Non solo Elisabetta II. Il ricordo della religiosa uccisa dai terroristi islamici in Mozambico. Ma in paradiso sul trono c’è la martire Suor Maria

Condividi su...

La scorsa settimana sono morte due regine: di una abbiamo saputo tutto, della religiosa uccisa dai terroristi islamici in Mozambico, invece, poco o niente. Oggi, il Santo Padre Francesco affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo apostolico vaticano per recitare l’Angelus Domini con circa 18mila fedeli e pellegrini riuniti in Piazza San Pietro, ha detto: «In questo momento di preghiera mi è caro ricordare Suor Maria De Coppi, Missionaria Comboniana, uccisa a Chipene, in Mozambico, dove ha servito con amore per quasi sessant’anni. La sua testimonianza dia forza e coraggio ai cristiani e a tutto il popolo mozambicano». La Suora e la Regina…

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 11.09.2022 – Renato Farina] – Ci sono state due grandi donne che ci hanno lasciato questa settimana. Sono due Regine. Direte: una è Elisabetta II, che ha retto lo scettro e portato la corona per 72 anni, è deceduta a 96. Ha avuto l’esclusiva delle prime pagine dolenti e beatificanti di qualsiasi Paese del mondo. Poi però il dibattito dei media e del popolo comune si è incentrato se Meghan, la moglie discola di Harry, suo nipote ribelle, sarà trattata bene o male al funerale dal nuovo Re, il vecchio suocero Carlo III. Una dunque è Elisabetta II. Ma l’altra chi è?

Della monarca del Regno Unito sappiamo tutto, così tante cose da farci dimenticare l’essenziale. Non aveva la patente eppure guidava lo stesso ma non si allacciava la cintura; ha visitato centinaia di Paesi nel mondo però non ha mai avuto un passaporto. E l’essenziale? Sono stati fatti molti film su di Lei (maiuscolo), in uno di essi l’ho vista piangere per l’uccisione di un cervo reale, reale come lei, erano soliti salutarsi da lontano, infine il meschino aristocratico meschino proprietario della tenuta confinante con quella dei Windsor, ha legalmente abbattuto la superba creatura delle foreste che vi si era inoltrata. Credo si sia riconosciuta nella sua sorte. Maestosa e infinitamente inerme. È stata immersa nella gloria ma anche in tanto dolore. Basta così. No, un’altra cosa: il marito Filippo, Duca di Edimburgo, ha definito così la loro famiglia, coniugi, figli, figlia, soprattutto nuore: “the Firm”, “la Ditta”.

L’unità della Nazione

Non è dunque un copyright di Bersani per definire il Partito, come credevamo, ma il marchio di un’azienda di Stato dove la Regina aveva il compito di produrre il chiodo (sé stessa) a cui doveva appendersi l’unità della Nazione. Si è sacrificata, come quel cervo. Viva Elisabetta.

A destra Suor Maria De Coppi.

Ma l’altra Regina chi è? L’altra Regina è una Maestà di cui si sa pochissimo, ma quel poco è abbastanza per aprire uno squarcio nel cielo. Era la Regina segreta del Mozambico, non riconosciuta da nessuno Stato, ma fiutata e onorata come tale, senza cerimonie, dal suo popolo esposto a ogni tipo di vento del male, ma lei soffiava con il suo alito una impagabile letizia, qualcosa che non può morire anche se l’hanno ammazzata. È accaduto martedì scorso. Suor Maria De Coppi, religiosa comboniana di Vittorio Veneto (Treviso), 82 anni, è stata ammazzata con un colpo in faccia a bruciapelo a Chipene. I giannizzeri dello Stato Islamico (Daesh), nella locale versione denominata Al Shabab, come le Brigate rosse «hanno colpito al cuore dello Stato».

Mossi dall’odio e dalla volontà di detronizzare colei che teneva unito il popolo con l’amore concreto, pratico, cattolico-veneto-africano. Hanno sperato nel terrore e hanno trovato il perdono. Sono poveri idioti assassini. Prima ancora di essere uccisa suor Maria ha trovato parole per loro che non leggeranno da nessuna parte, ma li inseguiranno misteriosamente, Maria le insufflerà nelle loro orecchie di giorno e di notte. Trasformerebbero, se solo le ascoltassero, la pietra che hanno in petto e che nessuno dei loro mille omicidi ha neppure scalfito, in carne viva.

