A Capodimonte la premiazione dei vincitori della X Edizione del Premio Cardinale Michele Giordano

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 24.09.2022 – Vik van Brantegem] – Oggi sabato 24 settembre 2022 a Napoli, con la benedizione di Papa Francesco, verrà ricordato solennemente il Cardinale Michele Giordano – Sicut flumen pax tua (il titolo della sua prima lettera pastorale alla Chiesa in Napoli, che pubblicò la Domenica delle Palme del 1988, oltre ad essere il motto del suo stemma episcopale) – durante la X edizione del Premio a lui intitolato, che si svolgerà alle ore 16.00 presso la basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio e Regina della Cattolica Chiesa, sulla collina di Capodimonte, uno degli scorci più incantevoli del paesaggio partenopeo.

Francesco Antonio Grana, Segretario del Premio Cardinale Michele Giordano, con il porporato.

Sarà l’Arcivescovo metropolita di Napoli, Mons. Domenico Battaglia, Presidente onorario del Premio Cardinale Michele Giordano, a premiare i vincitori della X edizione del riconoscimento intitolato al porporato lucano, nato a Sant’Arcangelo il 26 settembre 1930 e morto a Napoli il 2 dicembre 2010, per 19 anni alla guida dell’arcidiocesi partenopea (9 maggio 1987-26 settembre 2005).

Saranno presenti alla premiazione il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo emerito di Napoli (che risiede a Capodimonte, come il suo predecessore, il Cardinal Giordano); l’Arcivescovo Piero Marini, Vice Arciprete della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore in Roma, Presidente emerito del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali; e l’Arcivescovo Mario Milano, Vescovo emerito di Aversa.

Antonio Preziosi.

Il libro vincitore della X edizione del Premio Cardinale Michele Giordano è Il Papa doveva morire (San Paolo 2021) di Antonio Preziosi, Direttore di Rai Parlamento.

Secondo classificato il testo Benedetto XVI. La vita e le sfide (Sanpino 2021) di Luca Caruso, Responsabile della comunicazione e dell’Ufficio Stampa della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI.

Terzo posto per il volume Vangelo in periferie» (Morcelliana 2021) a cura di Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio.

Premio speciale per il libro I tre pani (Edizione Padre Pio da Pietrelcina 2021) di Mons. Domenico D’Ambrosio, Arcivescovo emerito di Lecce.

I premi sono stati assegnati all’unanimità dalla commissione del riconoscimento composta dal Presidente Fulvio Tessitore, dal Segretario Francesco Antonio Grana (vaticanista de ilfattoquotidiano.it) e dai giornalisti Ottavio Lucarelli (Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, La Repubblica), Antonello Perillo (Vicedirettore della Tgr), Marco Perillo (Il Mattino), Alfonso Pirozzi (ANSA) e Pietro Treccagnoli (Corriere del Mezzogiorno).

Il Papa doveva morire

Il 13 maggio 1981, in piazza San Pietro a Roma, alle ore 17.17 si consuma uno degli attentati più gravi e conosciuti della nostra storia recente: un sicario, forse incaricato da mandanti ancora oggi non identificati, spara a distanza ravvicinata a Papa Giovanni Paolo II per ucciderlo. L’attentatore era Mehmet Ali Agca, un killer professionista turco, che gli sparò quattro colpi di pistola ferendolo gravemente. Giovanni Paolo II fu colpito due volte, perdendo molto sangue. Il sicario fu arrestato immediatamente e poi condannato all’ergastolo dalla magistratura italiana. Mesi dopo, il Papa perdonò il terrorista; ricevette successivamente anche il perdono del Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, e fu infine estradato in Turchia nel giugno del 2000.

A quarant’anni da quel tragico avvenimento, Antonio Preziosi in Il Papa doveva morire. La storia dell’attentato a Giovanni Paolo II (prefazione dell’Arcivescovo Rino Fisichella) ricostruisce quel giorno con dettagli poco conosciuti o addirittura inediti, analizza le ragioni e le conseguenze del gesto, evidenziando tutte le implicazioni di cronaca, storiche e spirituali dell’attentato, riflettendo sulle motivazioni del gesto criminale e sulle sue conseguenze.

L’Autore racconta alcune testimonianze dirette (come quelle di suor Letizia Giudici che “arrestò” il terrorista Ali Agca o del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa) e tantissimi dettagli ricordati dal Cardinale Stanisłao Dziwisz – già Segretario Particolare di Papa Giovanni Paolo II – e da tanti altri testimoni.

Preziosi offre una narrazione emozionante, capace di catapultare il lettore “dentro” uno degli attentati più gravi e conosciuti della nostra storia recente, come in un “film” che ha una duplice regia: una umana (i mandanti ancora oscuri dell’attentato) e una soprannaturale (la mano che deviò il proiettile salvando la vita a quel Papa che quel giorno “doveva morire”).

La basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio e Regina della Cattolica Chiesa

La basilica si erge in zona Capodimonte a Napoli ed è stata realizzata su modello della basilica di San Pietro a Roma sia negli esterni (compresa la cupola) che negli interni, tanto da essere anche conosciuta come “la piccola San Pietro”.

Nel piazzale della basilica si trova l’entrata monumentale alle catacombe di San Gennaro, rappresentata da un grande busto del santo alto più di 4 metri, per quindici quintali di peso. L’opera, la più grande del suo genere presente in città, è stata realizzata da Lello Esposito. A destra del busto si trova la fontana della Duchessa, opera che risale al 1939 e fu un dono della Duchessa Elena d’Aosta alla città che tanto amava. La struttura è divisa da pilastri e archi laterali; sotto il riquadro centrale vi è uno stemma che mostra un sonetto di San Francesco, seguito dalla frase “Donata da Elena Duchessa d’Aosta”.

La costruzione della basilica, su progetto dell’Architetto Vincenzo Veccia, è durata quarant’anni, dal 6 gennaio 1920, quando fu posata la prima pietra, al 26 aprile 1960, giorno della solenne consacrazione, celebrata dal Cardinale Alfonso Castaldo. Tuttavia, la basilica era fruibile al culto già da vari anni prima della consacrazione.

La chiesa fu fortemente voluta dalla Serva di Dio Maria di Gesù Landi, fondatrice delle Suore Ancelle della Chiesa. Nata a Napoli il 21 gennaio 1861, già da bambina dimostrava fervida vocazione spirituale. Ella si distinse per la sua grande devozione alla Madre del Buon Consiglio di cui, nel 1884, fece dipingere dal pittore napoletano Raffaele Spanò un quadro, molto amata dal popolo napoletano a seguito di due miracoli.

Il quadro miracoloso della Madre del Buon Consiglio di Capodimonte.

Madre del Buon Consiglio è uno dei titoli con cui viene invocata Maria, madre di Gesù. Di origine antica, divenne particolarmente popolare dopo il ritrovamento dell’immagine di una Vergine con il bambino Gesù nel santuario di Genazzano e la devozione fu propagata dai frati agostiniani che officiavano la chiesa. Nel 1903 Papa Leone XIII aggiunse alle litanie lauretane l’invocazione Mater Boni Consilii.

Maria di Gesù Landi morì il 26 marzo1931. Tuttavia, la sua scomparsa non portò all’interruzione dei lavori.

Il 12 giugno1938 l’effigie della Madre del Buon Consiglio fu portata all’interno della basilica ancora in costruzione.

Nel gennaio del 1980 Papa Giovanni Paolo II elevò la chiesa a basilica minore.

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