Autorità o autonomia?

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 26.09.2022 – Andrea Gagliarducci] – La notizia che i vescovi delle Fiandre [la parte neerlandofona del Belgio], hanno aperto le porte alle benedizioni delle coppie omosessuali [QUI e QUI] ha provocato una non piccola quantità di turbolenze. Tuttavia, i vescovi delle Fiandre hanno mostrato che è possibile lavorare sulle norme, su piccole aperture, per farne poi delle più grandi, che possano toccare anche la dottrina stessa della Chiesa. Alcuni potrebbero chiamarla una strategia. Per altri è semplicemente la concretizzazione di un impegno pastorale. In ogni caso, è un tema che Papa Francesco deve tenere a mente.

Finora Papa Francesco ha lasciato aperto ogni cammino sinodale e ha lasciato le Chiese locali più o meno indipendenti. Più o meno perché, quando il Papa è interessato, interviene nella vita delle diocesi senza mostrare troppi scrupoli.

Il fatto che, in ogni caso, si sia aperta una discussione sulla questione, fino a prendere una decisione concreta, è sintomatico del pontificato. Papa Francesco incoraggia il discernimento personale, chiede di non fare affidamento sulla casistica e non prende posizioni chiare sulle grandi questioni. Quando li prende, come è avvenuto con la Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sul divieto di benedire le coppie omosessuali [1], Papa Francesco tende poi a mitigarli, cercando una sintesi.

Per essere chiari, spinte di questo tipo non accadono solo con Papa Francesco. Dal Concilio Vaticano II in poi sono sempre avvenute. Gli esempi sono ben noti:

  • Il Catechismo Olandese [2], sul quale Giovanni Paolo II ha persino convocato un Sinodo straordinario [3].
  • Le pressioni per il cambiamento dottrinale prima dell’Humanae vitae, e poi, quando non c’era cambiamento, contro la stessa Humanae vitae [QUI].
  • La posizione dei vescovi della Germania all’inizio degli anni ’90 per l’accesso alla comunione dei divorziati risposati.
  • La Pfarrer Initiative (Iniziativa dei parroci), nata in Austria durante il pontificato di Benedetto XVI [QUI].

Cerchiamo di essere chiari. Si dice che il Concilio Vaticano II abbia creato queste divisioni. Non era il Concilio. Invece, è stata la consapevolezza, che i media possono avere un ruolo nell’opinione pubblica, sorta con il Concilio più che altro per una circostanza temporale, che si è sviluppata dopo il Concilio, perché, a quel punto, i media erano diventati pervasivi. In pratica, con il Concilio Vaticano II, tutti prendono coscienza che la pressione può essere esercitata attraverso i media. La stampa, allo stesso tempo, comincia a percepirsi come una forma di potere. Se i media sono un “quarto potere”, come si dice dagli anni ’30, possono anche essere una quinta colonna nella Chiesa.

Fatte queste precisazioni, l’iniziativa dei vescovi delle Fiandre sembra essere stata elaborata come un tentativo di conciliazione tra la Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede [1] e il successivo distacco di Papa Francesco dalla Nota – presunto distacco, perché Papa Francesco ha fatto solo riferimenti indiretti al documento, ma non lo ha mai sconfessato.

I vescovi delle Fiandre, quindi, hanno prodotto il documento Homoseksuele personen pastoraal nabij zijn. Voor een gastvrije kerk, die niemand uitsluit (Essere pastoralmente vicini alle persone omosessuali. Per una Chiesa ospitale, che non esclude nessuno). In questo documento del 20 settembre 2022, i vescovi delle Fiandre istituiscono una pastorale per gli omosessuali all’interno della pastorale familiare interdiocesana e definiscono lo schema di un momento di preghiera per sostenere l’impegno di amore e di fedeltà di una coppia omosessuale.

Il servizio pastorale coinvolge una persona a tempo pieno e vuole essere l’inizio di una rete che dovrebbe avere un rappresentante in ogni diocesi. La preghiera fa parte dell’impegno religioso per le coppie o anche per i single omosessuali. Fa parte di un percorso che si può fare anche con le famiglie. E il momento della preghiera è vistosamente attento a mantenere la differenza non solo dal rito, ma anche dalle singole parole riguardanti il sacramento del matrimonio.

Non vi è alcuna benedizione formale sulla coppia, nessuno scambio di consensi tra i partner e nessun segno come anelli o corone. Si tratta però del primo esempio di celebrazione comunitaria con al centro una coppia omosessuale. Ancora una volta, non c’è una benedizione formale, ma c’è una preghiera di intercessione.

Insomma, la parte della preghiera è stata gestita con una certa astuzia per rimanere formalmente negli ambiti del famoso Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede [1], che diceva che no, le coppie omosessuali non potevano essere benedette. Allo stesso tempo, però, il documento dei vescovi delle Fiandre ha qualcosa di esplosivo, proprio perché istituisce un servizio pastorale solo per gli omosessuali, costituendo anche un precedente per tutte le diocesi del Belgio. E questo è forse il punto di contrasto più significativo.

Nel 1986 la Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato un documento per la pastorale delle persone omosessuali [4]. Il documento condannava tutti gli atti di violenza contro gli omosessuali. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza di prendersi cura di loro senza distaccarsi dall’insegnamento della Chiesa perché la verità è al centro di ogni programma pastorale. E lo stesso documento sottolineava: «Un programma pastorale autentico aiuterà le persone omosessuali a tutti i livelli della loro vita spirituale, mediante i sacramenti e in particolare la frequente e sincera confessione sacramentale, mediante la preghiera, la testimonianza, il consiglio e l’aiuto individuale. In tal modo, l’intera comunità cristiana può giungere a riconoscere la sua vocazione ad assistere questi suoi fratelli e queste sue sorelle, evitando loro sia la delusione sia l’isolamento».

