Professore del Liceo Cavour di Roma non si piega all’ideologia totalitaria del gender. Messo alla gogna e rischio di provvedimenti disciplinari e legali. Ora basta!

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 10.11.2022 – Vik van Brantegem] – L’ideologia del gender sta diventando sempre più una vera e propria dittatura totalitaria, che punisce chi non si allinea ai suoi dogmi. Qualche mese fa il Liceo Cavour di Roma ha approvato la cosiddetta “carriera alias”. Uno strumento inventato dagli attivisti politici LGBTQIA+ per trattare gli studenti non come maschi o femmine, ma in base all’identità di genere che loro dicono di “auto-percepire”. La scuola accetta di chiamare gli studenti con nomi scelti da loro e consente di entrare in bagni e spogliatoi “neutri” a prescindere dal sesso biologico. Uno strumento ideologico e soprattutto illegale.

Una studentessa del Liceo Cavour “si sente maschio” e si appella alla “carriera alias” per firmare un tema in classe non col suo reale nome anagrafico, ma con un nome finto e declinato al maschile. Il suo professore – giustamente! – si rifiuta di riconoscere questo nome maschile inventato, ribadendo che quella che aveva davanti era a tutti gli effetti una studentessa, una ragazza, una femmina.

Apriti cielo! Il professore viene violentemente attaccato sui social e sulla stampa dagli attivisti politici LGBTQIA+, che lo accusano di “transfobia” e chiedono provvedimenti disciplinari e legali nei suoi confronti. Il professore ora rischia di perdere il posto di lavoro e conseguenze legali ancora peggiori, solo perché ha chiamato la ragazza col suo nome, perché si è rifiutato di adeguarsi alla sua “auto-percezione” di genere e perché non vuole sottomettersi all’ideologia totalitaria del gender nella sua scuola. Siamo arrivati alla follia. È gravissimo, non dobbiamo lasciarlo solo.

Liceo Cavour, «carriera alias illegale, massima solidarietà al docente»

Sul caso del professore del Liceo Cavour di Roma che si è rifiutato di riconoscere l’identità di genere maschile dichiarata da una studentessa di sesso femminile, dopo l’approvazione nell’istituto della cosiddetta “carriera alias” per studenti transgender, il Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, Jacopo Coghe (foto di copertina), ha dichiarato: «Massima solidarietà al docente del Liceo Cavour di Roma che si è giustamente rifiutato di sottostare alla cosiddetta “carriera alias”, un regolamento ideologico e dannoso per i giovani ma soprattutto totalmente illegale, privo di qualsiasi base giuridica e contrario a numerose norme civili, amministrative e penali. La scuola non ha alcun potere di alterare i dati anagrafici dei minori nei documenti e negli atti interni sulla base di autodichiarazioni o di percorsi terapeutici che non hanno portato a diagnosi definitive e alla sentenza di riattribuzione del sesso come previsto dalla legge italiana in materia. La comunità scolastica non può essere obbligata ad adeguarsi acriticamente alla percezione soggettiva di uno studente sulla propria identità, specialmente in un frangente culturale in cui i giovani sono bombardati dalla vera e propria moda dell’identità fluida. La sola ipotesi che il docente possa subire qualsiasi tipo di conseguenza, disciplinare o legale, per aver rispettato la legge italiana, è inquietante e anzi chiediamo che sia tutelato dalla dirigenza scolastica, dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio e dal Ministero dell’Istruzione».

La situazione nelle scuole italiane sta diventando insostenibile, drammatica. Gli attivisti politici LGBTQIA+ continuano a entrare nelle classi per parlare di identità di genere e orientamento sessuale. Sempre più scuole approvano la “carriera alias” e aprono i “bagni neutri”. Adesso, i professori che non si adeguano vengono minacciati di conseguenze disciplinari e legali. Adesso basta. Tutto questo deve finire immediatamente. Le famiglie devono far sentire la loro voce in modo chiaro e determinato. Ma soprattutto il Governo, nella persona del Ministro dell’Istruzione, deve intervenire perché sia rispettata la legge e la libertà educativa.

Il Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, Jacopo Coghe, l’ha denunciato sul principale portale di informazione scolastica, chiedendo l’intervento del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e si sta muovendo per incontrarlo.

“Valditara intervenga contro il gender, nuova ideologia totalitaria”
L’attacco di Coghe (Pro Vita & Famiglia)
Orizzontescuola.it, 9 novembre 2022


“Bene il messaggio che il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha inviato alle scuole in occasione della Giornata della Libertà, che celebra la caduta del Muro di Berlino, in cui ricorda la sistematica soppressione delle libertà individuali da parte dei regimi totalitari del XX Secolo”.

Così Jacopo Coghe, Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.

«Oggi esiste una nuova ideologia totalitaria che attacca la libertà educativa delle famiglie italiane proprio dentro le scuole, ed è l’ideologia gender promossa dal movimento LGBTQ. Ogni giorno nelle scuole italiane di ogni ordine e grado vengono promossi corsi, progetti e attività che propongono a bambini e ragazzi teorie assurde e antiscientifiche su una identità di genere fluida e indipendente dal sesso biologico maschile e femminile».

