Dichiarazione dell’Arcivescovo Viganò a proposito delle scandalose affermazioni sulla Legge 194 del Presidente della Pontificia Accademia per la Vita

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L’Arcivescovo Vincenzo Paglia pensa – incredibilmente da parte di un pastore e un successore degli Apostoli – che la Legge 194 (con oltre 6 milioni di italiani non ancora nati uccisi nel grembo materno) “sia un pilastro della nostra legge sociale”. Al riguardo di questa sconcertante affermazione di Mons. Paglia, riceviamo e ben volentieri riportiamo il commento dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò del 27 agosto 2022. Segue la pacata ma chiara Lettera aperta dell’amico e collega Aldo Maria Valli a Mons. Paglia del 27 agosto 2022 e l’aggiornamento con l’aggiunta di una reazione del portavoce di Mons. Paglia del 29 agosto 2022.

Concordo con l’amico e collega Marco Tosatti, che sul suo blog Stilum Curiae osserva: «Stupisce che il Pontefice regnante, così veloce nel tagliar teste curiali e no, non se ne sia accorto».

Paglia è Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Teologico “Giovanni Paolo II” per le Scienze del matrimonio e della famiglia e Consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio. Va ricordato, tra altro, che nel giugno 2017, Papa Francesco ha nominato membro della Pontificia Accademia per la Vita, su indicazione di Paglia, il Professor Nigel Biggar, teologo moralista anglicano, accademico dell’Università di Oxford, dichiaratamente abortista. Ovviamente, la posizione di Paglia non stupisce più di tanto.

Dichiarazione
a proposito delle scandalose affermazioni
di Vincenzo Paglia sulla Legge 194

Il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Vincenzo Paglia, nel corso di un’intervista concessa a RaiTre il 26 agosto [QUI], ha definito la infame Legge 194 sull’aborto «un pilastro della nostra vita sociale», scandalizzando milioni di Cattolici italiani fedeli al Magistero e ancora memori delle parole di fuoco di Giovanni Paolo II contro quell’orribile crimine che in Italia ha sacrificato sull’altare dell’egoismo e dell’ideologia anticristica liberale oltre sei milioni di creature innocenti.

Il giusto sdegno del corpo ecclesiale dinanzi alle affermazioni del Presidente di un’Accademia voluta da Giovanni Paolo II proprio per contrastare l’aborto si accompagna al plauso dei fautori della «salute riproduttiva» e della «interruzione di gravidanza», sempre pronti ad accusare la Chiesa di ingerenza quando parla con la voce di Cristo, ma ad elogiarla non appena i suoi peggiori esponenti si prostituiscono al pensiero unico e fanno proprie le disumane istanze del neomalthusianesimo.

Come Pastore e Successore degli Apostoli non posso non condannare con la massima forza le parole scandalose di Paglia, che contraddicono il Vangelo e l’insegnamento dei Romani Pontefici.

Il Nuovo Ordine Mondiale, le Nazioni Unite, l’Oms, l’Unione Europea, il Wef, la Commissione Trilaterale, il Bilderberg Club e tutte le organizzazioni che seguono l’Agenda 2030 considerano la barbara uccisione nel ventre materno di un innocente come un diritto, come «pilastro della vita sociale». È emblematico e rivelatore che la setta di apostati che infesta la Gerarchia Cattolica e ne ha occupato i vertici si trovi allineata alle posizioni ideologiche dei nemici di Cristo non solo nelle questioni apparentemente scollegate – come la narrazione psicopandemica e l’ideologia green – ma anche nella negazione dei fondamenti stessi della Legge Naturale, tra cui il rispetto della vita dal concepimento alla morte naturale.

Sconcerta che nessuno, tra i miei Confratelli nell’Episcopato e men che meno tra i membri del Collegio cardinalizio, osi levare la voce per condannare le deliranti parole di Paglia e chiederne le immediate dimissioni dalla Pontificia Accademia per la Vita.

I fedeli, ammoniti dai buoni sacerdoti, si tengano lontano da questi lupi trasvestiti da agnelli e preghino il Signore di intervenire per salvare la Sua Chiesa, occupata da un sinedrio di corrotti e pervertiti che continua a crocifiggere Gesù Cristo nel Suo Corpo Mistico.

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
27 agosto 2022


Lettera aperta di Aldo Maria Valli a Monsignor Vincenzo Paglia

Caro don Vincenzo,

scusa se mi permetto di chiamarti così, ma mi viene spontaneo, visto che l’ho sempre fatto e che tu stesso mi chiedevi di lasciar da parte «eccellenza», «monsignore» eccetera.

Ho visto che durante una trasmissione televisiva hai definito la legge 194 «un pilastro della società». Vorrei sapere come ti è uscita una simile definizione. Forse volevi dire «un pilastro della società della morte» o «un pilastro della società che non rispetta la vita”» Il problema è che la seconda parte della definizione ti è rimasta nel pensiero e non l’hai espressa.

Sei il presidente della Pontificia accademia per la vita, che si chiama così perché il suo compito è di tutelare la vita in ogni sua fase, dal concepimento alla morte naturale. Ma se anche tu fossi un don Vincenzo qualsiasi sei comunque un sacerdote, un alter Christus. Dunque? Come mai quella frase infelice e menzognera?

