Papa Francesco ai catechisti: trasmettete la fede viva
Prima della partenza per il viaggio apostolico in Kazakistan papa Francesco ha incontrato i catechisti partecipanti al III Congresso internazionale di catechesi, raccomandando di comunicare nel modo migliore la fede con l’affermazione della validità della catechesi:
“Vi confesso che a me piace molto l’appuntamento del mercoledì, quando ogni settimana incontro tante persone che vengono per partecipare alla catechesi. Questo è un momento privilegiato perché, riflettendo sulla Parola di Dio e la tradizione della Chiesa, noi camminiamo come Popolo di Dio, e siamo anche chiamati a trovare le forme necessarie per testimoniare il Vangelo nella vita quotidiana”.
E’ un invito a non stancarsi ad essere catechisti: “Non di ‘fare la lezione’ di catechesi. La catechesi non può essere come un’ora di scuola, ma è un’esperienza viva della fede che ognuno di noi sente il desiderio di trasmettere alle nuove generazioni. Certo, dobbiamo trovare le modalità migliori perché la comunicazione della fede sia adeguata all’età e alla preparazione delle persone che ci ascoltano; eppure, è decisivo l’incontro personale che abbiamo con ciascuno di loro”.
Per questo è necessario l’incontro interpersonale: “Solo l’incontro interpersonale apre il cuore a ricevere il primo annuncio e a desiderare di crescere nella vita cristiana con il dinamismo proprio che la catechesi permette di attuare. Il nuovo Direttorio per la Catechesi, che vi è stato consegnato nei mesi scorsi, vi sarà molto utile per comprendere in quale modo percorrere questo itinerario e come rinnovare la catechesi nelle diocesi e nelle parrocchie”.
La catechesi deve permettere di incontrare Gesù: “Non dimenticate mai che lo scopo della catechesi, che è una tappa privilegiata dell’evangelizzazione, è quello di giungere a incontrare Gesù Cristo e permettere che Lui cresca in noi. E qui entriamo direttamente nello specifico di questo vostro terzo Incontro Internazionale, che ha preso in considerazione la terza parte del Catechismo della Chiesa Cattolica”.
Da qui si comprende il comandamento di Gesù ad amare: “Comprendiamo perché Gesù ci ha detto che il suo comandamento è questo: Amatevi gli uni gli altri come io ho amato. Il vero amore è quello che proviene da Dio e che Gesù ha rivelato con il mistero della sua presenza in mezzo a noi, con la sua predicazione, i suoi miracoli e soprattutto con la sua morte e risurrezione.
L’amore di Cristo rimane come il vero e unico comandamento della vita nuova, che il cristiano, con l’aiuto dello Spirito Santo, fa proprio giorno per giorno in un cammino che non conosce sosta”.
La catechesi è la strada che conduce alla vita ‘nuova’: “Cari catechisti e catechiste, voi siete chiamati a rendere visibile e tangibile la persona di Gesù Cristo, che ama ciascuno di voi e per questo diventa regola della nostra vita e criterio di giudizio del nostro agire morale.
Non allontanatevi mai da questa sorgente di amore, perché è la condizione per essere felici e pieni di gioia sempre e nonostante tutto. Questa è la vita nuova che è scaturita in noi nel giorno del Battesimo e che abbiamo la responsabilità di condividere con tutti, così che possa crescere in ciascuno e portare frutto”.
Ed ha concluso ricordando i ‘suoi’ catechisti: “C’è una suora che dirigeva il gruppo delle catechiste; a volte insegnava lei, a volte due brave signore, ambedue si chiamavano Alicia, le ricordo sempre. E questa suora ha messo le fondamenta della mia vita cristiana, preparandomi alla Prima Comunione, nell’anno ’43-’44…
Il Signore mi ha fatto anche una grazia molto grande. Era molto anziana, io ero studente, stavo studiando fuori, in Germania, e finiti gli studi sono tornato in Argentina, e il giorno dopo lei morì. Io ho potuto accompagnarla quel giorno.
E quando ero lì, pregando davanti alla sua bara, ringraziavo il Signore per la testimonianza di questa suora che ha passato la vita quasi soltanto a fare catechesi, a preparare bambini e ragazzi per la Prima Comunione. Si chiamava Dolores”.
(Foto: Santa Sede)