Da Boves nascono i frutti di fede e riconciliazione

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Papa Francesco dopo la recita dell’Angelus di domenica 16 ottobre ha ricordato i due sacerdoti beatificati trucidati a Boves: “Oggi, a Boves (Cuneo), saranno proclamati Beati don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo, parroco e viceparroco, uccisi in odio alla fede nel 1943. Nell’estremo pericolo non abbandonarono il popolo loro affidato, ma lo assistettero sino all’effusione del sangue, condividendo il tragico destino di altri cittadini, sterminati dai nazisti. Il loro esempio susciti nei sacerdoti il desiderio di essere pastori secondo il cuore di Cristo, sempre accanto alla propria gente. Un applauso ai nuovi Beati!”

Sono martiri perchè uccisi dai nazisti il 19 settembre 1943 a Boves, al fianco della popolazione, nell’esercizio del loro ministero sacerdotale: don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo, sacerdoti della Chiesa di Cuneo, sono beati; domenica 16 ottobre sono stati beatificati dal card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, a Madonna dei Boschi, frazione di Boves, dove i tedeschi colpirono la popolazione civile inerme dando fuoco a oltre 350 abitazioni e lasciando sul terreno decine di vittime. Tra queste anche il parroco don Giuseppe, che aveva 46 anni, e il suo giovane vice, don Mario di 23 anni, sacerdote da appena tre mesi.

C’era stato uno scontro fra partigiani e nazisti e due tedeschi erano stati rapiti. Furono coinvolti don Bernardi e un imprenditore come mediatori per la loro liberazione, ma nonostante l’esito positivo della trattativa il comandante delle SS ordinò di incendiare il paese. Don Giuseppe fu trucidato e bruciato insieme ad altri concittadini, don Mario fu ucciso mentre benediceva un bovesano colpito dal fuoco di un soldato tedesco.

Nell’omelia il prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi ha richiamato l’immagine di Mosè, descritta nella prima lettura della liturgia del giorno, che vinse gli Amaleciti stendendo le mani: “Alla luce della parola del Signore proclamata in questa Messa domenicale, però, noi vogliamo comprenderla meglio e soprattutto assorbirla nella nostra vita.

La prima lettura, difatti, ci ha rimesso sotto gli occhi l’immagine di Mosé che, come scrive san Gregorio di Nissa, ‘vinse gli Amaleciti col semplice gesto di stendere le mani’. Il suo era un gesto di intercessione a favore di Israele sofferente nella lotta.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica lo ricorda come profezia dell’intercessione di Gesù sulla croce… Oggi, allora, a me pare di potere assimilare i nostri due beati alle due braccia di Mosè, innalzate per intercedere in favore della Santa Chiesa di Cuneo”.

La vita dei due sacerdoti può essere paragonata a quella di Cristo nell’intercessione a Dio: “E’ così che i nostri due beati hanno innalzato, come Mosè, le loro mani verso il cielo, intercedendo presso Dio. La loro figura, che li assimila a Cristo crocifisso, è eloquente anzitutto per noi sacerdoti. Pone, difatti, in primo piano la figura del ministero sacerdotale come intercessione”.

Ed ha sottolineato che ‘compito’ del cristiano è intercedere, come ha sottolineato papa Francesco in un’udienza generale: “L’intercessione, però, è compito di ogni cristiano… La preghiera cristiana è sempre e anzitutto intercessione per tutti gli uomini; non è mai preghiera parziale, ma sempre preghiera cattolica, inclusiva…

L’intercessione, vorrei aggiungere, è la forma ultima della responsabilità cristiana verso il mondo. Quando, infatti, null’altro possiamo fare per aiutare il prossimo, ci rimane sempre la possibilità d’innalzare le braccia verso Dio e intercedere”.

E’ questa la missione della Chiesa; questo hanno compiuto i due beati: “Non solo ogni cristiano, ma tutta la Chiesa ha la missione di praticare la preghiera di intercessione, di intercedere per gli altri”.

Mentre nei giorni precedenti il presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, aveva sottolineato l’importanza delle testimonianze e del collaborare per il bene comune: senza il bene comune arriva il male comune e le guerre lo dimostrano. Citando l’articolo 11 della Costituzione Italiana ha invitato a continuare con determinazione a cercare il perdono.

(Foto: Dicastero delle Cause dei Santi)

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