazione causale con il farmaco o la vaccinazione stessa. Un ‘effetto indesiderato’ è un effetto non intenzionale connesso alle proprietà del farmaco o del vaccino, che non è necessariamente nocivo ed è stato osservato in un certo numero di persone. Senza contare – conclude Spadi – che per qualsiasi evento che si è verificato a seguito della somministrazione di un vaccino, vi è da sempre la piena copertura del Sistema sanitario nazionale e regionale ed ogni cittadino può rivolgersi al medico di famiglia, al centro vaccinale o alla Asl”. “Non vi è dubbio – prosegue Mercanti – che siamo di fronte a un tentativo piuttosto opinabile di approccio all’esercizio di servizi sanitari privati. Mi auguro che con questa nostra interrogazione si possa far chiarezza sul piano del rispetto delle regole regionali e nazionali. Nel contempo – conclude – mi auguro che anche il sindaco di Lucca, in qualità di autorità sanitaria, trovi il modo per approfondire tutti i contorni di questa vicenda”.

L’esclamazione scandalosa, antiscientifica e colpevole di Maurizio Costanzo: “Il medico no vax attacca il Covid ai malati che cura! Ma stiamo scherzando? Io lo voglio vedere in faccia!”. Presente in studio il Direttore dello Spallanzani di Roma al quale domanda: “Ma l’ordine dei medici fa qualcosa?”. Francesco Vaia, il Direttore Generale dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “L. Spallanzani” di Roma risponde: “L’ordine dei medici deve applicare il codice deontologico e quindi sospendere il medico, com’è previsto dal codice”. Si potrebbe essere portati a credere che si tratti di una trasmissione datata e invece no. È successo nel Maurizio Costanzo Show dell’11 novembre scorso. Come se non fossero trascorsi due anni dalla scoperta del siero Covid-19, come se non fosse sufficientemente chiaro non abbia efficacia immunizzante, come se non fossero usciti i dati dell’ISS che mostrano maggiormente infettati, ricoverati e morti i vaccinati con booster, come se nel frattempo non fosse intervenuta una legge dello Stato che stabilisce il reintegro dei sospesi. Sì, volteremo pagina, come chiedono i virostar televisivi, ma solo dopo esser certi che abbiano risposto delle loro responsabilità, malinformazione, misinformazione, disinformazione e bugie.

Il 10 novembre 2022, in un’intervista esclusiva per “1984”: Piano di fuga, il talk show di Byoblu condotto da Francesco Borgonovo, Maria Rita Gismondo, Direttore del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano afferma: “C’è poi una mistificazione: si continuano a classificare come no-vax tutti quelli che non si sono vaccinati. Io conosco diversi medici che non si sono vaccinati contro Covid-19 perché sono rimasti scettici su questa tipologia di vaccini e perché la comunicazione è stata pessima, ma che sono plurivaccinati. La realtà è che questa vaccinazione è stata un’ideologia. Io credo che non sia deontologico un medico che sia contrario a tutte le vaccinazioni, ma non possiamo giudicare non deontologici colleghi che hanno rifiutato la vaccinazione contro Covid-19”.

Ad Adnkronos Salute, il 24 ottobre 2022 Gismondo ha affermato: “Abbiamo vissuto per un anno e mezzo nella paura di chiedere informazioni sul vaccino. Quando qualcuno alzava un dito veniva subito etichettato come no-vax“. Nel pieno della campagna vaccinale, “i medici in primis sono stati intimiditi dai provvedimenti presi dall’Ordine dei Medici”, ha rivelato, aggiungendo che lei stessa ha ricevuto una lettera di biasimo dall’Ordine dei Medici per aver “sollevato qualche dubbio, in assenza di pubblicazioni scientifiche, sull’opportunità di vaccinarmi con un farmaco che era consigliato solo dal suo produttore”.

Ospite negli studi di Fuori dal Coro, il programma condotto da Mario Giordano su Rete4, andato in onda il 6 settembre 2022, Gismondo ha svelato che il primo approccio tentato per curare i malati di Covid-19 nel primo periodo della pandemia, l’ha portata anche a utilizzare antinfiammatori. Ma c’è stato chi l’ha invitata a non parlarne, “per motivi etici”. Gismondo ha sottolineato che “il medico in una patologia quasi sconosciuta non poteva avere l’approccio etico che si deve dare, ovvero, tentare l’impossibile per salvare il proprio paziente”, ma è stata chiara: “Io ho curato dei miei amici con degli antinfiammatori e un collega in ospedale mi ha detto di non dirlo a nessuno“.

