La Santissima Vergine è assunta in cielo

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Maria assunta in cielo!: ecco il grande mistero che si celebra oggi. Un mistero che ci porta a soffermarci sulla realtà della Chiesa trionfante, l’evento che ci permette di guardare il cielo come nostra patria dove la Santissima Vergine, madre di Gesù e nostra, ci ha preceduto. Da qui la nostra invocazione: ‘Vieni, Signore Gesù’. La sua venuta segna il trionfo su tutti i nemici e sulla stessa morte perché segna l’inizio della vita eterna.

Sulla terra, primo stadio della nostra esperienza terrena, siamo nella storia, sulla via verso la patria beata; non siamo nella pace eterna ma siamo nella guerra contro le passioni, contro l’io superbo ed orgoglioso; nel cielo saremo poi nella patria beata, nella Chiesa trionfante. Maria, che oggi proclamiamo  ‘assunta in cielo’, ha vissuto sulla terra, come noi, i misteri gaudiosi e dolorosi della vita.

Ella ha saputo dire ‘sì’ al Signore all’annuncio dell’Angelo e divenne, per volontà di Dio, la nuova Eva dell’umanità, laddove Gesù è detto il nuovo Adamo perchè con la sua incarnazione, passione e morte ha redento l’umanità riunendo il cielo con la terra, l’umano con il divino ed operando la nostra salvezza.

Nel dire il suo ‘sì’ Maria poté cantare: ‘l’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore’; due verbi, come vedi, magnificare ed esultare: il verbo ‘esulta’ esprime non solo la gioia dell’anima ma esprime la felicità della persona.

Maria esulta perché Dio ha operato cose grandi in Lei costituendola  madre di Cristo, vero Dio e vero uomo. Con il verbo ‘magnifica il Signore’: la Santissima Vergine riconosce la grandezza del Signore e l’amore misericordioso di Dio che ama l’uomo e per salvarlo invia il Figlio unigenito.  

Se vogliamo essere felici è necessario mettere Dio al primo posto perché Lui solo è grande; noi siamo solo dono di Dio. Maria, che era stata concepita Immacolata, diventa la primizia dell’umanità nuova, la nuova Eva, la donna nella quale il mistero di Cristo ha avuto il suo pieno effetto riscattandola dalla morte e trasferendola in anima e corpo nel regno della vita immortale. Maria diventa così nella Chiesa il segno della sicura speranza, come evidenzia il Vaticano II (cfr. Lumen gentium 68).

Quando diciamo ‘assunta in cielo’ non esprimiamo una idea astratta o un cielo immaginario; il cielo è la vera realtà, è il mondo di Dio, nostro Padre, è la nostra meta, è la dimora eterna a cui siamo diretti; il cielo è la fonte dell’amore come l’oasi è la fonte per l’assetato.

Maria oggi all’umanità in preda a mille problemi, alle prese con situazioni storiche, sociali, psicologiche assai dure, ci invita a guardare il cielo dove siamo diretti e con il suo canto del ‘magnificat’ ci esorta a bene sperare sulla parola di Dio, che è amore e provvidenza.

Guardando l’Assunta, la nostra vita, anche se segnata da prove e difficoltà, scorre come l’acqua del fiume e va verso Dio, oceano di gioia, di vita e di pace. Il mondo dà solo gioia momentanea e fallace, che lascia sempre l’amaro in bocca; da Maria, segno di speranza e di consolazione, impariamo a vivere, a sperare con concretezza  sulla parola di Dio: la morte non è la fine ma è l’ingresso nella vera vita perché ci prepara alla risurrezione della carne.

Come Cristo è risorto, come Maria è l’assunta, anche noi risorgeremo; Maria è perciò la ‘porta del cielo’, la regina degli angeli, il rifugio dei peccatori perché madre nostra. Il culto dell’Assunta comincia ai primordi del cristianesimo con la ‘dormitio B. M. Virginis’, festività che si celebrava a Gerusalemme e ad Efeso; questo è l’evento che precedette la sua assunzione al cielo.

Anche se nella storia molti vescovi sin dal VI secolo avevano chiesto la celebrazione di questa festività, si deve al beato Bartolo Longo avere promosso nel santuario di Pompei una petizione ai fedeli riuscendo a raccogliere ben 6.411.000 di firme di fedeli che auspicavano la definizione dogmatica dell’evento.

Il Pontefice Pio XII nel 1946 chiese il parere a tutti i vescovi del mondo e risposero all’invito ben 1191 vescovi (il 92%) evidenziando in modo plebiscitario  l’attesa del popolo di Dio. Il 1° novembre 1950, anno santo, presenti tutto il collegio cardinalizio e oltre 700 Vescovi e una folla considerevole di fedeli, il papa Pio XII definì il dogma: ‘l’Immacolata madre di Dio, sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste anima e corpo’.

L’Assunzione di Maria viene così riconosciuta ufficialmente come il paradigma dell’essere umano; esso anticipa la sorte finale di tutti i cristiani, rappresenta la realizzazione  concreta della nostra speranza.  Maria ci indica la meta ultima del nostro terreno pellegrinaggio; a noi, o Madre, rivolgi gli occhi tuoi misericordiosi.                     

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