Ad Assisi la Pro Civitate Christiana scandaglia il sacro in Pier Paolo Pasolini

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“Caro don Giovani, La ringrazio tanto per le sue parole della notte di Natale: sono state il segno di una vera e profonda amicizia; non c’è nulla di più generoso che il reale interesse per un’anima altrui. Io non ho nulla da darle per ricompensarla: non ci si può sdebitare di un dono che per sua natura non richiede d’essere ricambiato. Ma io ricorderò sempre il suo cuore di quella notte… Sono ‘bloccato’, caro don Giovanni, in un modo che solo la Grazia potrebbe sciogliere. La mia volontà e l’altrui sono impotenti”:

così scriveva in una lettera, datata 27 dicembre 1964, al fondatore della Pro Civitate Christiana, don Giovanni Rossi, Pier Paolo Pasolini, dopo aver partecipato alla messa natalizia con la madre, dopochè il fondatore dell’associazione assisate gli chiese se desiderasse essere confessato.

Infatti esiste un legame profondo tra la Pro Civitate Christiana e Pier Paolo Pasolini: fu durante un soggiorno alla Pro Civitate che Pasolini ideò una delle sue opere cinematografiche più famose,’Il Vangelo secondo Matteo’. Era il 1964 e Pasolini era giunto ad Assisi per un convegno culturale organizzato dall’associazione assisana durante il quale venne proiettato ‘Accattone’. Nella camera della Cittadella trovò sul comodino un piccolo Vangelo e leggendolo durante la notte l’artista maturò la convinzione di cimentarsi con un’opera tanto difficile quanto affascinante.

Ed a 100 anni dalla nascita del regista/scrittore friulano la Pro Civitate Christiana dedica dal 24 al 27 agosto l’80^ Corso di Studi Cristiani dal titolo ‘Altro da te/PasoliniAssisi’ (informazioni ed iscrizioni: tel. 075/813231; mail: ospitalita@cittadella.org).  Al presidente, don Tonio Dall’Olio, chiediamo di spiegarci il motivo per cui la Pro Civitate Christiana dedica un Corso di Studi Cristiani a Pasolini:

“L’ottantesimo Corso di studi cristiani, ‘Altro da te/PasolinAssisi’, vedrà al suo centro l’opera di Pier Paolo Pasolini, che 60 anni fa iniziò con i volontari della Pro Civitate Christiana un dialogo che avrebbe aperto alla riflessione e allo scambio che condusse, non solo alla realizzazione della più bella opera cinematografica dedicata alla vita di Cristo, ‘Il Vangelo secondo Matteo’, ma anche ad un’amicizia che divenne confronto aperto, e a volte anche difficile, ma sempre attento alla storia di quanti ne vennero coinvolti.

Inoltre abbiamo voluto dare seguito a un’esigenza emersa durante l’edizione dello scorso anno dedicata al Sinodo, in cui si chiedeva di riflettere sulla realtà del potere. Ebbene abbiamo chiesto a Pasolini di accompagnarci in questa ricerca”.

Come nacque l’amicizia tra Pasolini e don Giovanni Rossi?

“Quell’amicizia si realizzò in un contesto spirituale che si nutriva, e continua ancora oggi a ricevere linfa, dalla fiducia e apertura che ogni uomo deve poter ricevere, e che sono a fondamento della Pro Civitate Christiana.

Concretamente don Giovanni nel 1962 ebbe l’azzardo di invitare quel regista ‘irregolare’ ed apparentemente molto distante dalla fede e dal sacro, all’annuale appuntamento del convegno dei cineasti che si svolgeva in Cittadella. Sorprendentemente Pasolini accettò e da quell’incontro imprevisto e inedito nacque tutto quel che ne è scaturito”.

Quale è stato il rapporto di Pasolini con la Pro Civitate Christiana?

“In anni difficili di contrapposizione ideologica, il rapporto tra Pasolini e la Pro Civitate Christiana segnò un modo nuovo e alternativo di confrontarsi, cercando il meglio dell’altro e nell’altro, senza pregiudizi e con buona apertura, senza smarrire identità e orientamenti”.

Come è venuta a Pasolini l’idea di raccontare cinematograficamente il Vangelo di Matteo?

“Pasolini arrivò il 2 ottobre ad Assisi, quasi in concomitanza con la visita del 4 ottobre di Papa Giovanni XXIII. In quei giorni Assisi pullulava di gente accorsa per accogliere il papa e Pasolini scelse di restare in camera per evitare che la sua presenza potesse essere strumentalizzata. Non aveva con sé altri libri se non una copia del Vangelo che, come in tutte le stanze, si trovava sul comodino ed iniziò a leggerla. Nacque tutto così, ‘per caso’, per scelta, per ispirazione. Alla fine della giornata, uscendo dalla stanza, confidò a don Giovanni Rossi di aver preso la decisione di girare un film su Gesù: ‘La sceneggiatura è già scritta, aggiunse ironicamente, ma chiedo che voi mi aiutiate’. E così avvenne”.

Per quale motivo un titolo così ‘suggestivo’: Altro da te?

“E’ un’espressione che abbiamo tratto da una riflessione di Pasolini sulla sacralità  dell’uomo, una sacralità che sottraiamo perché siamo incapaci di accettare che il sacro è dell’uomo, è quell’Altro da te. In particolare Pasolini utilizza quest’espressione in riferimento a Francesco d’Assisi dicendo che la sua santità non è ‘Altro da te’ ma va piuttosto cercata in te stesso. Altro da te corrisponde a una provocazione. Un invito a pensare a quel sacro che riduciamo perché incapaci di anelarvi”.

E l’omaggio a Pasolini continua con altri appuntamenti ed una mostra: quali sono?

“Dal 22 al 27 agosto con il contributo di critici, pedagogisti, filologi, attori, storici, registi, scandaglieremo la sua opera. Tra gli altri il card. Matteo Zuppi, presidente della CEI, e Ascanio Celestini; Ivano Dionigi, già rettore dell’Alma Mater e Roberto Mancini, filosofo, e tanti gli esperti, filologi, critici, cinefili, che guideranno alla lettura dell’opera pasoliniana.

Attraverso un itinerario espositivo che resterà aperto sino al 31 dicembre, di mostrare il percorso che Pasolini compì in Cittadella. Agli studenti e docenti saranno proposti percorsi di conoscenza attraverso la proposta di film e guida alle opere letterarie.

In autunno, altri due momenti, saranno dedicati all’opera di Pasolini da una prospettiva che dirà molto su come la società recepiva il suo lavoro. Dacia Maraini interverrà per raccontare la sua amicizia con Pasolini, Giovanna Marini darà voce alle canzoni che egli compose e altri ricercatori ci aiuteranno a capire il meccanismo della censura. Un percorso che ognuno potrà percorrere come vuole, ospiti della Pro Civitate Christiana e della sua storia che continua”.

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