Mi ricordo che quando ti intervistavo eri attento a scegliere bene le parole, perché eri consapevole della loro portata, specie se a pronunciarle è una persona come te, che ricopre un ruolo importante. Dunque mi riesce difficile immaginare che quella definizione ti sia uscita per sbaglio o per superficialità. Forse sei rimasto intimidito dallo studio televisivo ed è scattato in te il desiderio di non prendere una posizione contraria al «comune sentire»? Se fosse così, non ti giustificherei, ma potrei capirti.

So bene che durante un talk show non si possono fare lunghi ragionamenti e ogni idea complessa rischia di essere lasciata a metà, perché il conduttore incalza. So bene che in certe occasioni occorre esprimersi a base di frasi concise, rischiando la superficialità. Ciò tuttavia non giustifica quanto hai detto a proposito della 194. «Pilastro della società» vuol dire legittimare la morte di milioni di innocenti. E che razza di società è questa?

Caro don Vincenzo, non ho certamente bisogno di ricordare al presidente della Pontificia accademia per la vita ciò che scrive san Giovanni Paolo II nella Evangelium vitae. Comunque lo ricordo lo stesso, perché fa sempre bene: «La vita umana è sacra perché, fin dal suo inizio, comporta l’azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente» (n. 53). E ancora, con particolare solennità: «Con l’autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi Successori, in comunione con i Vescovi della Chiesa cattolica, confermo che l’uccisione diretta e volontaria di un essere umano innocente è sempre gravemente immorale. Tale dottrina, fondata in quella legge non scritta che ogni uomo, alla luce della ragione, trova nel proprio cuore (cf. Rm 2, 14-15), è riaffermata dalla Sacra Scrittura, trasmessa dalla Tradizione della Chiesa e insegnata dal Magistero ordinario e universale (…) La scelta deliberata di privare un essere umano innocente della sua vita è sempre cattiva dal punto di vista morale e non può mai essere lecita né come fine, né come mezzo per un fine buono. È, infatti, grave disobbedienza alla legge morale, anzi a Dio stesso, autore e garante di essa; contraddice le fondamentali virtù della giustizia e della carità. Niente e nessuno può autorizzare l’uccisione di un essere umano innocente, feto o embrione che sia, bambino o adulto, vecchio, ammalato incurabile o agonizzante. Nessuno, inoltre, può richiedere questo gesto omicida per se stesso o per un altro affidato alla sua responsabilità, né può acconsentirvi esplicitamente o implicitamente. Nessuna autorità può legittimamente imporlo né permetterlo» (n. 57).

Come me, caro don Vincenzo, hai conosciuto san Giovanni Paolo II. Gli abbiamo voluto bene. Come puoi ora dimenticare il suo insegnamento e dire che la 194 «è un pilastro della società»?

Scusa se mi sono permesso di mandarti questa lettera aperta. Lo faccio con il cuore e senza animosità. Viviamo in un mondo impazzito, nel quale il male è chiamato bene e il bene è condannato. Abbiamo più che mai bisogno di pastori coraggiosi, testimoni fedeli. Sai che cosa diceva il santo Curato d’Ars? «Quando vedete il sacerdote, pensate a Nostro Signore Gesù Cristo». Sarebbe molto bello che questo potesse avvenire anche in uno studio televisivo. Vedere un sacerdote e pensare a Gesù, non a un politico.

Un caro saluto

Aldo Maria Valli
27 agosto 2022

Dichiarazione del portavoce di S.E. Mons. Vincenzo Paglia

Durante una trasmissione televisiva, all’intervistatrice che chiedeva se la legge 194 potesse essere abolita, mons. Paglia rispondeva che la legge costituiva ormai un “pilastro” della vita sociale italiana, tanto è incardinata nell’ordinamento giuridico italiano. E per di più nessuna forza politica al momento intende abolirla.
L’intento dell’affermazione non riguardava un giudizio di valore sulla legge, quanto la constatazione che è praticamente impossibile abolire la 194 in quanto elemento ormai strutturale della legislazione in materia. Sulla qualità, poi, del pilastro c’è molto da dire.
Mons. Paglia, nella stessa intervista, ha sottolineato con vigore che era urgente promuovere quella parte della legge che riguarda la difesa e la promozione della maternità, come, del resto, si era espresso a suo tempo anche il cardinale Ruini. Che poi la legge possa, anzi debba essere migliorata nella direzione di una più piena difesa del nascituro, questo è più che auspicabile, con l’attenzione di evitare il rischio di peggiorare la situazione, come purtroppo in qualche caso è avvenuto.
La reazione che alcuni hanno avuto all’affermazione di mons. Paglia appare in realtà più che pretestuosa, anzi offensiva. Non solo perché ci si è fermati a considerare una parola (“pilastro”) fuori del contesto (e già questo è grave!), ma soprattutto non tenendo conto dei numerosi interventi di mons. Paglia sulla difesa e promozione della vita in tutte le età (dal concepimento sino alla morte) e in tutte le situazioni (quante volte viene umiliata nei bambini, nelle donne, nei carcerati, nei condannati a morte, negli immigrati, negli anziani). Si tacciono completamente poi gli interventi di mons. Paglia contro l’eutanasia e in favore della promozione di una nuova attenzione agli anziani.
In ogni caso, per quel che riguarda l’aborto, bastava anche solo ricordare la celebrazione dello scorso 29 maggio, promossa peraltro dal Movimento per la Vita, durante la quale Mons. Paglia ha benedetto una scultura di Maria con il bimbo in grembo.

Fabrizio Mastrofini
Ufficio Stampa
Pontificia Accademia per la Vita
Città del Vaticano, 29 agosto 2022

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