Dalle zone terremotate delle Marche i giovani si raccontano

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‘C’entro. Insieme per le terre del sisma’ è un progetto promosso dal ‘Centro Servizi per il Volontariato delle Marche ETS’ ed ha tra le sue finalità quella di favorire la crescita del tessuto associativo presente nelle aree colpite dal sisma di agosto/ottobre 2016, agevolare la nascita di nuove realtà e incoraggiare l’aggregazione giovanile.

‘C’entro. Insieme per le terre del sisma’, presentato nello scorso agosto, si concluderà a dicembre ed è mirato all’informazione, all’ascolto, alla mappatura dei bisogni, alla formazione, per permettere ai soggetti coinvolti di acquisire competenze in tema di co-programmazione e co-progettazione, per stimolare il lavoro integrato tra ETS ed Amministrazioni pubbliche, al fine di agevolare le realtà associative del territorio nella messa a sistema delle importanti risorse previste per la ricostruzione del tessuto sociale dal fondo complementare PNRR e dalle risorse destinate alle aree interne.

Il progetto pone particolare attenzione alla fascia di popolazione residente più giovane con il ‘Laboratorio di Web Radio e Podcast’, un momento di formazione sull’importanza della comunicazione audio implementata attraverso le tecnologie web, come ha spiegato Pierluigi Bernabei, coordinatore del ‘Laboratorio di Web Radio e Podcast’:

“Questo progetto può dare l’opportunità ai giovani che vivono nell’entroterra di esprimersi, di raccontarsi e di costruirsi un’opinione su quanto accade nel loro mondo, visto dai loro punti di vista. Spero che sia anche un’opportunità per gli adulti per specchiarsi in un’altra prospettiva”.

Inoltre giovedì 6 ottobre si è svolto un webinar dal titolo: ‘Opportunità di risorse per il Terzo settore in tema di ambiente, energia e comunità energetiche’, e domenica 9 ottobre a Pieve Torina si è svolta la manifestazione ‘C’Entro… Pedalando!’, che ha portato alla scoperta del percorso delle acque di Pieve Torina, evento organizzato dal CSV Marche in collaborazione con AVIS, attraverso una passeggiata cicloturistica nel territorio colpito dal sisma, coniugando il cicloturismo paesaggistico con la scoperta delle produzioni tipiche del territorio e delle bellezze naturali per una visione di un turismo sostenibile.

Alla coordinatrice del progetto, Giuseppina Sorichetti, abbiamo chiesto di spiegarci il progetto ‘C’entro. Insieme per le terre del sisma’: “C’entro. Insieme per le terre del sisma è un progetto tra i tanti portati avanti dal CSV Marche ETS rivolto alle aree del ‘cratere’. Dopo una prima fase di ascolto dei bisogni delle realtà associative territoriali, l’obiettivo principale di questo progetto è di facilitare la creazione di una rete tra ETS ed amministrazioni pubbliche che sia capace di produrre risultati in termini di co-programmazione e co-progettazione e cogliere, quindi, le varie opportunità del PNNR, di eventuali bandi regionali e infine del Fondo sociale europeo.

Altra priorità del progetto è di favorire l’animazione territoriale e la nascita di nuove realtà associative giovanili. Il progetto vede più soggetti coinvolti nello svolgimento delle varie azioni che lo compongono: CSV come capofila, Arci Macerata, Acli Marche, Avis Macerata, Adriaeco, Università degli studi di Camerino.  E’ previsto per metà dicembre un momento di incontro in cui si farà il bilancio di cosa è stato fatto e di cosa si intende fare in futuro”.

E Simone Bucchi, presidente CSV Marche ETS, ha raccontato la nascita del progetto: “C’entro. Insieme per le terre del sisma nasce dalla volontà di tutto il direttivo del CSV Marche per favorire la crescita del tessuto associativo presente nelle aree colpite dal sisma del 2016, agevolare la nascita di nuove realtà e incoraggiare l’aggregazione giovanile.

