Coldiretti: da ‘spesa sospesa’ una tonnellata di cibo per i poveri

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Oltre una tonnellata di cibo a km zero, dal Grano Padano al Parmigiano Reggiano, dall’olio del Garda Dop al Salame Milano, dal riso Carnaroli fino alla pasta di grano 100% italiano assieme a frutta e verdura, è stata raccolta grazie alla generosità degli agricoltori di ‘Campagna Amica’, nonostante il complesso momento di crisi, dei cittadini milanesi e dai turisti e da ‘Filiera Italia’ per arrivare nelle case delle famiglie in gravi difficoltà economiche.

E’ il bilancio dell’iniziativa ‘Spesa sospesa’ lanciata da Coldiretti e Campagna Amica al Villaggio contadino di Milano nella scorsa settimana per sostenere i cittadini colpiti dal caro bollette scatenato dalla crisi energetica legata alla guerra in Ucraina in una situazione in cui sono salite a 2.600.000 le persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare.

Un cesto dei prodotti raccolti è stato simbolicamente consegnato all’arcivescovo di Milano, mons. Mario Enrico Delpini, dalla responsabile nazionale di Coldiretti ‘Donne Impresa’, Chiara Bortolas, e dal presidente di Terranostra, Diego Scaramuzza, alla presenza del presidente di Coldiretti Senior, Giorgio Grenzi:

“Per tutto il week end i visitatori dei banchi del maximercato degli agricoltori al Parco Sempione hanno avuto la possibilità di fare una donazione libera grazie alla quale acquistare prodotti a favore dei più bisognosi, sul modello dell’usanza campana del ‘caffè sospeso’, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo. In questo caso si è trattato di frutta, verdura, formaggi, salumi e ogni tipo di genere alimentare Made in Italy, di qualità e a km zero tra quelli proposti dagli agricoltori di Campagna Amica”.

 Inoltre il l caro bollette nel carrello spinge oltre 8 italiani su 10 (81%) a preparare in casa dalle conserve al pane, dalla pasta alla salsa di pomodoro per risparmiare e ridurre gli sprechi, ma anche per garantirsi un’alimentazione più genuina, naturale e 100% nazionale, secondo un’indagine Coldiretti-Ixe’ diffusa in occasione della festa dei ‘Nonni’.

In cima alla classifica dei prodotti più preparati dagli italiani in casa c’è la pizza, seguita da pasta, salsa di pomodoro, pane, conserve e marmellate, ma sulla spinta del caro carrello c’è anche chi sceglie il fai da te anche per lo yogurt e il gelato.

 Inoltre con l’aumento dell’inflazione e delle bollette più di un italiano su due (51%) taglia la spesa nel carrello a causa della crescita record dei prezzi che ha ridotto il potere d’acquisto dei cittadini con un effetto a valanga sull’intera filiera agroalimentare che dal campo alla tavola vale € 575.000.000.000, quasi un quarto del Pil nazionale, che dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4.000.000 di lavoratori in 740.000 aziende agricole, 70.000 industrie alimentari, oltre 330.000 realtà della ristorazione e 230.000 punti vendita al dettaglio.

Secondo i risultati dell’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it il 18% dei consumatori per effetto dell’inflazione rilevata dall’Istat dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, orientandosi verso prodotti low cost per poter ad arrivare a fine mese, mentre solo 1/3 (31%) è riuscito a non modificare le abitudini di spesa:

“Gli italiani vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa”.

Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare diffusa su tutto il territorio che quotidianamente rifornisce le tavole dei consumatori italiani: “Nelle campagne italiane ben 1/3 delle aziende agricole sta lavorando in perdita a causa di rincari dei costi che vanno dal +250% dei concimi al +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti”.

Il risultato è un aggravio medio di oltre € 17.000 per azienda, mentre crolla il valore aggiunto (-42%). Ma aumenti riguardano l’intera filiera alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.

(Foto: Coldiretti)

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