E ancora: «Più di 100 scuole hanno già approvato la cosiddetta “carriera alias” per il riconoscimento di “minori transgender”, aprendo “bagni neutri” in cui si entra in base al genere percepito e non al sesso. Chiediamo al Ministro Valditara di intervenire per difendere la libertà educativa dei genitori contro questa “colonizzazione ideologica”, emanando provvedimenti che impediscano l’ingresso nelle scuole di attivisti politici e l’approvazione di iniziative illegali e dannose come la stessa carriera alias».

Le petizioni

Petizione dell’Associazione Pro Vita & Famiglia Onlus
STOP GENDER NELLE SCUOLE!

È il momento di dire BASTA!
Ogni giorno in centinaia di scuole italiane si svolgono lezioni, attività, corsi su “affettività e sessualità” profondamente intrisi di ideologia Gender.
L’ideologia Gender confonde i bambini sulla loro identità sessuale. Afferma che il sesso biologico maschile o femminile non determina l’essere uomini o donne, perché le persone, anche i bambini, possono scegliere la propria “identità di genere” sulla base dei propri “sentimenti”.
Uomo, donna, transgender, genderfluid, pangender, agender… le “identità di genere” sono infinite.
Gran parte di questi progetti nelle scuole sono spesso promossi o gestiti da attivisti dei collettivi omosessuali e transessuali (LGBT), gruppi politici che mirano a diffondere tra i più giovani la loro ideologia sulla famiglia, sulla sessualità, il matrimonio, i figli, l’utero in affitto.
Ora si aggiunge l’ennesima follia, la cosiddetta “carriera alias”: su pressione del movimento LGBT le scuole permettono ai ragazzi di scegliere il nome maschile o femminile con cui essere chiamati e nominati in tutti i documenti, a prescindere dal loro sesso biologico. 
Di conseguenza, le scuole aprono dei “bagni neutri” dove ragazzi e ragazze possono accedere a prescindere dal loro sesso biologico.
Basta confondere l’identità sessuale di bambini e adolescenti con corsi e attività ideologiche nelle scuole, con la “carriera alias” e i “bagni neutri”. Il Governo e il Parlamento devono intervenire per bloccare questo bombardamento e aumentare gli strumenti per difendere la libertà educativa della famiglia.
Il diritto dei genitori di educare i propri figli sulla base dei convincimenti familiari viene totalmente scavalcato.
Questo sopruso, questo enorme lavaggio del cervello di massa nelle scuole italiane – finanziato con i soldi pubblici di tutti i contribuenti – deve cessare!
Firma subito la petizione per chiedere al Parlamento di approvare una legge che vieti l’indottrinamento gender nelle scuole dei figli degli italiani rispettando il diritto di priorità educativa della famiglia!
FIRMA QUI
Già raggiunte 53.054 firme.

Petizione dell’Associazione Family Day su CitizenGo
FUORI IL GENDER DALLE SCUOLE!

La scuola si sta trasformando in un campo di rieducazione ideologica.Corsi di (ri)educazione sessuale per bambini, asterischi e schwa nei documenti ufficiali, “fiabe” sulla transizione di genere, introduzione del “bagno neutro” (non più bagni per maschi e femmine, ma per “persone fluide”) e introduzione della cosiddetta “carriera alias”, ovvero lo strumento con il quale la scuola (in maniera del tutto illegale!) permette agli studenti, confusi sulla propria identità, di cambiare il proprio nome sul registro di classe.
Non più Marco, ma Sara. Non più Giulia, ma Fabio… che confusione! La teoria gender, infatti, oltre ad essere una teoria antiscientifica, è fortemente ideologica e pericolosa perché promuove l’idea che l’essere maschi e femmine siano convenzioni sociali e che ogni bambino, ragazzo, adulto debba scegliere cosa essere in base a ciò che sente, a come si percepisce. Promotori di tali teorie tacciano di omofobia chiunque si azzardi a contestarli. Immagina quali condizionamenti possa avere tale imposizione morale/sociale soprattutto nei bambini e nei ragazzi che ancora non hanno del tutto formato il loro senso critico.
I numeri sono allarmanti!
Negli ultimi due anni, sono arrivati a 131 gli istituti scolastici italiani che hanno introdotto la carriera alias permettendo agli studenti e studentesse di scegliere la propria identità di genere, senza bisogno del consenso dei genitori e senza certificato medico.
La cifra aumenta ogni mese che passa!
Gli stessi esperti (che se ne infischiano delle pressioni dei collettivi LGBT) definiscono tali provvedimenti come illegali, ideologici e pericolosi.
L’introduzione della carriera alias sulla base del principio di “fluidità del genere” e di “inclusività” può generare un disastro educativo nei confronti di tutto il corpo scolastico, inducendo i ragazzi e bambini più fragili ad aumentare un’incertezza identitaria.
AGISCI ORA, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!
Firma subito la petizione per chiedere a Giorgia Meloni e al nuovo ministro dell’istruzione, Giuseppe Valditara, di intervenire immediatamente per fermare questa colonizzazione ideologica nelle scuole!
FIRMA QUI
Già raggiunte 44.757 firme.

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