La presunzione di innocenza a intermittenza non esiste. Vale anche per Becciu. “Bentornato a casa!”
Riportiamo di seguiti l’articolo Becciu parla al Concistoro, ma c’è chi nega il gesto del Papa a firma dell’amico e collega Renato Farina su Libero Quotidiano di oggi, 30 agosto 2022: «Sabato 20 agosto il cellulare di Becciu era vibrato nella sua Sardegna. La nota voce lo salutava comunicandogli l’invito a Roma. Davanti allo stupore del suo ex collaboratore, Sua Santità aveva spiegato: “Ha tutto il diritto di partecipare al Concistoro. Anche per lei deve valere il principio della presunzione di innocenza”. Questo principio però – dicono gli zelanti del rigorismo, che premono su Santa Marta – non vale per Becciu in relazione alla pena a lui inflitta dal Sommo Pontefice, perché le decisioni del Papa che lo riguardano non erano di “primo grado”. Il Papa per diritto divino riunisce in sé i poteri del monarca assoluto, nel momento in cui ha condannato Becciu a quella pena ad personam, vale come giudizio di Cassazione, fine della presunzione di innocenza. Il buon senso a questo punto va a farsi a benedire. E manda a benedire anche il Papa il quale a Becciu ha detto tutt’altro, in conformità all’idea di giustizia che egli afferma ogni volta».
Il neo Cardinale Arrigo Miglio, Arcivescovo emerito di Cagliari, ha pronunciato parole molto chiare: «È un cardinale sardo anche se vive da molti anni a Roma, ci conosciamo da tanti anni e la sua presenza rappresenta un motivo di serenità per lui ma anche una gioia che possa essere in mezzo a noi, segno che le difficoltà che ha incontrato si chiariranno. Lo accogliamo come lo abbiamo sempre accolto e come ci accogliamo tra noi».
È doveroso citare l’articolo Becciu al Concistoro «Il Papa ha fatto bene a invitarlo al collegio» a firma del amico e collega Luigi Accattoli sul Corriere della Sera del 28 agosto 2022: «[…] È stato anche il Concistoro del ritorno del Cardinale Angelo Becciu tra i confratelli, dopo due anni di assenza: il Papa l’aveva personalmente invitato a partecipare, in deroga alla privazione dei “diritti connessi al cardinalato” con cui l’aveva colpito nel settembre del 2020, a motivo di accuse sull’uso di fondi della Santa Sede durante il settennato in cui fu sostituto alla Segreteria di Stato (2011-2018). Il cardinale era seduto in prima fila, sul lato destro della Basilica Vaticana, secondo l’ordine di precedenza che gli spetta, visibilmente emozionato e soddisfatto. C’è stato anche un momento in cui il Papa, dall’altare, gli ha rivolto un evidente cenno di saluto con la mano e con il capo. Chi ha potuto parlarci dopo la cerimonia racconta della soddisfazione di Becciu per il calore con cui è stato accolto dai cardinali ma anche, all’uscita dalla Basilica, da quanti l’hanno riconosciuto e salutato. I “confratelli” sono concordi nell’apprezzare l’invito del Papa a Becciu. Addirittura qualcuno vorrebbe la sua immediata riabilitazione, mentre altri invitano ad attendere la conclusione dell’indagine: Becciu è sotto processo, insieme ad altri nove imputati, per vicende economiche, davanti al tribunale vaticano. La sentenza è attesa per il prossimo ottobre. […]».
Accattoli riporta che uno dei nuovi cardinali italiani, il neo Cardinale Arrigo Miglio, Arcivescovo emerito di Cagliari, gli «ha detto la sua “contentezza” per il gesto del Papa di invitare il Cardinal Becciu al Concistoro e la sua “fiducia che la vicenda si concluda con il riconoscimento pieno della sua correttezza”». Analoga la riflessione riportata da Accattoli di un altro dei nuovi cardinali italiani, Mons. Oscar Cantoni, Vescovo di Como: «Il tempo è galantuomo e arriva per tutti il momento del riconoscimento dei propri giusti diritti». Frasi simili sono state raccolte da Accattoli anche dai Cardinali Willem Jacobus Eijk (Arcivescovo metropolita di Utrecht e Primate dei Paesi Bassi), Sean Patrick O’Malley (Arcivescovo metropolita di Boston), Paulo Cezar Costa (Arcivescovo metropolita di Brasilia), Péter Erdő (Arcivescovo metropolita di Esztergom-Budapest e Primate d’Ungheria).
