Papa Francesco: la Santità è bellezza

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Ci sono santi e sante anche nel 2022, nel bene che germoglia in “apparentemente inattuali gesti di pace, nella diserzione alla strage, nella preghiera, nella testimonianza e nella carità segrete che cambiano tutto, fosse anche per una sola persona… Ci sono santi e sante, che, nella guerra in Europa e in altri 168 luoghi del mondo, stanno parlando anche adesso, dicendo agli uomini e alle donne di questo tempo che c’è una salvezza che ci riguarda e che non è una fuga all’indietro, ma una corsa in avanti verso un orizzonte cristiano che coincide, anche se non si esaurisce, con l’umanesimo che fa fare pace al mondo”:

con queste parole di speranza cristiana Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire, ha definito la santità, aprendo il convegno di studio ‘La santità oggi’, organizzato dal Dicastero delle Cause dei Santi, nell’aula magna dell’Istituto Agostinianum a Roma, conclusosi con l’udienza papale.

Nel saluto introduttivo il prefetto del Dicastero della Causa dei Santi, card. Marcello Semeraro, ha sottolineato che l’accertamento di una diffusa ‘fama sanctitatis’ è stato sempre il requisito fondamentale per l’avvio di una causa di beatificazione e canonizzazione:

“Negli ultimi decenni, però sembra che questo vaglio previo sia passato in secondo piano: ad esempio, nelle positiones, la fama di santità (o di martirio o di offerta della vita) e la fama di segni vengono abitualmente ornai inserite al termine dell’esposizione”.

Mons. Bruno Forte, e arcivescovo di Chieti-Vasto, ha evidenziato ‘la santità frutto dello Spirito’, sottolineando come il Concilio Vaticano II, nella costituzione sulla Chiesa ‘Lumen Gentium’, chiarisce che lo Spirito Santo fu inviato “per santificare continuamente la Chiesa, e la santificazione è lo scopo e frutto principale dell’azione dello Spirito Consolatore nella Chiesa”.

Ad introdurre alcuni elementi per definire la santità oggi, è stato il vescovo di Sessa Aurunca, mons. Orazio Francesco Piazza, che, citando l’Esortazione apostolica ‘Gaudete et Exultate’ , ha chiarito come “la santità non è altro che la carità pienamente vissuta e la via della santità, come dono e compito, è la sola via della perfetta letizia”.

Nelle conclusioni del convegno il card. Semeraro, richiamando l’esortazione apostolica ‘Gaudete et Exsultate’, ha sottolineato che “la chiamata universale alla santità e santità canonizzata: non sono affatto due santità, ma un’unica santità… Ho pensato, allora, che la santità è come un fiume sotterraneo che se pure sempre alimenta la Chiesa, in alcuni luoghi (e sono la vita dei santi canonizzati) fuoriesce e zampilla come una fontana… Il più delle volte, certo, occorre che ci sia qualcuno disponibile a scavare il pozzo”.

E ricevendoli in udienza papa Francesco ha sottolineato l’importanza della santità: “Anche oggi è importante scoprire la santità nel popolo santo di Dio: nei genitori che crescono con amore i figli, negli uomini e nelle donne che svolgono con impegno il lavoro quotidiano, nelle persone che sopportano una condizione di infermità, negli anziani che continuano a sorridere e offrire saggezza.

La testimonianza di una condotta cristiana virtuosa, vissuta nell’oggi da tanti discepoli del Signore, è per tutti noi un invito a rispondere personalmente alla chiamata ad essere santi. Sono dei santi ‘della porta accanto’, che tutti conosciamo”.

I santi mostrano la bellezza dell’amore di Dio: “La santità, infatti, non è un programma di sforzi e di rinunce, non è fare una ‘ginnastica spirituale’; è un’altra cosa; è anzitutto l’esperienza di essere amati da Dio, di ricevere gratuitamente il suo amore, la sua misericordia.

Questo dono divino ci apre alla riconoscenza e ci consente di fare esperienza di una gioia grande, che non è l’emozione di un istante o un semplice ottimismo umano, ma la certezza di poter affrontare tutto con la grazia e l’audacia che provengono da Dio”.

La santità nasce nelle comunità cristiane: “La santità germoglia dalla vita concreta delle comunità cristiane. I Santi non provengono da un ‘mondo parallelo’; sono credenti che appartengono al popolo fedele di Dio e sono inseriti nella quotidianità fatta di famiglia, studio, lavoro, vita sociale, economica e politica.

In tutti questi contesti, il Santo o la Santa cammina e opera senza timori o preclusioni, adempiendo in ogni circostanza la volontà di Dio. E’ importante che ogni Chiesa particolare sia attenta a cogliere e valorizzare gli esempi di vita cristiana maturati all’interno del popolo di Dio, che da sempre ha un particolare ‘fiuto’ per riconoscere questi modelli di santità, testimoni straordinari del Vangelo”.

Infine per il papa i Santi sono ‘perle preziose’: “Sono sempre vivi e attuali, non perdono mai valore, perché rappresentano un affascinante commento del Vangelo. La loro vita è come un catechismo per immagini, l’illustrazione della Buona Notizia che Gesù ha portato all’umanità: che Dio è nostro Padre e ama tutti con amore immenso e tenerezza infinita.

San Bernardo diceva che, pensando ai Santi, si sentiva ardere ‘da grandi desideri’. Il loro esempio illumini le menti delle donne e degli uomini del nostro tempo, ravvivando la fede, animando la speranza e accendendo la carità, affinché ciascuno si senta attratto dalla bellezza del Vangelo e nessuno si smarrisca nelle nebbie del non senso e della disperazione”.

(Foto: Santa Sede)

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