Eccesso di mortalità generale. Nuovi dati da tutto il mondo confermano la correlazione con i sieri Covid-19. Su Sfero è stato pubblicato [QUI] un ben documentato articolo di Alessandro Bagnato sui dati dei morti “in eccesso” di varie regioni del mondo tra cui USA, Canada, Australia, Regno Unito, quest’ultimo sempre unico a fornire i dati suddivisi per condizione vaccinale. A scuola, quando interrogati dall’insegnante su un testo letterario non sapevamo che dire, abbozzavamo un “si commenta da sé”. E anche oggi davvero non si sa che dire di fronte a dati così chiari. Forse l’unico commento non del tutto scontato è che davvero i complottisti hanno torto: “cielodikono” eccome, almeno fin a quando i numeri ufficiali saranno così evidenti. Quanto ancora a lungo si potranno ignorare i dati e le ricerche che registrano in ogni parte del mondo una stretta correlazione tra l’eccesso di mortalità generale e la diffusione dei sieri Covid-19?

Le ultime evidenze arrivano dagli Stati Uniti. Sfero analizza questi dati e li mette in relazione con quelli che giungono da altri Paesi, in modo da verificarne la reciproca coerenza e quindi la loro affidabilità. Si limita a considerare nazioni che hanno utilizzato i sieri m-RNA, non solo a garanzia di un confronto omogeneo ma perché i sieri utilizzano una tecnica sperimentata sull’uomo per la prima volta e perché sono essi a mostrare i più gravi problemi di sicurezza. Va evidenziato che si tratta di prodotti distribuiti soltanto nei Paesi del mondo occidentale o di esso satelliti, laddove in altre parti del mondo sono stati utilizzati vaccini diversi, spesso tradizionali. È la prova che le campagne di inoculazione sono state guidate più da criteri politici che sanitari.

Dopo due anni Pfizer e Moderna avviano studi a lungo termine sui danni cardiaci provocati dai loro cosiddetti vaccini Covid
di Giulia Burgazzi
Visione TV, 14 novembre 2022


Come dice il proverbio? Meglio tardi… I cosiddetti vaccini Covid di Pzifer e Moderna hanno ricevuto l’autorizzazione quasi due anni fa. Ma ora – ora soltanto – le due società farmaceutiche intraprenderanno studi a lungo termine sulle reazioni avverse legate a problemi cardiaci. Lo ha annunciato l’azienda radiotelevisiva statunitense Nbc News: «Myocarditis after Covid vaccination: Pfizer and Moderna are tracking adverse health effects, if any, that may appear in the years following a diagnosis of vaccine-associated heart problems [QUI]» (NBC News @NBCNews, 12 november 2022).

Come dice il tweet, Pfizer e Moderna stanno monitorando gli effetti negativi sulla salute che potrebbero manifestarsi negli anni successivi alla diagnosi di problemi cardiaci associati al vaccino.

Gli studi in questione non riguardano dunque la probabilità di danni cardiaci legati ai vaccini Covid, ma l’evoluzione nel tempo di questi stessi danni.

Nbc News tiene a sottolineare che i problemi cardiaci legati alla vaccinazione sono casi rari. Cita le autorità sanitarie statunitensi riferendo che si verificano soprattutto fra giovani uomini di età compresa fra i 16 e i 24 anni. Ammette tuttavia che le autorità sanitarie statunitensi non hanno dati in proposito. Esiste una stima che prescinde dall’età: per ogni milione di dosi di vaccini Pfizer e Moderna, rispettivamente 52,4 e 56,3 casi.
Tuttavia, come ha sottolineato pochi giorni fa il prestigioso British Medical Journal [QUI], le autorità sanitarie statunitensi non hanno ancora pubblicato i pur promessi dati sugli effetti avversi gravi. Il gruppo di medici, che ha effettuato e pubblicato una re-analisi degli studi clinici sui vaccini Covid, ha concluso che i vaccini Pfizer e Moderna sono associati a un evento avverso grave aggiuntivo per ogni 800 persone vaccinate. Per gli altri vaccini, in linea generale, il dato è pari a uno o due per milione.

Si dice generalmente che miocarditi e danni cardiaci associati al vaccino abbiano un’evoluzione benigna. Moderna ha avviato due studi a proposito di questa evoluzione: l’ultimo, nello scorso mese di settembre. Pfizer ha annunciato che almeno uno dei suoi studi includerà fino a 500 ragazzi e giovani di età inferiore ai 21 anni. Dovrebbe iniziare entro i prossimi due mesi.

Gli studi sui potenziali impatti a lungo termine delle miocarditi sono stati richiesti dalle autorità sanitarie statunitensi, come parte dell’approvazione dei vaccini contro il Covid. Alcuni di questi studi seguiranno persone che hanno sviluppato la miocardite per un massimo di cinque anni. Monitoreranno anche la miocardite subclinica, che non causa sintomi.

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