XXXI domenica del Tempo Ordinario: Dio ama tutte le sue creature!

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Dio amando crea e creando ama! Tutto il creato risente dell’amore di Dio; laddove l’uomo, creato ad immagine di Dio, aveva sviato dalla retta via, il Verbo si fece carne, il Figlio di Dio assunse la natura umana per salvare l’uomo e raccogliere le pecore disperse della casa di Israele. Su questo concetto essenziale s’impernia il vangelo, l’opera di Gesù e l’episodio dell’incontro di Gesù con il pubblicano Zaccheo.

Da qui i due protagonisti del brano del vangelo: Zaccheo e Gesù. Zaccheo è un  peccatore della categoria dei pubblicani, Dio  però non chiede a nessuno la carta di identità né si lascia condizionare dai pregiudizi umani. Tra le pecorelle smarrite ecco Zaccheo, un pubblicano, anzi il capo dei pubblicani di Gerico. I pubblicani erano gli esattori dei tributi che i Giudei erano costretti a pagare ai romani; come tale Zaccheo era considerato un pubblico peccatore.

Un uomo che si era arricchito con il denaro dei poveri e, come tale, era disprezzato dai suoi concittadini, un uomo asservito al potere straniero e anche con l’usura aveva costruito per sé un regno economico. Secondo la mentalità corrente Zaccheo era un uomo che era riuscito a fare carriera, aveva raggiunto ciò che desiderava e possiamo considerarlo  come l’uomo stolto della parabola che, avendo riempito tutti i suoi granai, dice: anima mia mangia, bevi, divertiti quanto puoi.

Nonostante tutto sorprende il suo desiderio di vedere Cristo Gesù, poterlo incontrare, guardarlo negli occhi; le sue immense ricchezze non lo soddisfano pienamente e vuole incontrare Gesù. Basso di statura, escogita la possibilità di salire su un albero di sicomoro e dall’alto incontrare lo sguardo del Signore.

Gesù nota il gesto di Zaccheo, interpreta il suo desiderio ed anticipa l’invito: ‘Scendi, Zaccheo, scendi subito perché oggi devo fermarmi a casa tua’. Un invito che destò le meraviglie nei presenti perché Gesù aveva deciso di recarsi in casa di un peccatore.

Zaccheo, felice per la visita annunciata, ‘accolse pieno di gioia Cristo’, aprì la porta di casa e anche la porta del suo cuore per incontrare il Salvatore. La vicinanza di Gesù, le sue parole e il suo insegnamento operarono in Zaccheo la conversione del cuore: ‘restituirò, dice Zaccheo, il quadruplo di quanto ho rubato, do la metà dei miei beni ai poveri’.

Incontro formidabile dal quale è scaturita per Zaccheo una vita nuova:  accogliere Gesù con gioia e finalmente saziare pienamente tutta la sua vita. Sono queste le grandi meraviglie che opera la presenza di Gesù nel cuore dell’uomo che apre la porta della sua casa: la conversione del cuore e il mirabile impegno nella via della giustizia e dell’amore verso gli altri.

L’uomo che vive rinchiuso in sé, non vede al di là delle proprie debolezze e il suo cuore rimane impantanato dove c’è il suo tesoro, che presto o tardi dovrà lasciare: tu hai sommato, gli eredi divideranno. Alla luce degli insegnamenti di Cristo gli orizzonti umani si allargano, l’uomo esce fuori dal suo egoismo e si imbatte in una realtà nuova; impara a  scorgere negli altri solo fratelli e sorelle d’amare e rispettare; sente il bisogno di adoperarsi per offrire gioia, sorriso e la vera vita.

Dio condanna sempre il peccato ma abbraccia il peccatore pentito anzi lo va a cercare per riportarlo sulla retta via. Gli altri mormorano, rimangono scandalizzati dal comportamento di Gesù perché l’uomo è portato solo a discriminare tra buono e cattivo, tra giusto e disonesto guardando solo l’apparenza e l’esteriorità; la chiusura e il disprezzo verso il peccatore non sono stati mai una medicina valida; isola e induce sempre  ad un male maggiore.

Gesù accoglie il peccatore, cerca l’ammalato, carica sulle spalle la pecorella smarrita; l’accoglienza e l’attenzione determinano la conversione e all’arraffare si sostituisce il donare, all’egoismo l’apertura verso gli altri; se finora era stato avaro, l’uomo diventa generoso e fa del denaro  un segno tangibile di generosità e comunione. 

La giustizia di Dio è l’amore, un cuore che si apre sino all’estremo, sino al sacrificio di sé. La giustizia divina offre alla giustizia umana, limitata ed imperfetta, l’orizzonte al quale tendere per realizzare pienamente il piano divino: ‘amatevi, come io vi ho amato’.

Amico che leggi o ascolti, se Cristo Gesù  oggi, terzo millennio di cristianesimo,  si presenta  di fronte a noi e fa la stessa proposta: ‘oggi mi fermo a casa tua’, quale sarà la mia e la tua risposta?  La Santissima Vergine Maria, madre di Gesù e madre nostra, ci aiuti a dire il nostro ‘sì!’ generoso al Signore come il ‘fiat’ di Maria all’angelo perché il peccatore si converta e viva e gli uomini si riscoprano veramente fratelli in Cristo Gesù.  

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