Il papa ai Redentoristi: non temete di sporcarvi le mani

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Sabato 1 ottobre, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, papa Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti al XXVI Capitolo Generale dei Redentoristi, in cui è stato eletto il nuovo Governo Generale della Congregazione del Santissimo Redentore ed il nuovo Superiore Generale, p. Rogério Gomes, che ha presentato al papa alcune delle conclusioni delle riflessioni e dell’impegno della Congregazione del Santissimo Redentore per i prossimi sei anni.

Dopo l’ascolto il papa si è rivolto ai religiosi figli di sant’Alfonso, affermando un Capitolo generale è come una Pentecoste: “Celebrare un Capitolo Generale non è una formalità canonica. E’ vivere una Pentecoste, che ha la capacità di fare nuove tutte le cose. Nel Cenacolo i discepoli di Gesù avevano dubbi, insicurezze, paure, volevano rimanere fermi e protetti; ma lo Spirito che soffia dove vuole li provoca a muoversi, a uscire, ad andare verso le periferie per portare il kerygma, la bella Notizia”.

I temi affrontati (identità, missione, vita consacrata, formazione e governo) sono essenziali per la congregazione: “Si tratta di temi fondamentali, tra loro connessi, per ripensare il vostro carisma alla luce dei segni dei tempi. Questo discernimento comunitario si radica nella capacità di ciascuno di voi di cercare il mistero di Cristo Redentore, che è la ragione della vostra consacrazione e del vostro servizio agli uomini e alle donne che vivono nelle periferie esistenziali della nostra storia di oggi”.

E’ stato un invito a vivere il carisma di sant’Alfonso Maria de’ Liguori: “Si radica nella fecondità del carisma alfonsiano, come linfa che alimenta la vita spirituale e la missione di ognuno e la fa rifiorire. Vi incoraggio ad osare, avendo come unico confine il Vangelo e il Magistero della Chiesa. Non abbiate paura di percorrere vie nuove, di dialogare con il mondo, alla luce della vostra ricca tradizione di teologia morale. Non temete di sporcarvi le mani al servizio dei più bisognosi e della gente che non conta”.

Riprendendo le Costituzioni della congregazione il papa ha sottolineato la parola ‘disponibilità’: “Non diamo per scontata questa parola! Significa darsi interamente alla missione, con tutto il cuore, ;dies impendere pro redemptis, fino alle ultime conseguenze, con lo sguardo fisso su Gesù che, ‘pur essendo nella condizione di Dio…, svuotò sé stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini’; e divenne un buon samaritano, un servo”.

Insomma la disponibilità è rinnovamento: “Questo rinnovamento passa attraverso un processo di conversione del cuore e della mente, di intensa metanoia, e anche attraverso un cambiamento di strutture. A volte abbiamo bisogno di rompere le vecchie anfore, ereditate dalle nostre tradizioni, che hanno portato tanta acqua ma hanno ormai compiuto la loro funzione.

E spezzare le nostre anfore, piene di affetti, di usanze culturali, di storie, non è un compito facile, è doloroso, ma è necessario se vogliamo bere l’acqua nuova che viene dalla sorgente dello Spirito Santo, fonte di ogni rinnovamento… Solo così diventiamo missionari di speranza!”

Ed il rinnovamento ha tre pilastri essenziali: “In questo processo di re-immaginare e rinnovare la Congregazione, non bisogna dimenticare tre pilastri fondamentali: la centralità del mistero di Cristo, la vita comunitaria e la preghiera”.

L’insegnamento di sant’Alfonso de’ Liguori invita a ‘rimanere nell’amore’ di Dio: “Senza di Lui non possiamo far nulla; rimanendo in Lui portiamo frutto. L’abbandono della vita comunitaria e della preghiera è la porta della sterilità nella vita consacrata, la morte del carisma e la chiusura verso i fratelli. Invece la docilità allo Spirito di Cristo spinge a evangelizzare i poveri, secondo l’annuncio del Redentore nella sinagoga di Nazaret, concretizzato nella congregazione da sant’Alfonso Maria de’ Liguori”.

Ed il neo superiore generale, p. Rogério Gomes, ha chiesto ai confratelli a non avere paura: “Non abbiate paura, non abbiate paura dei poveri! Vorrei che ogni Redentorista sentisse l’odore delle pecore ed emanasse l’odore di Cristo Redentore.

Vorrei che ogni confratello lasciasse questo capitolo gioioso ed entusiasta, come i discepoli di Gesù se ne andarono dopo la Pentecoste, con un cuore ardente e coraggioso. Quando tornerete alla vostra Unità, potrete iniziare a mettere vino nuovo in otri nuovi e a incantare nuovamente gli altri confratelli”.

E’ un invito a non avere paura della ‘fedeltà creativa’: “Non abbiate paura della fedeltà creativa che ci rende fedeli allo Spirito, ci permette di reimmaginare cose nuove, di intuire nuove vie di evangelizzazione; di sbagliare e di imparare dai nostri errori e di non rimanere pietrificati. Lo Spirito che ha unto Gesù, Alfonso, i nostri santi, martiri, beati e venerabili, è lo stesso Spirito che è qui e ci accompagna, lo stesso Spirito che ci provoca e ci aiuta in questo tempo di ristrutturazione e che ci ama senza paura!.. Possiamo avere la migliore struttura, una formazione con i migliori contenuti, ma se non viviamo un esodo non andremo molto lontano. La vita consacrata è esodale nella sua origine. Teologicamente è radicata nella kenosi di Cristo”.

(Foto: Santa Sede)

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