Vogliamo fare una mappatura reale di tutti i processi in atto nelle aree del cratere e, al contempo, realizzare un’azione intensa di animazione territoriale, iniziando un percorso di accompagnamento di tutte quelle realtà associative che attualmente perseguono le proprie finalità”.

Mentre il referente dell’Avis marchigiana, Paolo Gobbi, ha spiegato il motivo per cui il progetto è principalmente rivolto ai giovani: “I territori colpiti dal sisma devono e vogliono, ripartire dai giovani! Da questo non si sfugge.

Per questo motivo abbiamo voluto dare ai ragazzi opportunità per rincontrarsi dal vivo: per tornare in strada e guardarsi negli occhi, condividendo momenti di serenità e spensieratezza, dopo anni di difficoltà. Abbiamo creato, attraverso associazioni locali, momenti nei quali i giovani potessero tornare a confrontarsi, a parlarsi dal vivo ed a scoprire ancor meglio il nostro splendido territorio”.

Ed a proposito di giovani al vicepresidente delle Acli di Fermo, Pierluigi Bernabei, ci ha descritto come si sono raccontati i giovani delle zone del sisma: “Sono molti i racconti che andrebbero evidenziati. Il laboratorio di podcasting sta diventando anche un’esperienza autobiografica. Emergono storie di vita quotidiana di ragazze e di ragazzi e del loro modo di rapportarsi con i loro amici, la loro comunità e il loro territorio.

I partecipanti del laboratorio di progettazione, invece, stanno analizzando i problemi che infliggono l’area cratere. Emergono molti fattori che condizionano i giovani a vivere nel territorio: mancanza di lavoro, di servizi, di infrastrutture, di opportunità culturali e, per ultima, ma non meno importante, l’incapacità del territorio di dare fiducia e spazio ai giovani e alle loro iniziative innovative. Molti dei problemi analizzati sono “circolari” ossia attivano spirali causa-effetto che sono difficili da fermare”.

Mentre il presidente regionale dell’Arci, Massimiliano Bianchini, ci ha spiegato in quale modo occorre riprogrammare ‘comunità’ e ‘società civile’: “Il terzo settore può essere importante per comunità delle aree terremotate se riuscirà a vincere la sfida di rinnovarsi e diventare punto di riferimento partecipativo della società civile, ma questo processo non può prescindere dalla creazione di una nuova imprenditoria sociale e culturale”.

Allora abbiamo chiesto al referente delle Acli marchigiane, Fabio Corradini, di spiegarci il significato di ‘fare squadra’ nelle zone terremotate: “Significa la testimonianza di coloro che insieme hanno deciso consapevolmente di rimanere nel luogo delle proprie origini con la ferma intenzione di rianimarlo e coltivare la rete di relazioni che costituiscono la vita di un paese, cercando di attivarsi per rigenerare e reinventarne l’identità.

Vito Teti, docente di antropologia culturale all’Università della Calabria, la chiama ‘restanza’, che non significa stare fermi, ma anzi, promuovere insieme forme di democrazia partecipativa e progettuale, anche in forte discontinuità con il passato. Affinché, in questo senso coloro che hanno deciso di restare e fare squadra, possano rappresentare un invito ad un nuovo approdo per coloro che vogliano ritornare”.

Abbiamo chiuso la presentazione del progetto con il presidente del ‘CSV Marche ETS’, Simone Bucchi, che ci ha raccontato ‘sogni e bisogni’ nelle zone terremotate a 6 anni dal sisma: “Attraverso l’attività che stiamo proponendo e i vari incontri con le associazioni e le istituzioni rileviamo che il bisogno prioritario è quello di vicinanza per fare le cose insieme. Ci siamo presentati al territorio per costruire reti, ma ci siamo accorti che ci chiedono alleanze: non è solo un bisogno tecnico, ma di condivisione di obiettivi”.

(Foto: CSV Marche)

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