Infine, riportiamo la lettera che Becciu ha inviato al Vescovo di Ozieri, Mons. Corrado Melis, per spiegare i motivi della sua assenza alla festa per Santa Sabina, a cui ogni anno partecipa, e pubblicata ieri, 29 agosto 2022 sulla pagina Facebook diocesana. Scrive Becciu: «Ho la fondata speranza che la verità emergerà e che tutto il fango gettato su di noi si scioglierà come neve al sole. Mi sono sentito riabbracciato dalla Chiesa».
Alcuni giorni fa abbiamo lette su qualche organo di stampa in ambiente “cattolico”: «Ieri al rito ha partecipato anche Becciu (seduto in prima fila), sotto processo in Vaticano per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato. Il porporato sardo per ora non sarebbe stato completamente reintegrato nel suo status di cardinale: nelle statistiche aggiornate sul Collegio cardinalizio, diffuse oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede, non risulta tra i cardinali elettori». Siamo sempre alla parola d’ordine “una tantum”.
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Di fronte alle illazioni di certi vaticanisti – che riportano pedissequamente la voce dei loro padroni che “dicono ciò che sperano” – prendiamo atto che Becciu è stato riammesso al Concistoro dal Papa, con la soddisfazione dei cardinali, che avevano un unico ritornello: «Bentornato a casa!». Becciu era in prima fila, al posto che gli spettava secondo l’ordine di precedenza e lo stesso Papa dall’altare gli ha fatto cenni di soddisfazione nel vederlo. Noi ci atteniamo alla frase del Papa: “Lei ha tutto il diritto come cardinale a partecipare al Concistoro e ad avvalersi della presunzione d’innocenza”. La presunzione di innocenza vale per sempre o solo per questi giorni? Finito il cosiddetto ”una tantum” del Concistoro, Becciu diventa di nuovo è un farabutto? Insomma, sarebbe un diritto ad orologeria? Ma dai, il Papa si coprirebbe di ridicolo. È probabile che i sapientoni gli abbiano fatto l’osservazione che con il riammettergli al Concistoro disturbava i magistrati vaticani e allora hanno cercato di aiutarlo, inventando la presunzione di innocenza a intermittenza, che non esiste. E sostenerlo è un’offesa all’intelligenza umana.
Poi, va ricordato che Becciu non ha mai detto che il Papa lo ha reintegrato nelle sue prerogative cardinalizie. Lui ha solo riportato la frase del Papa e l’interpretazione è stata fatta dai commentatori, anche su questo Blog dell’Editore. Al Tribunale dello Stato della Città del Vaticana continua il processo 60SA sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e la reintegrazione completa di Becciu avverrà dopo il verdetto dei giudici vaticani. Per adesso, ci pare che gli sia stata tolta la condanna che il Papa gli fece il 24 settembre 2020 e va evidenziato che essa avvenne solo per la donazione dei 100 mila euro alla Caritas di Ozieri. Nel nostro articolo del 23 agosto 2022 Il Papa è stato ingannato. Chi e come ha potuto indurre il Papa nel baratro del dubbio, fino alla «crocifissione cautelare” del Cardinal Becciu? [QUI] abbiamo fatto un inciso su questo punto: «A questo punto è doveroso ricordare, che la decisione del Papa fu assunta per le accuse dell’Espresso sui bonifici alla Caritas diocesana di Ozieri – totalmente rintracciabili – e non per l’investimento nel palazzo al numero 60 di Sloane Avenue a Londra, come invece continuano a scrivere i principali giornali italiani, siti di vaticanisti e molti mass media. Tutti inquinati alla fonte, per nascondere il nocciolo della questione».
Inoltre, e non di meno importanza, sul palazzo di Londra Becciu non ha avuto alcuna responsabilità: mai gli fu contestato dal Papa e tutte le prove dicono il contrario. Questa imputazione gli fu fatta solo il 3 dicembre 2020 dai magistrati vaticani, gli stessi che hanno elevato al rango di pentito, collaboratore di giustizia e testimone chiave dell’accusa il reale responsabile dell’affare 60SA.
