Perché la “carriera alias” è un pericolo

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 14.11.2022 – Vik van Brantegem] – Jacopo Coghe, il Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, ha dedicato oggi la 5ª puntata [QUI] della sua nuova rubrica settimanale online, Restiamo Liberi, alla “carriera alias”. È un tema di cui si sta parlando sempre più. Quindi, è necessario capire bene i termini della questione, per affrontare il dibattito sociale che crescerà.

La rubrica settimanale Restiamo Liberi di Pro Vita & Famiglia Onlus, curata da Jacopo Coghe, va in onda tutti i lunedì alle ore 12.00 sul profilo Facebook [QUI] e sul canale YouTube [QUI] (dove si possono anche rivedere le puntate precedenti) dell’associazione.

La “carriera alias” [*] è lo strumento più potente e pericoloso che i collettivi LGBTQIA+ stanno usando per diffondere l’ideologia del gender tra i minori, che in molti casi lo vedono solo come un gioco. Non dobbiamo farci trovare impreparati. Il video della durata di solo 8 minuti, spiega cos’è la “carriera alias” e perché è illegale, per aiutare ad affrontare questo spinoso argomento si dovesse presentarsi in famiglia, al lavoro, sui social, ecc.

Come abbiamo già illustrato in passato, l’associazione Pro Vita & Famiglia sta mettendo in campo ogni sforzo possibile per risvegliare le coscienze degli italiani sui danni dell’ideologia gender ai più vulnerabili: i nostri figli e nipoti. Informarsi è un modo di partecipare attivamente a quest’opera di resistenza: l’indifferenza sarebbe una forma di connivenza.

Perché la “carriera alias” è un pericolo? La 5ª puntata del 14 novembre 2022 di Restiamo Liberi, la rubrica settimanale che va in onda ogni lunedì a mezzogiorno, a cura di Jacopo Coghe, Portavoce di Pro Vita & Familia Onlus, sui social dell’associazione.

La rubrica Restiamo Liberi è un appuntamento per ribadire quanto, purtroppo, le libertà di espressione e pensiero siano oggi costantemente sotto attacco. Nella puntata di oggi – la quinta della rubrica – si è parlato della “carriera alias”. Sempre più spesso – e soprattutto dall’inizio della scuola lo scorso settembre – sono molte le scuole, i presidi o, peggio, le associazioni esterne che vogliono promuovere questa procedura del tutto illegale e pericolosa.

Il Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus ha spiegato come, a proposito di “legalità” di tali procedure, gli organi collegiali scolastici non abbiano in realtà alcun potere di modificare a piacimento i dati anagrafici degli studenti sulla base di presunte identità di genere auto-percepite, per di più prive di qualsiasi riscontro clinico. Eppure, da qualche settimana a questa parte sono già numerose le proposte in tal senso, come successo a Pavia, ma anche a Milano, Trieste e a Manfredonia, in provincia di Foggia.

[*] La “carriera alias” è una modifica (illegale) al regolamento scolastico che molte scuole stanno attuando, su pressione del movimento Lgbt, per trattare gli studenti in base all’identità di genere che loro dichiarano di auto-percepire, e non in base al loro sesso biologico maschile o femminile.

Faccio un esempio pratico. Marco, 15 anni, è ovviamente un maschio, ma “si sente” femmina. Questo suo sentimento, slegato dal sesso biologico, è definito identità di genere. Se la sua scuola ha introdotto la carriera alias nei suoi regolamenti (su pressione dei collettivi LGTBQIA+), Marco potrà chiedere di essere trattato in tutto e per tutto sulla base del suo sentimento – della sua presunta identità di genere – e quindi come se fosse davvero una femmina. Sarà chiamato con un nome femminile che lui sceglierà, e che sarà modificato anche sul registro elettronico e nei documenti scolastici. Di conseguenza, potrà usufruire dei bagni e degli spogliatoi per le femmine. Tutto ciò, rimanendo un maschio.

Questa è la “carriera alias”: un regolamento illegale con cui la scuola tratta uno studente o una studentessa non in base alla sua identità sessuale reale (maschile o femminile) ma in base alla sua presunta identità di genere auto-percepita.

Il problema è che oggi i giovani sono sottoposti a un continuo bombardamento culturale e mediatico che li invita a mettere in dubbio la loro sessualità, e che insinua nelle loro menti e nel loro animo la tremenda menzogna di essere “nati nel corpo sbagliato”. La società dovrebbe aiutare gli adolescenti a resistere a questo bombardamento ideologico e a restare saldamente ancorati al REALE. Cioè al fatto di essere maschi e femmine, uomini e donne. Invece, con la carriera alias, la scuola avalla e incoraggia questo caos ideologico interiore, addirittura istituzionalizzandolo. È incredibilmente grave, incredibilmente pericoloso, incredibilmente dannoso.

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