L’eredità dello stalinismo nelle nazioni post-sovietiche e la pulizia etnica e culturale dell’Azerbajgian in Artsakh/Nagorno-Karabakh

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 05.09.2022 – Vik van Brantegem] –Dopo una panoramica delle relazioni esistenti tra l’Albania caucasica e l’Armenia, il Prof. Igor Dorfmann-Lazarev analizza nel suo saggio [*] come la politica sovietica delle nazionalità abbia contribuito alla formazione in Azerbajgian di una nuova identità nazionale concepita come una categoria etnica e razziale.

La concezione “primordiale” della nazionalità plasmata nell’Unione Sovietica non solo è alla base dei conflitti interetnici del tardo periodo sovietico, ma continua anche a condizionare le relazioni tra le nazioni post-sovietiche. Ci ricorda l’enorme peso che la manipolazione della storia antica può avere nello spazio post-sovietico.

Non sarebbe fuori luogo osservare come la concezione sovietica della nazionalità, che privilegia le origini (sia di un individuo che di una nazione) – pretende di essere scoperta nella discendenza genetica, nei reperti archeologici o nelle cronache antiche – ma che disprezza la coscienza, la libertà scelta e autodeterminazione, hanno largamente determinato anche la retorica nazionalista dei vertici russi negli anni precedenti l’aggressione militare contro l’Ucraina nel febbraio 2022.

Infine, Dorfmann-Lazarev osserva come la nuova dottrina storiografica, la cui elaborazione in Azerbajgian è stata sollecitata dalle autorità sovietiche, ha preparato un terreno ideologico per la pulizia etnica e culturale dei territori oggi controllati dallo Stato azerbajgiano, nonché per la sua politic espansionistica.

[*] Le legs du stalinisme dans les nations post-soviétiques et l’épuration culturelle dans le Haut-Karabagh (L’eredità dello stalinismo nelle nazioni post-sovietiche e la pulizia culturale nel Nagorno Karabakh di Igor Dorfmann-Lazarev, in Haut-Karabagh : le Livre noir (Nagorno-Karabakh: il Libro nero) del Centre Français de Recherche sur le Renseignement, sotto la direzione di Éric Denécé e Tigrane Yegavian, (Ellipses 2022, pagine 141–168 [QUI].

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