XXVII domenica del Tempo Ordinario: Signore, credo, ma aumenta la nostra fede!

Condividi su...

Tema del vangelo è la fede: dono mirabile di Dio all’uomo; essa può considerarsi come una finestra aperta nel castello ermetico della nostra vita; Platone parlava dell’uomo chiuso nella caverna, sant’Agostino preferisce l’immagine del castello.

Chiusi ermeticamente nel nostro io più profondo sperimentiamo solo la nostra debolezza; se riusciamo ad aprire una finestra, una feritoia, si riesce a scorgere allora la verità del creato, la verità di Dio. Ecco la fede.  Vivere di fede, guardare al di là del nostro io significa aprirsi al cielo, alla verità di Dio e Gesù dirà: ‘Se avreste fede quanto un granellino di senapa…’ potreste ottenere risultati incredibili. 

L’uomo per natura è debole, limitato, circoscritto; siamo veramente uno zero; se ci uniamo a Dio, che è l’uno per eccellenza, lo zero accanto all’uno diventa dieci, una vera potenza. La fede, dono di Dio, è infatti autentica adesione personale a Cristo e al suo vangelo, essa si incarna nella vita di chi ascolta Cristo e lo ama ed osserva la sua parola. 

Osservare la parola di Dio è realizzare la missione che è stata affidata a ciascuno di noi, missione conferita da Dio, diversa da uomo ad uomo. La fede ci aiuta a vivere la vita come Dio vuole, ci sprona e ci esorta all’azione, per cui Gesù dirà: se avreste fede quanto un granellino di senapa otterresti risultati incredibili. Agire con fede per l’uomo è agire con la potenza di Dio; da Lui solo possiamo  attendere prodigi sempre più sorprendenti.

La fede viva e sincera dei martiri ha cambiato la storia.  E’ naturale chiedere: cosa dobbiamo credere?  La risposta è assai chiara: credere che Gesù è il Signore e Dio lo ha risuscitato dai morti perché vero Dio e vero uomo. Oggetto della fede è la verità di Dio; sant’Agostino diceva: ‘Noi che parliamo e voi che ascoltate riconosciamoci veri discepoli di un unico Maestro’.

Credere, avere fede, come vedi, significa  abbandono ed ubbidienza a Dio, come si esprime il profeta Abacuc; significa avere la stessa fede di Abramo che si abbandona in Dio, lascia tutto, sicuro che Dio non delude. Avere fede  dà certezza alla vita e sicurezza nell’agire perché chi crede in Dio trova un appoggio formidabile in Dio che è Via, Verità e Vita. 

Gesù paragona questa fede ad un granellino di senapa; non è superbia o sicurezza di sé, ma il vero uomo di fede  nella sua umiltà sente il bisogno di Dio e si abbandona fiducioso in Lui. La fede ci dà la speranza fondata di potere guardare con fiducia le vicende della vita, accettare anche le sconfitte e le sofferenze nella piena consapevolezza che il bene alla fine trionferà sul male. 

Chi ha fede si rimette completamente nelle mani di Dio, alla sua volontà senza pretese o calcali di sorta.  L’uomo di fede sa bene che i tempi di Dio non sono mai i nostri tempi, Dio non paga mai il sabato; compito dell’uomo è il ‘servizio’ vero, al resto penserà il Signore.

Vivere è servire e Gesù ci insegna a vivere senza pretese di ricevere ringraziamenti, come d’altronde Egli stesso ci ha dato l’esempio levando i piedi ai suoi apostoli: ‘Mi chiamate Signore e Maestro e dite bene perché lo sono’ ma Io vi ho lavato i piedi, un servizio assai umile, così voi lavate i piedi l’uno all’altro.

La fede ci aiuta a vedere la vita come Dio la vede, vivere la bellezza della fede rendendo visibile al mondo che è bello conoscere Dio nel volto umano di Cristo Gesù, che ha dato la vita per la salvezza di tutti.

La fede trascende sempre il nostro essere e ci porta a guardare al di là del nostro essere limitato e circoscritto; ci conferisce una visione nuova della vita, mentre ci esorta all’azione  come testimoni credibili di Cristo con la parola, con l’esempio e, se è necessario, anche con il sangue.

Nerone, che bruciava vivi i cristiani come fiaccole accese nei giardini del Vaticano non avrebbe mai pensato che il colle del Vaticano avrebbe visto il trionfo assoluto dei cristiani da lui perseguitati.

I fiumi di sangue versati da Stalin nella Russia imponendo l’ateismo di Stato non riuscirono  mai a spegnere la fede nei popoli della Lituania o della Polonia e, dopo 50 anni di ateismo imposto con la forza, il comunismo crolla ed emerge una fede sempre più viva nel popolo russo.

Napoleone, che aveva tenuto prigioniero papa Pio VI, ed era felice di avere seppellito l’ultimo papa, è morto a sant’Elena mentre a Roma la barca di Pietro continua il suo corso, anche se in un mare spesso burrascoso; verificando così le parole di Gesù: ‘le porte degli inferi non prevarranno’.

 Amico, che ascolti o leggi, siamo servi inutili, ma servi di Cristo, che ha vinto il mondo, e Dio è il ‘Padre nostro che è nei cieli’. Ricordati, se hai fede, lo Spirito Santo non abbandona mai la sua Chiesa e la SS. Vergine è e rimane la Regina degli Angeli e dei Santi.

Free Webcam Girls
151.11.48.50