Il cammino sinodale nel Marocco dal racconto del card. Lopez Romero
Domenica 16 ottobre al termine della recita dell’Angelus papa Francesco ha annunciato che la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi si svolgerà in due momenti, ossia in due sessioni, distanziate tra loro di un anno: la prima dal 4 al 29 ottobre 2023, la seconda nell’ottobre 2024.
Tale decisione scaturisce dal desiderio che il tema della Chiesa sinodale, per la sua ampiezza e importanza, possa essere oggetto di un discernimento prolungato non solo da parte dei membri dell’Assemblea sinodale, ma di tutta la Chiesa.
Del resto, tale scelta si situa in continuità con il percorso sinodale in atto, al quale il Papa stesso ha voluto richiamarsi stamattina. Il Sinodo non è un evento ma un processo, in cui tutto il Popolo di Dio è chiamato a camminare insieme verso ciò che lo Spirito Santo lo aiuta a discernere come essere la volontà del Signore per la sua Chiesa.
Sin dall’inizio, la Segreteria Generale del Sinodo ha scelto la via dell’ascolto e del discernimento, anche nella fase di progettazione e di realizzazione del processo sinodale. Nelle prossime settimane, continueremo il nostro discernimento per meglio definire la celebrazione delle due sessioni della XVI Assemblea Ordinaria Generale del Sinodo dei Vescovi e il tempo intermedio. A tempo debito comunicheremo al riguardo.
Questo processo di ascolto è iniziato nel 2021 dalle Chiese locali, cioè dal Popolo di Dio raccolto attorno ai suoi Pastori; ha interpellato le Conferenze Episcopali e i Sinodi delle Chiese Orientali Cattoliche. Ben 112 su 114 Conferenze Episcopali e tutte le Chiese Orientali Cattoliche hanno realizzato un discernimento da quanto emerso dalle Chiese particolari.
Ora, prosegue con una tappa continentale che culminerà con la celebrazione di Assemblee Sinodali Continentali, tra gennaio e marzo 2023, convocate per rileggere il cammino compiuto, per continuare l’ascolto, il discernimento a partire dal ‘Documento della Tappa Continentale’ e secondo le specificità socio-culturali delle loro rispettive regioni con lo scopo di realizzare un ultimo passo in questo cammino spirituale.
Mentre dal Marocco l’arcivescovo della diocesi di Rabat, card. Cristobal Lòpez Romero, ha spiegato alla comunità cattolica lo spirito sinodale: “Lo spirito del Sinodo ci mette tutti in cammino. La coscienza sempre più viva di far parte di un unico mondo, in particolare nella regione Mediterranea, ancora di più. Siamo ormai vicini di casa, sull’altra sponda.
Per questo la Chiesa del Marocco vi invita! Venite in pellegrinaggio da noi! Da soli, in famiglia o in gruppo, lasciatevi condurre dallo Spirito e dal suo carisma: l’ incontro con l’altro. Differente da noi per storia, cultura, religione”.
Questo è il cammino della Chiesa in Marocco: “E’ il nostro cammino: la nostra sfida più grande e più bella. Il monastero a Midelt dei monaci di Tibhirine e la loro testimonianza unica al mondo di preghiera, di fraternità e di martirio in terra d’Islam vi attendono!
Il nostro Centro Pastorale diocesano ‘Notre Dame de la Paix’, una vera oasi nel cuore di Rabat, e le tre suore del Mali più che volentieri vi accolgono. Le varie comunità cristiane (per davvero cattoliche, perché di quasi cento nazionalità differenti) vi offriranno la loro testimonianza di servizio fraterno e di universalità”.
Ed ha illustrato alcune pecularietà della Chiesa locale, iniziando dall’Istituto Teologico ecumenico ed interreligioso: “Almowafaqa, l’Istituto Teologico ecumenico e interreligioso di Rabat, con un corpo docente universitario misto, cioè cattolico, protestante e musulmano (una vera perla, una originalità di qui), ha sempre per voi le porte aperte per una visita.
Città antiche e splendide come Fes, Marrakech, Essaouira, El Jadida… e suggestivi villaggi tradizionali, che si mettono in preghiera cinque volte al giorno, vi accoglieranno con entusiasmo: l’ospite qui é sacro. Il deserto del Sahara vi incanterà per il silenzio, la solitudine, l’assoluto di Dio: vi darà la pace. E vi metterà sui passi di Charles de Foucauld: l’abbandono fiducioso all’Altro e la fraternità verso tutti.
In fondo, vi sorprenderà incontrare una Chiesa viva, minoritaria, coraggiosa, a servizio di una società tanto differente in terra d’Islam.Testimone della forza del Vangelo. Ma, soprattutto, dell’amore di Dio per l’imanità che qui vive.
Imparerete il nostro atteggiamento interiore, quasi una regola d’oro: ‘parlare meno dei giovani, parlare di più con i giovani, parlare meno dei musulmani, parlare di più con i musulmani, parlare meno di Dio, parlare di più con Dio’.
Conoscere e incontrare, così, una tradizione, una storia, una fede differenti aiuta a crescere in apertura di mente e di cuore. Indispensabile, oggi, per affrontare le sfide del domani. Conoscere la nostra Chiesa, “sacramento dell’ incontro” con l’altro e i suoi valori come la preghiera, la fraternità e l’ umiltà vi darà un bel dono di Dio: la gioia. Sì, venite e vedete! Vi attendiamo a braccia aperte”.
Infatti in un’intervista il cardinale di Rabat ha definito i cristiani del Marocco ‘sacramento dell’incontro’: “Come cristiani del Marocco, nel Nord Africa, ci definiamo ‘sacramento dell’incontro’: cerchiamo di promuovere l’incontro tra cristiani e musulmani. La convivenza, nell’amicizia, è possibile: lottiamo insieme per un mondo migliore, costruiamo insieme il Regno di Dio… Siamo una Chiesa piccola, insignificante, ma significativa perché abbiamo un messaggio da trasmettere al mondo intero”.
(Foto: InfoAns)