In Mozambico attacco alle missioni cattoliche

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“Mi dispiace dover informare che ieri sera, intorno alle ore 21, è stata attaccata la nostra Comunità di Chipene, in Mozambico”: sono le prime parole di una comunicazione della segreteria generale delle suore missionarie comboniane, firmata dalla segretaria generale, suor Enza Carini.

Nella notte tra il 6 e il 7 settembre, la missione di Chipene in Mozambico, avrebbe subito un attacco terroristico di matrice islamica. Gli attacchi degli estremisti, partiti dal nord del Paese, hanno raggiunto la missione gestita da religiosi friulani. Secondo le prime informazioni sono state bruciate tutte le strutture della diocesi.

Si sono salvati don Loris Vignandel, 45 anni, originario di Corva e già parroco di Chions (Pordenone) e don Lorenzo Barro, che è stato rettore del seminario diocesano della città della Destra Tagliamento, mentre è stata uccisa suor Maria De Coppi, missionaria comboniana originaria di Vittorio Veneto.

Suor Maria, comboniana, classe 1939,è  nata a Santa Lucia di Piave e si è trasferita con la famiglia a Ramera. Suor Maria prestava servizio nella provincia di Nampula. Suor Maria era da 59 anni in Mozambico, che aveva raggiunto per la prima volta nel 1963 dopo un viaggio in nave di 31 giorni.

Al tempo, il Mozambico era una colonia portoghese: dopo aver conquistato l’indipendenza, fu attraversato da una lacerante guerra civile. Suor Maria aveva acquistato la cittadinanza mozambicana e ormai si sentiva ‘parte di quella terra e di quel popolo in mezzo al quale ho vissuto la mia vita’. Suor Maria aveva prestato servizio in varie missioni della provincia di Nampula.

Nella provincia di Nampula, come in quella di Cabo Delgado, operano gruppi jihadisti, con una potenza di fuoco importante e non è che in ‘Mozambico le armi crescano sugli alberi, il Mozambico non le produce, quindi sono importate da qualcuno’: di qui la convinzione che i gruppi rispondano ad una regia esterna, che intende destabilizzare il Paese, il nord soprattutto, per ragioni meramente economiche legate all’estrazione del gas.

Il Centro Missionario di Concordia-Pordenone ha riferito che ‘i ribelli hanno assaltato la missione, dando fuoco a tutte le opere parrocchiali’, secondo il racconto di don Loris Vignandel: “Stanotte sono passati da queste parti gli ‘insurgentes’. Hanno bruciato la chiesa, i due dormitori, le case dei padre e delle suore, il centro de saúde, alcuni magazzini. I laristi già erano andati via ieri.

Non tutte le lariste ci sono riuscite… All’inizio degli spari, Irmã Eleonora ha preso le meninas ed è fuggita con loro nel mato, cioè nella foresta. Anche Irmã Angeles è riuscita a scappare (anche se era stata afferrata da dietro) con le aspiranti. Purtroppo, uno dei primi spari ha preso suor Maria al volto: per lei non c’è stato niente da fare, e già la sua salma sta andando verso Carapira per la sepoltura.

Riguardo a me e a don Lorenzo, siamo rimasti zitti in camera tutta la notte. Hanno bruciato tutto, sfondando tutte le porte. Tranne da noi. E la cosa ci insospettisce non poco: come mai e perché proprio le nostre due porte non sono state toccate? Pare evidente che hanno appositamente evitato, perché sapevano: non c’è altra spiegazione.

Stamattina è passata Angeles a farci sapere che già erano andati via. E così siamo usciti dalle nostre camere, increduli e contenti, ma anche tristi e diversamente sollevati: abbiamo ancora qualcosa da vivere”.

Raggiunto dalla tragica notizia dell’uccisione di suor Maria De Coppi il vescovo di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo, ha espresso il cordoglio: “Nell’affidare l’anima di sr. Maria al Signore, penso al dolore di tante persone che la conoscevano e la stimavano; penso al dolore dei suoi familiari, delle consorelle del suo Istituto religioso. Invoco dal Signore il dono della sua consolazione e del suo conforto su tutte queste persone e sull’intera nostra comunità diocesana.

Contemporaneamente esprimo la convinzione che una vita offerta totalmente in dono, fino alla morte, com’è stata quella di suor Maria, potrà certamente essere seme fecondo di vita, di speranza e di amore per tutte le persone alle quali ha offerto il suo servizio di missionaria”.

Mentre Alessandro Monteduro, direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre – Italia, ha spiegato la situazione africana: “La crescita e la concentrazione delle organizzazioni criminali, la radicalizzazione islamica e il terrorismo jihadista dall’ottobre 2017 rappresentano le maggiori minacce per la popolazione, in particolare nella provincia di Cabo Delgado, nel nord del Paese.

Sono migliaia oramai le vittime dei locali gruppi terroristici, innanzitutto al-Sunna wa Jama’a, localmente noto come al – Shabaab. Si sta creando una nuova generazione di sfollati interni, oramai ben oltre 800.000, ed evidentemente il governo non riesce a controllare le attività criminali e terroristiche islamiste”.

Ed ha ricordato anche le uccisioni di altre suore: “Oggi, 7 settembre, ricorre l’ottavo anniversario dell’eccidio delle Missionarie di Maria Suor Lucia Pulici, Suor Olga Raschietti e Suor Bernadetta Bogian, avvenuto in Burundi. A otto anni di distanza, le missionarie pagano ancora il tributo del sangue per evangelizzare le nazioni africane. La barbara uccisione della religiosa italiana Suor Maria De Coppi rappresenta solo l’ennesimo colpo alla comunità cristiana del Mozambico e africana nel suo complesso”.

Ed anche il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, ha espresso il cordoglio alle missionarie comboniane: “Preghiamo per suor Maria che per 60 anni ha servito il Mozambico, diventato la sua casa. Il suo sacrificio sia seme di pace e di riconciliazione in una terra che, dopo anni di stabilità, è nuovamente flagellata dalla violenza, causata da gruppi islamisti che da alcuni anni seminano terrore e morte in vaste zone del nord del Paese.

Il mio pensiero, a nome delle Chiese in Italia, va ai familiari e alle consorelle Comboniane, a don Lorenzo e don Loris e a tutti i missionari che restano in tanti Paesi per testimoniare amore e speranza. Ricordiamoli nella nostra preghiera e circondiamoli di tanta solidarietà perché essi camminano con noi e ci aiutano a raggiungere le periferie da cui potremo capire chi siamo e scegliere come essere discepoli di Gesù”.

(Foto: ACS)

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