Giornata dell’Alimentazione: non lasciare nessuno indietro

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Il tema della Giornata dell’Alimentazione, che si è svolta domenica 16 ottobre, ha un titolo particolare (‘Non lasciare nessuno indietro. Una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore e una vita migliore per tutti’), molto caro a papa Francesco, che nel messaggio indirizzato al direttore generale della Fao ha sottolineato l’importanza della cooperazione:

“Certamente non sarà possibile far fronte alle numerose crisi che colpiscono l’umanità se non lavoreremo e cammineremo insieme, senza lasciare nessuno indietro. A tal fine occorre, prima di tutto, che vediamo gli altri come nostri fratelli e sorelle, come membri che compongono la nostra stessa famiglia umana, e le cui sofferenze e necessità ci riguardano tutti, perché ‘se un membro soffre, tutti gli altri soffrono con lui’…

Per ottenere soluzioni giuste e durature è necessario ribadire l’urgenza di affrontare insieme e a tutti i livelli il problema della povertà, strettamente vincolato alla mancanza di alimentazione adeguata”.

Infine ha affermato la collaborazione della Chiesa per il raggiungimento degli obiettivi fissati: “Signore Direttore Generale, rinnovo ancora una volta l’impegno della Santa Sede e della Chiesa cattolica a camminare insieme alla Fao e alle altre organizzazioni intergovernative che lavorano a favore dei poveri, mettendo al primo posto la fratellanza, la concordia e la mutua collaborazione, per scoprire orizzonti che apportino al mondo un beneficio autentico, non solo per l’oggi, ma anche per le generazioni future”.

Però il titolo della Giornata è attuale anche in Italia, perché secondo la Coldiretti più di un italiano su tre (35%) taglierà gli sprechi nei prossimi mesi adottando a casa soluzioni per salvare il cibo e recuperare quello che resta a tavola, con una svolta green spinta dall’inflazione e dai rincari di gas e bollette:

“Il carovita scatenato dalla crisi energetica e dalla guerra in Ucraina spinge dunque i cittadini ad adottare comportamenti responsabili per salvare i bilanci, anche se il problema dello spreco resta rilevante. Proprio per aiutare le famiglie ad adottare comportamenti responsabili i cuochi contadini nei mercati di Campagna Amica hanno elaborato una serie di consigli, attingendo alle numerose ricette antispreco della tradizione contadina italiana e mostrando che mostreranno in diretta come organizzare e preparare un pasto completo a ‘spreco zero’ ad alto tasso di risparmio per facilitare la vita quotidiana delle famiglie”.

Nonostante la maggiore attenzione il tema dello spreco alimentare resta rilevante: “Ogni anno nel mondo viene gettato complessivamente quasi un miliardo di tonnellate di cibo, pari al 17% di tutto quello prodotto, con un impatto devastante sull’ambiente e sul clima, oltre che su un’economia già duramente colpita dall’emergenza Covid”. 

A guidare la classifica degli sprechi sono le abitazioni private, dove si butta mediamente circa l’11% del cibo acquistato mentre mense e rivenditori ne gettano rispettivamente il 5% e il 2%: “Un fenomeno che determina anche effetti dirompenti sull’economia, sulla sostenibilità e sul piano ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. Si stima, infatti, che le emissioni associate allo spreco alimentare rappresentino l’8-10% del totale dei gas serra”.

Insomma nelle case italiane si gettano mediamente a settimana 674,2 grammi di cibo pro capite, secondo un’indagine di ‘Waste Watcher’: “Spreco che a livello nazionale costa € 9.200.000.000 per l’intero anno. In Sudafrica e Giappone si spreca la metà che in Italia (324 e 362 grammi a settimana) mentre in Europa è la Francia il paese più virtuoso con 634 grammi settimanali; Germania e Regno Unito svettano con 892 e 859 grammi. Stati Uniti top-waste, con 1.338 grammi di cibo gettato a settimana”.

Inoltre la Coldiretti ha sottolineato che con l’aumento dei prezzi del carrello della spesa cresce il numero di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari che hanno aiutato tra gli altri 538.423 bambini (di età uguale o inferiore ai 15 anni), 299.890 anziani, 81.963 senza fissa dimora (di età uguale o superiore ai 65 anni), 31.846 disabili:

“Fra i nuovi poveri ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalle misure contro la pandemia e dalla crisi energetica”.

A questo punto la Coldiretti ha offerto alcuni consigli: “Molti dei piatti più tradizionali hanno origine proprio dall’esigenza di non sprecare cibo come la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di pasta.

Si possono preparare delle ottime polpette recuperando della carne rimasta semplicemente aggiungendo uova, pane duro e formaggio oppure la frittata di pasta per rivitalizzare gli spaghetti del giorno prima e ancora la pizza rustica per consumare le verdure avvolgendole in croccante sfoglia.

Se avanza del pane, si può optare per la classica panzanella mettendo semplici ingredienti presenti in ogni casa, come pomodoro olio e sale per arrivare alla tradizionale ribollita che utilizza elementi poveri come fagiolo, cavoli, carote, zucchine, pomodori e bietole già cotte da unire al pane raffermo. Anche la frutta può rivivere se caramellata o diventare marmellata oppure macedonia”.

(Foto: Coldiretti)

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