Becciu parla al Concistoro, ma c’è chi nega il gesto del Papa
di Renato Farina
Libero Quotidiano, 30 agosto 2022
I cardinali di tutto il mondo da ieri fino a stasera sono al lavoro nell’Assemblea plenaria presieduta dal Papa. Ieri hanno discusso in gruppi di lavoro linguistici. La riforma della Curia, il cammino sinodale: questi sono i punti all’ordine del giorno. Non è roba piccola. Ma appena una persona qualsiasi ode o legge queste formule in vaticaliano, pensa che era meglio il latinorum, e gira pagina. Per fortuna o purtroppo, a destare l’attenzione assopita di santi e fanti, c’è quella mescolanza di sacro e profano, di giallo e porpora, che ha avvolto in questi giorni il Cardinale Angelo Becciu.
Cominciamo con una notizia. Ieri il Cardinale Angelo Becciu è intervenuto in Concistoro, nel senso che ha alzato la mano, e ha parlato, porpora tra le porpore, “come uno bentornato a casa”. Quasi che il prelato sardo non fosse stato mai defenestrato da Francesco, il quale – dopo un’udienza surreale con una copia dell’Espresso impugnata in guisa di scimitarra -, alle 18 e 25 del 24 settembre 2020, lo aveva privato con disonore del diritto di partecipare a qualsiasi atto connesso alla carica, sia pure mantenendo veste e titolo. Dopo di che è cominciato il conflitto delle interpretazioni su questa presenza attiva dell’ex Prefetto per le Cause dei Santi. Dove quella prevalente, indotta da un circolo di odiatori di Becciu, ma forse anche del Papa, è sussumibile sotto la voce “una tantum”. Come una tassa che Bergoglio pagherebbe alla sua esagerata misericordia. Noi qui siamo di diverso parere. Sulla base di atti e parole.
Sabato 20 agosto il cellulare di Becciu era vibrato nella sua Sardegna. La nota voce lo salutava comunicandogli l’invito a Roma. Davanti allo stupore del suo ex collaboratore, Sua Santità aveva spiegato: “Ha tutto il diritto di partecipare al Concistoro. Anche per lei deve valere il principio della presunzione di innocenza”.
Questo principio però – dicono gli zelanti del rigorismo, che premono su Santa Marta – non vale per Becciu in relazione alla pena a lui inflitta dal Sommo Pontefice, perché le decisioni del Papa che lo riguardano non erano di “primo grado”. Il Papa per diritto divino riunisce in sé i poteri del monarca assoluto, nel momento in cui ha condannato Becciu a quella pena ad personam, vale come giudizio di Cassazione, fine della presunzione di innocenza. Il buon senso a questo punto va a farsi a benedire. E manda a benedire anche il Papa il quale a Becciu ha detto tutt’altro, in conformità all’idea di giustizia che egli afferma ogni volta. Sono parole incise sul marmo. Si noti, Becciu non ha mai pronunciato, riferendosi a quella telefonata, la formula “reintegrato”. È ben cosciente che per la reintegrazione totale occorre aspettare la sentenza dei giudici. Gli basta “presunzione di innocenza”, che non è a targhe alterne. Del resto la motivazione data dal Papa al castigo quel giovedì di settembre di due anni fa, era stata mutuata dall’Espresso: peculato, per aver dato 100mila euro dell’obolo di San Pietro ai fratelli portandolo via ai poveri, e “solo” per quello (ma in realtà quei denari furono del tutto lecitamente inviati alla Caritas di Ozieri). Quanto al Palazzo di Londra, Francesco lo ha sempre sollevato da ogni responsabilità: l’accusa a proposito di 60-Sloane Avenue gli fu notificata dai pm il 3 dicembre successivo.
La battaglia sul senso e i limiti dell’invito era cominciata sin da lunedì 22, facendo trapelare una sorta di verità ufficiosa per cui si trattava di poca roba. L’ex numero 3 della Santa Sede era invitato alla cerimonia, ma non sarà ammesso all’assemblea plenaria, nessun diritto di parola; è solo una dimostrazione della squisita benignità del Papa. Invece ecco che Becciu non solo va all’assemblea (Ma davvero davvero? Direbbe Verdone. E così durante l’intervallo della sessione mattutina l’AdnKronos ha tampinato i cardinali in pausa caffè improvvisando una specie di “chi l’ha visto?” Ma sì, l’avevano visto) ma a Libero martedì 23 agosto, alla domanda se intendesse intervenire, aveva risposto: “Se sarà il caso non mi tirerò indietro”. Non si è nascosto, non è restato lì, muto e vergognoso, ma si è sentito ‘incoraggiato dal Papa, che ieri mattina gli ha regalato “un saluto affettuoso”, dopo che sabato gli aveva già dedicato “un grande sorriso e il cenno dell’ok”. Pollice su.
