Giornata mondiale dei poveri: un invito alla solidarietà

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“Penso in questo momento alla disponibilità che, negli ultimi anni, ha mosso intere popolazioni ad aprire le porte per accogliere milioni di profughi delle guerre in Medio Oriente, in Africa centrale e ora in Ucraina. Le famiglie hanno spalancato le loro case per fare spazio ad altre famiglie, e le comunità hanno accolto con generosità tante donne e bambini per offrire loro la dovuta dignità. Tuttavia, più si protrae il conflitto, più si aggravano le sue conseguenze.

I popoli che accolgono fanno sempre più fatica a dare continuità al soccorso; le famiglie e le comunità iniziano a sentire il peso di una situazione che va oltre l’emergenza. E’ questo il momento di non cedere e di rinnovare la motivazione iniziale”: papa Francesco lo ha scritto nel messaggio per la VI giornata dei poveri, prendendo a prestito le parole dell’apostolo Paolo ai Corinti, ‘Gesù Cristo si è fatto povero per voi’.

Ed in occasione di questa giornata la ‘Missione Speranza e Carità’ di Palermo, che accoglie 600 persone in difficoltà, lancia un allarme attraverso le parole del fondatore, fratel Biagio Conte: “Rivolgo un grido disperato ma di speranza all’intera società, non possiamo rimanere inermi spettatori davanti alle tante difficoltà, sofferenze ed emarginazione’’.

Fratel Biagio Conte, nonostante le tante difficoltà dovute alla chemioterapia per combattere il cancro, lancia questo nuovo allarme: “Sono circa una decina le persone al giorno che chiedono aiuto alla Missione: bussano alle nostre porte, chiamano al telefono…

Non possiamo continuare a chiudere gli occhi e a fare finta di non vedere e così diventiamo responsabili di questa profonda crisi, dell’umanità, dei cuori duri e aridi, che però sanno ben usare i telefonini, il computer, vestire alla moda, sprofondando nei vizi e nei piaceri, sprecando i soldi in giochi d’azzardo, in vacanze ricolme di lusso. 

Ma si scopre però che non sappiamo amare, donare, aiutare e non troviamo il tempo di pregare, per chiedere l’aiuto al buon Dio. Il nostro io, il potere, la rivalità e l’avidità non edificano ma demoliscono la pace, la solidarietà, l’aiuto verso il nostro prossimo”.

Conclude l’appello con l’invito a non ignorare chi è in difficoltà: “Bisogna urgentemente scendere dal nostro piedistallo per scoprire che siamo tutti preziosi figli del buon Dio chiamati a costruire insieme un mondo migliore. E non ignoriamo il grido di chi non lavora e vede minacciato il proprio futuro, perde la casa, la famiglia, i figli e la propria dignità. Responsabili ascoltate il grido disperato di chi non ha lavoro e la casa, e diamo anche futuro ai nostri giovani.

Chi ha e non dona a chi è nel bisogno, cioè al più debole, non è un cittadino, cioè un uomo e una donna di vera giustizia, di vera pace e di vera speranza. Vogliamo e pretendiamo la pace, ma prima dobbiamo costruirla nel nostro cuore, nella nostra città, nella nostra regione e nazione e allora sì che otterremo la pace, insieme a tutte le nazioni e tutti i popoli”.

Tali difficoltà sono confermate da Riccardo Rossi, portavoce della ‘Missione di Speranza e Carità’: “Da noi arrivano sempre più famiglie in difficoltà, che chiedono da mangiare e in tanti casi anche alloggio. Sono sempre di più i giovani sbandati che vengono a chiedere accoglienza. Tante persone condannate per i reati, sempre più frequenti, chiedono di svolgere servizi alternativi al carcere in Missione.

Altre persone che domandano aiuto hanno forti disturbi comportamentali, problematiche che la Missione non è in grado di affrontare. Vi è anche un pericoloso aumento, delle dipendenze da alcool e droga. Sono numerosi i comuni siciliani che contattano la nostra comunità perché non hanno posti di accoglienza e ne chiedono disponibilità, chiamano anche istituti penitenziari, Cas (centri di accoglienza straordinari) e ospedali che propongono ospitalità anche di persone con problemi seri di salute o psichici”.

Mentre la Caritas diocesana di Ugento – S. Maria di Leuca indice una colletta diocesana in tutte le parrocchie a sostegno delle famiglie in difficoltà per il rincaro delle bollette dell’energia e del gas seguite dalle Caritas parrocchiali. Ogni comunità parrocchiale, in autonomia o gemellandosi con altre comunità, organizzerà un momento di festa e di convivialità, per il pranzo o la cena, da condividere insieme con le persone in difficoltà.