Mi è giunto l’ultimo messaggio che Maria II (la prima è la Madonna) ha scritto, insieme a Don Loris Vignandel, poco prima di ricevere la telefonata dalla nipote Suor Gabriella. «Qui sparano. Ci vediamo in paradiso. Stanno incendiando la casa. Se non vi risento, approfitto per chiedervi scusa delle mie mancanze e per dirvi che vi ho voluto bene. Ricordatevi di me nella preghiera. Se il buon Dio me ne darà la grazia, vedrò di proteggervi da là. Ho perdonato chi eventualmente mi ucciderà. Fatelo pure voi. Un abbraccio». Non ci si meraviglia se nel paese di Rubiera da cui era partita 59 anni fa per il Mozambico, è apparsa la scritta: «Santa subito, Suor Maria!».

Quel messaggio

Poco prima dell’attentato aveva mandato un messaggio vocale alla nipote Suor Gabriella. Ascoltate la voce nel file audio che segue. Manca un’ora alla sua esecuzione. Il tono è di una consapevolezza serena, triste e lieta, un miscuglio indefinibile se non con quello che fa nascere dentro a chi lo ascolta: «Noi ti vogliamo bene, vorremmo essere comete, vivere e morire come te». Trascrivo: «Ciao Gabriella buonanotte. Volevo solo dirti che qui la situazione a Chipene non è buona… è molto tesa. Sembra che quel gruppo, che chiamano al-Shabaab, gli insorgenti, sia molto vicino. Venerdì hanno attaccato un luogo della nostra parrocchia e pare che ieri un gruppo sia entrato qui, e sia molto vicino. Sembra siano armati, che abbiano già rapito della gente, ammazzato qualcuno. Dove passano, fanno stragi. Qui tutto il popolo è in fuga, sta scappando». Altre cento volte il Daesh aveva minacciato luoghi cristiani in quella terra. C’era una comunità di suore e sacerdoti. Hanno ucciso la Regina.

Suor Maria, in una intervista un anno fa in Italia per la rubrica “Un tè con i missionari”, ha una camicia rosa pallido, un colore che non sarebbe stato sgradito a Elisabetta. A 82 anni, ha i capelli neri. Si sistemava il piccolo crocifisso sul petto. Si pettinava con cura i capelli. È stata già sepolta nella nuda terra nel cimitero di Carapira, circondata dal suo popolo. Elisabetta per riposare deve aspettare il 19 settembre. La Suora e la Regina.

Renato Farina

Questo articolo è stato pubblicato oggi su Libero Quotidiano.

L’ultimo messaggio vocale che la missionaria italiana Suor Maria De Coppi ha inviato la sera del 6 settembre scorso alla nipote Suor Gabriella Bottani, poco prima di essere uccisa in Mozambico.

Foto di copertina: Suor Maria De Coppi, missionaria comboniana, classe 1939, era nata a Santa Lucia di Piave e trasferitasi poi con la famiglia a Ramera. Prestava servizio nel barrio Muatala, nella provincia di Nampula di Mozambico, che un tempo era una colonia portoghese e dopo aver conquistato l’indipendenza, fu attraversato da una lacerante guerra civile.

Nell’ottobre scorso, Suor Maria era ritornata per controlli medici. In quell’occasione era stata intervistata da Mariagrazia Salmaso, direttrice del Centro missionario, per la rubrica “Il tè con i missionari”. Suor Maria era da 59 anni in Mozambico, che aveva raggiunto per la prima volta nel 1963. “Ho raggiunto la mia destinazione – raccontava nell’ultima intervista, raccolta dall’Ufficio Missionario della diocesi di Vittorio Veneto – dopo 31 giorni di nave. E dopo aver imparato il portoghese, com’era d’obbligo”. Aveva la cittadinanza mozambicana. “Ho vissuto in questo Paese momenti belli e difficili: prima quelli della colonizzazione, poi della guerra, quindi della pace e, purtroppo del terrorismo”.