Nessuna esclusione, quindi. Inoltre, la posizione della Santa Sede è sempre stata quella di non definire le persone in base alla loro sessualità. Una persona è una persona, indipendentemente dall’orientamento sessuale. Colpisce infatti che in un documento sinodale del 2018 sui giovani sia stato utilizzato esplicitamente il termine LGBT, che la Chiesa ha sempre considerato discriminatorio [QUI]. Ora, affidare una persona a tempo pieno alla pastorale delle persone omosessuali o delle coppie, non solo accetta questa discriminazione per la quale alcuni possono essere più uguali di altri, ma rischia implicitamente anche di accettare l’idea di una famiglia omosessuale.

Da un lato, si può dire che questo approccio è genuinamente pastorale e adeguato ai tempi. D’altra parte, però, bisogna rendersi conto che c’è una deviazione dalla dottrina e dalla prassi della Chiesa che rischia di diventare un divario significativo. In definitiva, la tecnica consiste nell’apportare piccoli cambiamenti formalmente accettati che portano a cambiamenti sostanziali. Un pendio scivoloso verso il cambiamento dottrinale, con un inizio lento. Nasce da una solida posizione intellettuale, di grande portata nell’opinione pubblica. Quindi c’è una reazione. E poi continui in base a quella reazione [5].

Il problema di questo pontificato è che la stessa tecnica trova terreno fertile nelle decisioni del Papa. Ad esempio, lo stesso Vescovo Bruno Forte, parlando del Sinodo del 2015, di cui aveva servito come segretario speciale, ha affermato che il Papa ha spinto a introdurre temi nuovi con un linguaggio che nascondesse le sue reali intenzioni [QUI]. Ciò che manca, alla fine, è la reazione a posizioni intellettuali forti. Finora non ci sono state reazioni della Santa Sede alla decisione dei vescovi delle Fiandre, che sarebbero servite a chiarire le cose.

Sul Cammino sinodale tedesco il Papa ha scritto all’inizio una lettera [QUI], quella a cui fa continuamente riferimento, ma ha evitato di entrare nel dibattito sinodale.

Sulla questione delle coppie omosessuali il Papa ha fatto pubblicare il Responsum [1], ma poi ha preso posizioni diverse in molte dichiarazioni. Per inciso, va ricordato che Papa Francesco ha comunque confermato, nel 2016, la decisione di non ammettere al sacerdozio candidati omosessuali o con tendenze gay.

E ancora, sulla comunione ai divorziati risposati, il Papa ha lasciato un biglietto chiedendo il discernimento senza definire nulla. Papa Francesco sostiene che la casistica dovrebbe essere evitata. Qui, però, manca anche la linea dottrinale perché non ci sono definizioni precise delle questioni.
Più che una decisione pastorale, sembra essere una pastorale molto accentuata che consente di creare divisioni. Comprendiamo sempre di più i dubia dei quattro cardinali su Amoris laetitia, ormai passati nell’oblio. Quel dubia ha evidenziato un problema che andava oltre Amoris laetitia e la sua interpretazione. Era il problema che l’unità della Chiesa stava venendo meno.

Alla fine, non c’è niente di nuovo sotto il sole. Tuttavia, c’è la sensazione che una spaccatura stia per emergere all’interno della Chiesa Cattolica. Potrebbe essere un problema grave.

Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato oggi dall’autore in inglese sul suo blog Monday Vatican [QUI].

[1] La Nota esplicativa del Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso [QUI], approvata espressamente da Papa Francesco.

[2] Il Nuovo catechismo olandese o Catechismo per adulti è un’opera di catechesi pubblicata il 4 ottobre 1966 con il titolo Nieuwe Katechismus (Nuovo Catechismo) dalla Conferenza Episcopale dei Paesi Bassi. Aperto all’ecumenismo, mette in discussione o relativizza alcune verità accettate per dogma dalla fede cristiana. Scritto in una prospettiva umanistica e ottimista, mostra l’influenza di teologi cattolici contemporanei come Edward Schillebeeckx e Pierre Teilhard de Chardin. Il suo obiettivo era quello di diffondere un insegnamento della fede cattolica conforme allo “spirito” del Concilio Vaticano II.

[3] L’Assemblea Speciale per i Paesi Bassi del Sinodo dei Vescovi è stata celebrata a Roma dal 14 al 31 gennaio 1980, convocata da Papa Giovanni Paolo II per discutere alcune questioni chiave di natura teologica e pastorale in riferimento alla Chiesa Cattolica Romana nei Paesi Bassi. Il motivo della convocazione includeva una grave crisi di potere, la mancanza di comunità tra i vescovi dei Paesi Bassi stessi, la polarizzazione che la Chiesa nei Paesi Bassi dimostrava e le tensioni tra la Chiesa nei Paesi Bassi e la Santa Sede sorte dopo il Concilio Vaticano II.

[4] Congregazione per la Dottrina della Fede. Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, 1° ottobre 1986, a firma del Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto e dell’Arcivescovo Alberto Bovone, Segretario [QUI].

[5] L’applicazione in ambito ecclesiastico della finestra di Overton [QUI].

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