P. Alex Zanotelli: rompiamo il silenzio sull’Africa

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Nella scorsa settimana si è tenuta nella cattedrale di Maputo, capitale del Mozambico, la conferenza del presidente della Cei, card. Matteo Maria Zuppi, in occasione del 30^ anniversario dell’accordo generale di pace per il Paese africano:

“La Comunità di Sant’Egidio non aveva altri interessi se non quello della pace. Le negoziazioni sono durate circa due anni. Entrambe le parti hanno voluto realmente affrontare il problema. Un fatto determinante è che sia il governo sia la Renamo avevano fiducia nella Comunità di Sant’Egidio. Un problema è stato quello di passare per la Comunità da facilitatori del dialogo a mediatori per cercare un cammino di pace.

Il governo e la guerriglia hanno quindi accettato come mediatori, tra gli altri, il fondatore della Comunità, Andrea Riccardi, e un rappresentante del governo italiano, l’arcivescovo Jaime Gonçalves e rappresentanti del governo e della guerriglia, tra cui Raul Domingos. Uno degli sforzi era quello di far comprendere che tutti, nonostante i problemi, facevano parte della medesima famiglia, quella mozambicana”.

Però il direttore della rivista ‘Mosaico di Pace’, p. Alex Zanotelli, ha invitato i giornalisti italiani a raccontare ciò che accade in Africa a causa della guerra in Ucraina: “Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli africani stanno vivendo.

Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo, come missionario e giornalista, uso la penna per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media italiani, come in quelli di tutto il modo del resto”.

Quello di p. Zanotelli è un appello affinchè si scriva ciò che sta accadendo in Africa: “Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa. E’ inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.

E’ inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur. E’ inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.

E’ inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa. E’ inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai”.

Insomma p. Zanotelli ha elencato tutte le situazioni in cui ci sono conflitti, che riguardano direttamente l’Europa: “E’ inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera.

E’ inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi. E’ inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa, soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.

E’ inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU”.

E chiama la responsabilità dell’Italia nei conflitti:”E’ inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.

E’ inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di € 14.000.000.000!)”.

Ecco che non conoscendo tali situazioni gli italiani non comprendono l’immigrazione di chi è alla ricerca della vita: “Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi. Questo crea la paranoia dell’ ‘invasione’, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi.

Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact, contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti. Ma i disperati della storia nessuno li fermerà”.

Per questo p. Zanotelli invita a comprendere che l’immigrazione è strutturale e funzionale al sistema occidentale: “Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa 50.000.000 di profughi climatici solo dall’Africa.

Ed ora i nostri politici gridano: ‘Aiutiamoli a casa loro’, dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica”.

Per tali ragioni l’invito di p. Zanotelli ai giornalisti è quello di raccontare ciò che succede in Africa: “Per questo vi prego di rompere questo silenzio-stampa sull’Africa, forzando i vostri media a parlarne.

Per realizzare questo, non sarebbe possibile una lettera firmata da migliaia di voi da inviare alla Commissione di Sorveglianza della RAI e alla grandi testate nazionali? E se fosse proprio la Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI) a fare questo gesto?

Non potrebbe essere questo un’Africa Compact giornalistico, molto più utile al Continente che non i vari Trattati firmati dai governi per bloccare i migranti? Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa”.

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