Ma c’è un problema però a Bisanzio, pardon in Vaticano. In contemporanea o quasi al contributo verbale di Becciu, la Sala Stampa diffonde in ordine alfabetico l’elenco dei partecipanti al plenum. Si va subito alla lettera B: “Giovanni Angelo Becciu, inglese-italiano, non elettore”. Non hanno corretto, dunque niente Conclave eh, eh. Poveretti. Interpretazione prematura. Il Conclave, infatti, non c’è. Quella che crediamo autentica è la più semplice e logica: fino a sentenza, la presunzione di innocenza vale ogni volta, un atto alla volta. Tant’è vero che Becciu è stato invitato domenica alla beatificazione di Papa Luciani. Con prudenza e senza enfasi, per non scavalcare il Tribunale. Escludiamo si tratti di una specie di scherzo da prete. Sarebbe, più che un regalo, una crudeltà. Che senso ha togliere Becciu dalla croce cautelare cui l’aveva inchiodato il 24 settembre 2020 per poi riappendervelo domani? Non è da Francesco.
La Lettera del Cardinale Angelo Becciu
pubblicata il 29 agosto 2022
sulla Pagina Facebook della Diocesi di Ozieri
Cara Eccellenza,
Caro don Pala,
Carissimi sacerdoti,
Carissimi fedeli tutti,
Oggi sarei dovuto essere con voi a celebrare la nostra festa in onore di Santa Sabina e ringraziare il Signore per i 50 anni della mia ordinazione sacerdotale.
Era il 27 agosto 1972 e da allora, ad eccezione di una o due volte, non sono mai mancato all’appuntamento.
La ragione della mia assenza di quest’anno la conoscete e mi immagino ne siate tutti contenti. Eccola: il Santo Padre, riconoscendomi il diritto di partecipare al Concistoro, mi ha invitato a prendervi parte e così sono dovuto venire a Roma contrariamente ai miei programmi.
È stata una bella sorpresa, direi una grande grazia del Signore. Mi sono sentito riabbracciato dalla Chiesa e ierlaltro nella Basilica di San Pietro é stato commovente vedere il Papa farmi dall’altare cenni di gioia per la mia presenza e sentire i confratelli Cardinali dirmi: ben tornato a casa! Sono stati in tanti, tra prelati, religiosi, religiose e laici a manifestarmi la loro gioia. Questa é la bellezza della Chiesa la quale sa andare oltre le vicende dolorose e sa offrire motivi di speranza che fanno superare i momenti bui della vita.
Vorrei invitarvi ad avere fede nel Signore e ad invocare nei momenti difficili la nostra Santa Patrona. I nostri avi hanno costantemente tenuta viva la devozione verso di lei. Non perdiamo una così bella tradizione e cerchiamo di essere loro degni discendenti con il tramandare alle nuove generazioni una così grande fede. Anch’io da bambino ho imparato da mia madre ad invocare Santa Sabina. Mi sono rivolto a lei nelle immancabili difficoltà della vita e anche nelle situazioni complesse che spesso ho dovuto affrontare nei vari Paesi lontani nei quali ho servito la Chiesa. Mi veniva spontaneo rivolgere la mia mente alla nostra bella chiesa parrocchiale e supplicare la Santa.
A lei mi sono rivolto e continuo a rivolgermi anche nell’ultima tempesta che si é abbattuta su di me e che ha coinvolto dolorosamente la mia famiglia e la stessa diocesi.
Lei ci aiuterà! Ho la fondata speranza che la verità emergerà e che tutto il fango gettato su di noi si scioglierà come neve al sole. Il gesto del Santo Padre ci conforta e alimenta la nostra fiducia.
Mi affido ancora alle vostre preghiere e vi assicuro che anch’io nel celebrare l’eucarestia odierna vi terrò tutti presenti, compresi gli ammalati e quanti hanno motivi di sofferenza.
Vi abbraccio!
Il vostro cardinale, Don Angelino
Foto di copertina: il Cardinale Angelo Becciu al Concistoro del 27 agosto 2022.