La Chiesa ricorda le vittime della guerra

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“Ogni giorno sotto i missili russi trema la città di Zaporizhzhia. Vi chiedo, in particolare, di avvolgere con la preghiera questa città sofferente, diventata il vero epicentro dell’attacco degli occupanti russi, soprattutto nel corso dell’ultima settimana. Il nostro cuore soffre per la città di Nikopol nella regione di Dnipropetrovsk, bombardata dai russi con i proiettili al fosforo che sono considerati arma proibita. Ci sono molte vittime, ci sono morti e feriti”: nel 234^ giorno di invasione da parte dell’esercito russo in Ucraina il segretariato dell’arcivescovo maggiore di Roma ha ricordato che la guerra diventa sempre più ‘invasiva’.

Mentre nei giorni scorsi i vescovi delegati della Commissione delle Conferenze Episcopali di Europa (Comece) hanno lanciato, al termine della plenaria, un accorato appello per ‘dirigere i nostri passi sulla via della pace’, tratto dal brano evangelico di san Luca:

“Ricordiamo le vittime nelle nostre preghiere ed esprimiamo la nostra più sincera vicinanza alle loro famiglie. Ci sentiamo ugualmente vicini ai milioni di rifugiati, per lo più donne e bambini, che sono stati costretti a lasciare le loro case, così come a tutti coloro che soffrono in Ucraina e nei Paesi vicini a causa della ‘follia della guerra’.

Siamo profondamente preoccupati per le recenti azioni che accrescono il rischio di un’ulteriore espansione del conflitto in corso, con tutte le sue incontrollabili e disastrose conseguenze per l’umanità”.

Per i vescovi europei la guerra in Ucraina riguarda l’Europa, che è solidale con il popolo ucraino: “La guerra in Ucraina ci riguarda direttamente anche come cittadini dell’Unione Europea. Il nostro pensiero va a tutti coloro che si trovano in difficoltà socioeconomiche sempre più drammatiche, a causa dell’emergenza energetica, dell’aumento dell’inflazione e dell’impennata del costo della vita.

Soprattutto in momenti di crisi come questo, ci rendiamo conto ancora una volta che l’Unione Europea è una realtà preziosa, secondo la sua ispirazione originaria. Siamo grati per gli instancabili sforzi dei decisori politici europei nel mostrare solidarietà all’Ucraina e nel mitigare le conseguenze della guerra per i cittadini europei, e incoraggiamo fortemente i leader a mantenere la loro unità e determinazione per il progetto europeo”.

L’appello dei vescovi europei è una pace ‘giusta’: “In piena comunione con i numerosi appelli lanciati da papa Francesco e dalla Santa Sede, anche noi rivolgiamo un forte appello ai responsabili dell’aggressione, affinché sospendano immediatamente le ostilità, e a tutte le parti affinché si aprano a ‘serie proposte’ per una pace giusta, in vista di una soluzione sostenibile del conflitto nel pieno rispetto del diritto internazionale e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”.

Intanto è emerso che il primo ottobre a Kherson è stato assassinato dall’invasore russo un direttore d’orchestra ucraino, Yuriy Kerpatenko, per essersi rifiutato di dirigere la sua orchestra nel contesto di un evento culturale: alcuni militari russi con collaborazionisti locali si erano recati all’abitazione di Kerpatenko per convincerlo a dirigere un concerto in onore degli occupanti. Ma questi si sarebbe opposto con decisione, rifiutando anche di aprire la porta di casa. Sarebbe stato allora che uno dei soldati avrebbe sparato a bruciapelo contro la porta, uccidendolo sul colpo.

Nel frattempo ‘La Stampa’ ha anticipato un brano del libro di papa Francesco pubblica, che si intitola ‘Vi chiedo in nome di Dio. Dieci preghiere per un futuro di speranza’, a cura di Hernán Reyes Alcaide: “Più di duemila anni fa il poeta Virgilio ha plasmato questo verso: ‘Non dà salvezza la guerra!’

Si fa fatica a credere che da allora il mondo non abbia tratto insegnamenti dalla barbarie che abita i conflitti tra fratelli, compatrioti e paesi. La guerra è il segno più chiaro della disumanità. Quel grido accorato risuona ancora. Per anni non abbiamo prestato orecchio alle voci di uomini e donne che si prodigavano per fermare ogni tipo di conflitti armati”.

Nel libro il papa ha sottolineato che la Chiesa ha condannato sempre la guerra: “Il magistero della Chiesa non ha risparmiato parole nel condannare la crudeltà della guerra e, nel corso del XIX e del XX secolo, i miei predecessori l’hanno definita ‘un flagello’, che ‘mai’ può risolvere i problemi tra le nazioni; hanno affermato che la sua esplosione è una ‘inutile strage’ con cui ‘tutto può essere perduto’ e che, in definitiva, ‘è sempre una sconfitta dell’umanità’. Oggi, mentre chiedo in nome di Dio che si metta fine alla follia crudele della guerra, considero inoltre la sua persistenza tra noi come il vero fallimento della politica”.

Il papa ha evidenziato che la guerra è una ‘tragedia umanitaria’: “La guerra in Ucraina, che ha messo le coscienze di milioni di persone del centro dell’Occidente davanti alla cruda realtà di una tragedia umanitaria che già esisteva da tempo e simultaneamente in vari paesi, ci ha mostrato la malvagità dell’orrore bellico. Nel secolo scorso, in appena un trentennio, l’umanità si è scontrata per due volte con la tragedia di una guerra mondiale”.

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