Suor Maria aveva acquisito la cittadinanza mozambicana e ormai si sentiva «parte di quella terra e di quel popolo in mezzo al quale ho vissuto la mia vita». Suor Maria aveva prestato servizio in varie missioni della provincia di Nampula. “Gli ultimi due anni sono stati molto duri – raccontava –. Al nord del Paese è in corso una guerra per i giacimenti di gas e la gente soffre e scappa: nella mia parrocchia ci sono 400 famiglie che arrivano dalla zona di guerra. Poi è venuto il ciclone. Infine l’anno scorso la siccità si è prolungata per tanto tempo. Oggi a Nampula c’è una estrema povertà». Ma la gente non ha perso la speranza. «Cerco di star vicina alla gente soprattutto ascoltando quanto mi raccontano. Nonostante la povertà materiale, l’ascolto dell’altro resta un dono grandissimo, è riconoscergli dignità».

Dei 58 anni trascorsi in Mozambico, Suor Maria ricordava in particolare un giorno, il 4 ottobre 1992. Nel giorno della festa di San Francesco venne firmato l’accordo di pace che pose fine a 17 anni di guerra civile con centinaia di migliaia di morti e 3-4 milioni di sfollati interni e profughi nei paesi confinanti. «Ero in missione – raccontava suor Maria – e venne un catechista avvisandoci che stava arrivando un gruppo di guerriglieri ReNaMo, ma ci disse di non scappare perché era stato sottoscritto l’accordo di pace. Con noi c’erano anche militari. Abbiamo preso paura perché temevamo le solite violenze. Invece i guerriglieri sono venuti da noi e dai militari e ripetevano “Pace, pace”. Un militare ha comprato dei prodotti tipici e li ha offerti ai guerriglieri. Tutti danzavano e io mi domandavo se era realtà o sogno, perché fino al giorno prima i guerriglieri rapivano e uccidevano. È stato un momento che mi ha toccato profondamente. Ho sentito la presenza di Dio, come la sento durante le feste, le danze, i matrimoni, insomma quando c’è gioia grande».

La popolazione della zona di Nampula – raccontava ancora suor Maria – «è piuttosto fatalista, aspetta che passino la guerra e le calamità. Dicono: “La nostra guerra è di non fare guerra”». Con loro suor. Maria era entrata in piena sintonia, condividendone gioie ma anche ferite: «Quando sono arrivata, i mozambicani si sentivano disprezzati per il colore della pelle e questo mi feriva, perché sono persone come noi». Con l’atteggiamento dell’ascolto e del non giudizio, suor Maria era entrata a far parte del popolo mozambicano e, come fece un grande vescovo profeta espulso dai portoghesi, sentiva di rivolgere a Dio queste parole: “Ti ringrazio Padre che mi hai inviato ai poveri, agli emarginati a quelli che non contano”.

Il Vescovo di Vittorio Veneto, Mons. Corrado Pizziolo, raggiunto dalla tragica notizia dell’uccisione di Suor Maria De Coppi esprime tutto il suo personale cordoglio: “Nell’affidare l’anima di sr. Maria al Signore, penso al dolore di tante persone che la conoscevano e la stimavano; penso al dolore dei suoi familiari, delle consorelle del suo Istituto religioso. Invoco dal Signore il dono della sua consolazione e del suo conforto su tutte queste persone e sull’intera nostra comunità diocesana. Contemporaneamente esprimo la convinzione che una vita offerta totalmente in dono, fino alla morte, com’è stata quella di suor Maria, potrà certamente essere seme fecondo di vita, di speranza e di amore per tutte le persone alle quali ha offerto il suo servizio di missionaria”.

“Dal 1963 Suor Maria portava aiuto, sostegno, amore, dedizione alle popolazioni del Mozambico. È terribile, inaccettabile, dolorosissimo sapere che proprio lì, proprio mentre compiva la sua missione di pace e carità, è stata brutalmente assassinata”. Con queste parole, il Governatore della Regione Veneto, Luca Zaia. esprime il suo “immenso cordoglio” per la morte di Suor Maria De Coppi, originaria di Vittorio Veneto, avvenuta a causa di un attentato alla missione di Chipene. “Il primo pensiero – prosegue il Governatore – va alla sua famiglia, a tutti coloro (e sono tanti) che le hanno voluto bene, alle Suore Comboniane di cui faceva parte, alla comunità di Vittorio Veneto, da cui era partita tanti anni fa per seguire la sua vocazione missionaria. La meravigliosa vita di bontà e altruismo di suor Maria – conclude il Presidente – è finita con un terribile orrore, il che rende la sua figura ancora più grande, indimenticabile” (Francesco Dal Mas e Federico Citron – Avvenire, 7 settembre 2022).

Free Webcam Girls
151.11.48.50