Cristiano Godano racconta se stesso ed i Marlene Kuntz

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Cristiano Godano, cantautore e frontman della band ‘Marlene Kuntz’ a Tolentino per ‘DiVento Festival’, in un incontro tra racconto e musica: dalla genesi del suo primo album solista alle anticipazioni sul nuovo disco dei Marlene Kuntz, uscito venerdì 30 settembre.

Il cantautore Cristiano Godano, leader di una delle band che hanno segnato la storia del rock italiano, si è raccontato in un lungo talk di fronte al pubblico del festival per un live acustico, durante il quale ha riproposto alcuni suoi successi in arrangiamento per chitarra e voce.

Al termine dell’incontro abbiamo chiesto quale musica per Marlene Kuntz dopo 30 anni?

“La musica di un gruppo che evolve e dopo aver fatto dieci dischi cerca di non ripetersi, ma di provare ad andare avanti. Nel nuovo disco, uscito a fine settembre, c’è più componente elettronica e meno chitarra del solito”.

Dalle considerazioni sulla scrittura e la musica a quelle sul cambiamento climatico. Perché ‘Karma clima’?

“E’ un titolo che dovrebbe riuscire a condensare il senso della preoccupazione che abbiamo nei confronti del ‘riscaldamento climatico’, problema che l’umanità deve affrontare ed accorgersi che esiste. Non c’è più molto tempo per far finta che non esiste sennò la pagheremo molto cara. Quindi ‘karma’”.

Di cosa tratta ‘Karma Clima’?

“Abbiamo fatto un disco che nasce da una paura che non è nata l’altro ieri, ma che già da un po’ di anni si è fatta sempre più pressante: quella del riscaldamento globale. Da parte mia sono molto impaurito da ciò che sta accadendo e mi indigna l’inazione di fronte a tutto questo.

Comprendo la difficoltà di tutti i governi a portarci verso azioni concrete e significative, ma al contempo non trovo nessun motivo sufficientemente intelligente per credere al 2% della comunità scientifica che sostiene che il problema non esista.

Il disco quindi vuole raccontare tutto questo, sebbene lo faccia sempre da un punto di vista dell’atto poetico. Non c’è una sola canzone che punti il dito e cerchi di far venire i sensi di colpa alla gente”.

Questo disco è anche il frutto di alcune residenze artistiche?

“Karma Clima è il racconto della natura dal nostro punto di vista. Ad esempio avuto modo di frequentare due paesini in provincia di Cuneo che sono stati riqualificati secondo criteri di sostenibilità. E’ stato molto bello e, anche se allora avevo ancora da scrivere l’80% dei brani, la comunione quotidiana privilegiata con la montagna è stata molto proficua.

Ho scritto alcuni testi in alture, lontano dalle contingenze, dal mondo e godendo di una sensazione che probabilmente per chi crede coincide con la presenza di Dio. Io non ho fede, ma sentivo un’occasione di trasfigurazione, di un fermento interiore straordinario”.

Quale è il tuo rapporto con la canzone cantautorale italiana?

“Io sono nato come ascoltatore dei cantautori italiani ed il mio idolo era Lucio Dalla, che è un musicista ‘pazzesco’. Ad un certo punto sono diventato ‘rockettaro’ ed ho cominciato a seguire il rock, abbandonando l’ascolto della canzone cantautorale, che però è ben presente nella mia formazione: mi piace molto De Gregori, De Andrè e tutti i cantautori italiani”.

Che musica ascolta Cristiano Godano?

“I miei miti sono rimasti sempre gli stessi: Neil Young, Nick Cave e i Sonic Youth. Sebbene quest’ultimi non abbiano da soli la forza di quando erano insieme e Neil Young a volte produca dei dischi scalcagnati, ma rimane a suo modo adorabile.

Nick Cave, invece, ha una produzione incredibile. Un aneddoto che lo riguarda è relativo ai miei testi in inglese: lui li revisionò per me e fu un onore incredibile. Al di là di questo, però, sono convinto di non poter rendere cantando in una lingua che non sia la mia”.

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