Per effettuare le donazioni: Caritas Ugento – S. Maria di Leuca (offerta non detraibile) IBAN:IT 39 0052 6280 130C C047 0004 029 – Fondazione De Grisantis (offerta detraibile) IBAN: IT 61 R052 6280 110C C021 0722 013 Causale: Colletta Diocesana per le famiglie in difficoltà.

Don Lucio Ciardo, direttore della Caritas diocesana, nella lettera inviata ai sacerdoti, religiosi, diaconi, e ai fedeli laici della diocesi scrive: “Qualche mese fa, il mondo stava uscendo dalla tempesta della pandemia, mostrando segni di recupero economico che avrebbe restituito sollievo a milioni di persone impoverite dalla perdita del lavoro.

Si apriva uno squarcio di sereno che, senza far dimenticare il dolore per la perdita dei propri cari, prometteva di poter tornare finalmente alle relazioni interpersonali dirette, a incontrarsi di nuovo senza più vincoli o restrizioni. Ed ecco che una nuova sciagura si è affacciata all’orizzonte, destinata ad imporre al mondo uno scenario diverso.

Perciò in linea con quanto affermato dal Santo Padre nel suddetto messaggio, riteniamo che esistano due tipi di povertà: la prima, figlia dell’ingiustizia, dello sfruttamento, della violenza e della distribuzione ingiusta delle risorse; la seconda invece è la ‘povertà che libera’ ossia quello stile di vita che si fonda sull’essenziale, ponendosi sulle orme di Cristo”.

Anche le ACLI di Roma rispondono alla chiamata di papa Francesco con oltre 200 persone fragili di Roma e provincia seguite dall’associazione. Con loro la presidente Lidia Borzì, saranno presenti in Vaticano domenica 13 novembre per celebrare la VI Giornata Mondiale dei Poveri, con la messa presieduta da papa Francesco ed il pranzo in Aula Paolo VI con 1300 poveri della Capitale.

Per la Giornata, le ACLI di Roma hanno realizzato una cartolina celebrativa, diffusa attraverso i canali social dell’associazione con lo slogan ‘Tra le crepe’, come ha spiegato Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma e provincia: “L’indifferenza e l’egoismo offuscano il nostro sguardo e anestetizzano il nostro cuore, non permettendoci di tendere la mano verso i nostri fratelli e sorelle più fragili. Ogni volta che lasciamo prevalere questi atteggiamenti siamo inghiottiti da un buco nero.

Per la VI Giornata Mondiale dei poveri facciamo tesoro delle parole di papa Francesco che invita tutti noi a incontrare i più fragili così da approdare a ciò che veramente conta nella vita: l’amore vero e gratuito. Amare è attraversare quello spazio con il cuore colmo di amore, solidarietà e prossimità”.

Mentre da Napoli mons. Mimmo Battaglia scrive il messaggio in forma di lettera a Rita, una persona segnata da una situazione di povertà che lui stesso aveva incontrato nei giorni scorsi: “Cara Rita, è con un po’ di imbarazzo che ti scrivo queste parole.

E’ l’imbarazzo di chi è chiamato ad annunciare il Vangelo ai poveri per poi scoprire, ogni volta che li incontra, che sono loro ad annunciargli con la vita la fiducia sacra in un Dio di amore e di provvidenza.

Ed il tuo affidarti alla provvidenza di Dio lo tocco con mano ogni qualvolta ti incontro sui gradini della nostra chiesa cattedrale, con il volto dignitoso, sempre pronta a donare un saluto di gratitudine a chi ti regala qualche spicciolo. Come a chi ti sfiora con indifferenza”.

E conclude la lettera con un ringraziamento a Rita: “Cara Rita, grazie! Grazie perché nonostante le ingiustizie di questa città, di cui tutti siamo responsabili, tu non mi doni rancore e rabbia ma mi offri la possibilità di apprendere dalla tua esperienza l’arte di vivere con serenità anche quando si ha poco o nulla, testimoniando la speranza in un Dio che vede chi non è veduto dagli uomini, che ama e glorifica chi spesso è ignorato o disprezzato! Rita, tante volte la gente mi chiede di pregare per lei perché come prete mi crede più vicino a Dio. Eppure, io credo che tu lo sei molto più di me”.

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